L’imponente omaggio al pittore bolognese Giorgio Morandi vede in scena oltre cento persone nell’ultimo lavoro diretto e coreografato da Virgilio Sieni dal titolo Ballo 1890_natura morta, in prima assoluta per il Vie Festival.
Uno spettacolo atipico già nella sua composizione: la scorsa primavera l’Emilia Romagna Teatro ha indetto un bando per cittadini, non professionisti dello spettacolo, di età compresa tra gli 11 e gli 80 anni per creare la cosiddetta “comunità del gesto”, nucleo fondante della performance. Il ruolo principale non è stato così affidato a dei protagonisti, ma a molte individualità che trovano senso nel gruppo e per il gruppo compiono azioni ben definite e calibrate in un continuo intersecarsi reciproco, lasciandosi attraversare fisicamente e spiritualmente “come nelle nature morte” spiega lo stesso regista, “dove l’oggetto da umile si fa sublime”.
Tutto ciò viene reso possibile grazie ai giochi di luce che accompagnano le azioni e creano situazioni e atmosfere di forte patos: si evince un tale scambio di energie fra i vari componenti del gruppo da venire fluito dagli spettatori in maniera emotivamente partecipata. La regia scandisce momenti di forte coinvolgimento e momenti di “rilascio” fisico e gestuale in cui gli interpreti “riprendono fiato”, concedendo anche allo spettatore di concentrarsi sulle situazioni drammaturgiche che di volta in volta vengono proposte in diverse soluzioni.
Ruolo fondamentale nel creare l’unità in questo magma scenico è affidato alla Corale G. Savani diretta da Giampaolo Violi, che accompagna e asseconda ogni momento creando l’assetto musicale della pièce, una sorta di “tappeto” sul quale gli interpreti intessono la drammaturgia costituita da luci, gesti, corpi e figure.