Sabato 8 ottobre alle 17.30 nell’Odeo del Teatro Olimpico, nell’ambito del 69° Ciclo di Spettacoli Classici in programma in questi giorni a Vicenza, si concludono i Talks&Workshops organizzati in collaborazione con l’Accademia Olimpica. PERFINO LE STATUE SONO STUFE è il titolo della conversazione tra Moni Ovadia, attore, regista e scrittore, e lo studioso e critico teatrale, Andrea Porcheddu.
La domanda sull’utilizzo di siti di valore storico ed archeologico per la messa in scena di spettacoli teatrali è di sempre maggiore attualità. È lo spettacolo a valorizzare lo spazio in cui si svolge o viceversa? La questione non è di poco conto, dal momento che assistiamo a un fiorire di iniziative pensate per ambiti non teatrali. La faccenda diventa paradossalmente più complessa e delicata quando il sito archeologico o il monumento in questione è un vero teatro. Come possono essere utilizzati in modo consono? Che ce ne facciamo di quei resti imponenti? Come li utilizziamo? È il caso di Siracusa e Vicenza, di Pompei ed Epidauro, per ricordarne alcuni dei più importanti e noti. Quale spettacolo e con che vincoli è adatto ad uno spazio storico e vincolante come può essere un teatro antico? I teatri storici, come quello di Vicenza, possono fare da ponte tra memoria e comunità? Tra laboratorio e teche, tra patrimonio e progetto? Di questo converseranno Moni Ovadia e Andrea Porcheddu, cercando di rispondere, proprio dall’interno del Teatro Olimpico, ad alcuni di questi quesiti.
La sezione Talks&Workshops di Conversazioni 2016, cui partecipano alcuni tra i maggiori studiosi e critici delle arti performative, risponde a all’esigenza fortemente sentita dal curatore Franco Laera e dall’Accademia Olimpica di “riconoscere le identità e le specificità nel dialogo dei linguaggi creativi quale chiave per recuperare una reale dimensione di sperimentazione”.