Teatro Officina quest’anno ha scelto di proporre una stagione fatta di tappe diverse, la prima da ottobre a dicembre, la seconda che arriverà fino a maggio.
Diverse le tematiche affrontate nelle due metà ma unico il filo conduttore. Per questo la stagione prende il titolo di Corrispondenze.
Corrispondenze fra poetiche e pratiche teatrali, fra generazioni diverse, fra produzioni e ospitalità di antichi e nuovi compagni di viaggio.
La novità è che è all’orizzonte un significativo ricambio generazionale della Compagnia del Teatro Officina.
Non a caso quest’anno la stagione si apre con il progetto che è stato il più applaudito dello scorso anno: CI HO LE SILLABE GIRATE – dramma dislessico per giovani attori con la regia di Enzo Biscardi, uno spettacolo sulla dislessia che vede in scena giovani attori che parlano di un tema che conoscono per averlo sperimentato sulla propria pelle. Nella scorsa stagione tutte le serate di programmazione hanno visto il tutto esaurito e massima è stata l’attenzione di famiglie, operatori ed insegnanti. Lo spettacolo è stato rappresentato in Università Bicocca come evento di chiusura del Master per insegnanti specializzati nei disturbi dell’apprendimento.
Il Teatro Officina mantiene sempre al centro i progetti di Teatro sociale. Ecco quindi che il secondo appuntamento è INCIAMPI DI VITA, un dittico (composto da due spettacoli su tematiche affini) che nasce dall’incontro con Beppe Stoppa, autore dell’omonimo libro scritto attraverso i racconti degli ospiti della casa dell’accoglienza Enzo Jannacci, il dormitorio di viale Ortles, per dirla con le parole dei vecchi milanesi. Il libro nasce come progetto di responsabilità sociale di Zetaservice, azienda che si trova in viale Ortles, proprio di fronte al dormitorio. E un giorno qualcuno di quest’azienda ha provato ad attraversare la strada ed ha scoperto un mondo che ha voluto e forse dovuto raccontarci. Il primo dei due spettacoli INCIAMPI DI VITA prende spunto da alcuni di questi racconti ai quali si unisce una testimonianza raccolta nel carcere di Opera.
Il secondo spettacolo di Inciampi di vita dà voce invece alle testimonianze raccolte durante i laboratori tenuti con i Rifugiati politici e durante quelli di Medicina narrativa con medici, infermieri, pazienti e familiari.
Negli occhi e nel cuore però rimane il sogno di una Milano davvero europea perché testardamente solidale e fraterna. Ecco quindi che il mese di dicembre è dedicato ad un convegno, ad una lettura poetica e a due concerti intorno a Milano e alla sua silenziosa bellezza.
La stagione continuerà poi da gennaio a maggio con spettacoli che svilupperanno le tematiche fin qui proposte: Teatro Periferico con Dario Villa in Mater Strangoscias di Giovanni Testori, Francesca Perilli in Primo passo. A piedi con Maria che propone la figura di Maria scagliata entro la contemporaneità, Atelier Teatro che propone una rivisitazione de Gli uccelli di Aristofane come grande paradigma del potere e dell’utopia, Tano Avanzato e il suo gruppo Zabara che accosta i dannati della terra così come li ha ritratti la Divina commedia e così come li ha cantati Fabrizio de Andrè, Camilla Barbarito nel suo omaggio a Domenico Modugno con Che io possa esser dannato se non ti amo, ed infine Metaschimatismòs Teatro grazie al cui lavoro su Pasolini dal titolo Il paese mancato testimoniamo il costante interesse del Teatro Officina a riflettere su questo grande intellettuale, aldilà e oltre le rituali celebrazioni (di questa parte di Stagione daremo comunicazione dettagliata a fine dicembre).
Salde le collaborazioni con l’Università Bicocca, sia grazie al progetto CI HO LE SILLABE GIRATE che per Bookcity, occasione in cui il 19 novembre Teatro Officina e Università Bicocca organizzano un reading sulla Medicina narrativa. La medicina narrativa vede anche la collaborazione con l’Università statale di Milano all’interno dei corsi elettivi sul tema delle cure palliative.
La Stagione, come è nello stile di questo particolare Teatro, invade i quartieri e i territori: nel periodo dicembre-gennaio la nuova produzione INCIAMPI DI VITA esce e va nelle mense dei poveri: in Casa della carità, poi in Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci in viale Ortles ed infine al Refettorio Ambrosiano di Piazzale Greco. E altre proposte teatrali riempiranno i mercati comunali coperti di diversi quartieri, valorizzando i nuovi locali e ristoranti sorti proprio internamente ai mercati rionali, luoghi aperti fino a tarda sera dove si intrecciano cultura e convivialità.
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Teatro Officina Via S. Elembardo, 2 – 20126 Milano MM1 Staz. Gorla | Bus: linea 44 e 86
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Informazioni e prenotazioni:
LUN-VEN: 15.00-18.00
tel: 02.2553200 | fax: 02.27000858 | e-mail: info@teatroofficina.it | sito web: www.teatroofficina.it
Orari spettacoli: feriali ore 21.00 – festivi ore 16.00
Ingresso con tessera associativa: 1 spettacolo 10 € (comprensivo di tessera)
Prenotazione obbligatoria sul sito www.teatroofficina.it
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Il Teatro Officina per Milano.
Dedichiamo la nostra Stagione teatrale a Milano, a una città che vive uno straordinario momento di vitalità culturale e che ragionevolmente sembra potersi candidare a divenire la nuova capitale europea dello spettacolo dal vivo.
Ci muove un sentimento di condivisione con l’intera comunità cittadina, con i molti giovani che nei quartieri producono cultura e innovazione, con i tanti operatori della cultura che quotidianamente sperimentano, rischiano, producono, con una compagine istituzionale che si è realmente sforzata di imprimere un cambiamento a decenni di atrofia sociale e culturale. Un sentimento di sobrio orgoglio che ci consente di guardare al nostro territorio cittadino come a un mondo vitale, caleidoscopico, aperto al nuovo.
Sarà che nei territori ci stiamo da più di quarant’anni, e misuriamo ogni giorno il clima umano che vi si respira, le speranze, le aspettative, a volte le delusioni e lo sconforto, e ci siamo allenati a sentirne istintivamente temperatura e umori. Così ci è sembrato un atto doveroso, un gesto di onestà intellettuale evidenziare la vivacità che questa città oggi sembra esprimere, non solo con prodotti culturali di livello ma anche e soprattutto con pratiche partecipative che coinvolgono i semplici cittadini.
Il teatro che ci interessa è quello che esce fuori dalla ritualità del palcoscenico, che si contamina con la vita delle persone comuni, che diventa condivisione e azione sociale.
Sommessamente vorremmo dire grazie a questa Milano, insostituibile scenario che ci abbraccia mentre camminiamo testardi fuori dai teatri, dentro la vita delle persone semplici e sconosciute.
Massimo de Vita
Direttore artistico Teatro Officina