atto unico in otto birre
con Andrea Renzi e Tony Laudadio
direzione tecnica Lello Becchimanzi
suono Daghi Rondanini
scene e costumi Barbara Bessi
scritto e diretto da Tony Laudadio
Produzione Teatri Uniti
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Ambientazione scarna, quasi nulla: due tavoli, quattro sedie, una parete, quasi una libreria dove al posto dei libri sono posizionate in bella mostra bottiglie di birra dalle etichette colorate e ricercate. In un angolo una sedia con chitarra appoggiata. Sembra un richiamo e forse lo è: una zona confort, uno “sfogatoio”, diremmo oggi in termini televisivi un “confessionale”, tanto utile perché chi parla è un po’ convinto di parlare da solo, anche se in ascolto ci sono centinaia o migliaia di persone.
E tutta la scena diventa un confessionale, dove giocano la loro partita due personaggi antichi e moderni allo stesso tempo. Il birraio di antica memoria teatrale e letteraria e il professore, verso cui porta rispetto “ …e noi siamo stati educati così con il rispetto e con il “lei”…” e il professore di italiano che invece “… no, io preferisco il “tu” anche con gli studenti per creare un rapporto paritario… Ma devono studiare…”
Francesco, figlio di Sergio, proprietario del locale, e allievo di Marco, professore non sposato e senza figli, è presenza ingombrante, pur senza apparire in scena. Si parla di lui, viene continuamente evocato, nominato in una immaginaria gara d’amore. Duello verbale in cui il padre scopre che il suo bambino è cresciuto e si allontana sempre più dal modello che aveva costruito nella sua fantasia: non somiglia a lui, ma cerca affannosamente la propria identità, anche sessuale.
Birre e rivelazioni, uno spettacolo che non coinvolge dal primo momento, ma che avvolge come un serpente nelle proprie spire con il passare degli stacchi. Otto birre, otto momenti; in ogni pausa cambia l’umore del pubblico che segue la rivelazione del mistero, mistero che, anche quando sembra lapalissianamente svelato, riserva ancora sorprese.
Andrea Renzi, il birraio che coltiva il suo desiderio di libertà cantando quando è solo, è un magnifico attore che si offre al pubblico con tutte le innumerevoli sfumature del suo volto e della sua voce ed accompagna alla pari un superbo Tony Laudadio, che ha scritto e diretto lo spettacolo.
Gli sguardi, le pause (ha ben insegnato il grande Eduardo), le attese, gli accenni, le smorfie, i tentennamenti, le decisioni ed anche i silenzi hanno conquistato il pubblico.
Il testo interessante invita alla riflessione.
Non mancano le risate. Bene. Applausi ripetuti e meritati.