Cosa succede quando un artista scomodo è obbligato a scendere a compromessi e mettere le proprie creazioni al servizio di un regime?
Non c’è nulla in comune tra Stalin e Bulgakov: mentre il primo è un dittatore feroce, intransigente, violento e potente, Bulgakov è un uomo creativo, appassionato e idealista, ma ormai ridotto in povertà e la quale carriera rischia di essere stroncata dalla censura di regime. Potere e censura contro creatività, due poli opposti che apparentemente non possono dialogare in alcun modo perché completamente antitetici, poiché il pensiero creativo è spesso scomodo, sovversivo, porta a trovare nuove soluzioni e non può essere imbrigliato nelle severe regole di un regime: eppure qualcosa scatta nel rapporto tra i due personaggi, rendendoli collaboratori (collaborators, per l’appunto).
Il dittatore Stalin conosce bene il potere della cultura, sa quanto sia più facile soggiogare masse incolte e cresciute nell’ignoranza, infatti non per niente una delle prime azioni dello stesso Hitler salito al potere fu il rogo dei libri del 10 maggio 1933: per questo tiene in grande considerazione il controllo degli artisti, soprattutto quelli dissidenti. Allo stesso modo lo scrittore conosce bene il potere dei suoi scritti, Bulgakov e i suoi colleghi sono fieri di non essersi mai piegati alla censura e aver sempre sostenuto le proprie idee fino alla fine, ma nonostante ciò arriva il momento terribile in cui lo scrittore viene messo nella posizione di dover scrivere un testo per il regime e qui avviene il cortocircuito, poiché Bulgakov, in un percorso sempre più onirico e allucinatorio, ai confini tra la realtà e il delirio, si troverà a capire che bene e male a volte hanno confini sfumati, che a volte il mostro che si odia è proprio quello dal quale si è più attratti.
Lo spettacolo è ironico, fresco, ricco di spunti profondi senza mai essere pesante neanche nei momenti più drammatici. Affronta con un sorriso elegante il rapporto tra arte e censura e il ruolo difficile dell’intellettuale nei tempi di crisi. Ogni personaggio, ha un suo spessore nella storia senza mai essere stereotipato, rivelando nei piccoli gesti sfaccettature sorprendenti: affezionandoci a ognuno di loro riviviamo il dramma della dittatura, che non è altro che un vortice di violenza che non guarda in faccia a nessuno. In un’analisi più profonda si potrà scoprire che le dittature non hanno “collaboratori”, un messaggio molto importante che lo spettacolo trasmette, fondamentale soprattutto nell’epoca contemporanea, dove spesso la memoria di eventi accaduti solo pochi decenni fa pare essere sfumata.
La bravura degli attori Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Michele Basile, Marco Cacciola, Emanuela Caruso, Bruno Fornasari, Enzo Giraldo, Marta Lucini, Alberto Mancioppi, Daniele Profeta, Chiara Serangeli, Umberto Terruso, Elisabetta Torlasco, Antonio Valentino insieme alle scene e costumi Erika Carretta al disegno e luci di Fabrizio Visconti e alle musiche originali Rossella Spinosa fanno rivivere con emozione lo spettatore nella Russia del 1938 per tutta la durata dello spettacolo. La qualità del testo di John Hodge (sceneggiatore di Trainspotting e The Beach) e della regia di Bruno Fornasari rendono questo spettacolo una piccola perla nel panorama teatrale, consigliato assolutamente a tutti, per riflettere con intelligenza, mai senza il sorriso.
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di John Hodge | traduzione e regia Bruno Fornasari | con Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Michele Basile, Marco Cacciola, Emanuela Caruso, Bruno Fornasari, Enzo Giraldo, Marta Lucini, Alberto Mancioppi, Daniele Profeta, Chiara Serangeli, Umberto Terruso, Elisabetta Torlasco, Antonio Valentino | scene e costumi Erika Carretta | disegno luci Fabrizio Visconti | musiche originali Rossella Spinosa, eseguite da New MADE Ensemble | assistenti alla regia Chiara Serangeli e Filippo Bedeschi | assistente costumista Linda Muraro | équipe tecnica Giuliano Bottacin, Cristiano Cramerotti, Andrea Diana | realizzazione scene Silvia Trevisani | produzione Teatro Filodrammatici di Milano per il progetto 220 anni senza perdere il Filo… promosso da Accademia dei Filodrammatici
realizzazione costumi Sartoria Teatrale Arrigo | maschere Zorba Officine Creative | acconciature e trucco Pier Benedetto, Alessandro Buson | attrezzeria Rancati | calzature Calzature Epoca | stampe Microspot s.r.l. | si ringrazia il Liceo Tito Livio di Milano
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