All’interno di Desidera, Festival per un teatro condiviso, organizzato dalla Compagnia Stalker Teatro di Torino, si inseriscono gli spettacoli “2.(DUE)” di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo e “Das Spiel. Il Gioco” di Alessandro Bedosti. La rassegna di spettacoli vuole incontrare il teatro di innovazione e la scena delle diversità, creando una manifestazione che mostri come il mezzo rappresentativo possa sviscerare la ricerca artistica e l’indagine sociale e umana, anche la più complessa e la più profonda. In questo contesto s’inserisce l’opera di Fibre Parallele, pluripremiata compagnia pugliese di teatro popolare contemporaneo, “2.DUE”, un testo di Riccardo Spagnulo del 2008, per la regia e l’interpretazione di Licia Lanera. Una donna, una famiglia, un amore sfociato in una convivenza felice, radiografata in scena dall’elenco delle gioie di coppia, poi tramutatasi nella tomba delle emozioni. Spazio siderale, al suolo buste bianche lucide pressate in listelli paralleli, sul fondo una vasca da bagno bianca sormontata da uno specchio appeso alle americane a vista del teatro, sacchetti bianchi di plastica contenenti un liquido vermiglio, l’attrice vestita di bianco. Due microfoni accolgono le parole scandite con plastica precisione dalla Lanera, evocano la parabola di una coppia come molte, in cui l’amore è pronto ad ogni ora, e l’emozione batticuore esalta lo spirito ed eleva il sentimento. Con pochi tratti evocati la drammaturgia sintetica scorre alle immagini addensate della vita di coppia, l’interpretazione, senza essere invadente, ci dona la vitalità dell’amore. Ma… ma all’improvviso qualcosa cambia. Lui sembra aver dimenticato lo slancio del passato, fino alla confessione di omosessualità. Rabbia, incredulità, delusione, totale smarrimento provocano nella donna la spinta all’assassinio, non un gesto premeditato, ma una sopraffazione dolorosa. Ed il racconto lucido e quasi distaccato dell’attrice, unito al colare rosso rubino dai sacchetti sospsesi, donano l’impattante sbigottimento del gesto atroce, rivisto con l’occhio vitreo dell’horror vacui conseguente allo sfogo dell’istinto sofferente. Una sospesa tragica confessione lineare e chirurgica, da uno spazio mentale livido lacerato, che si conclude con il bagno purificante nella vasca da cui potersi specchiare dall’alto della propria cosciente mostruosità. Spettacolo tagliente, costruito con tempi perfetti – una montante inquietudine che prelude al massacro lucido e distaccato -, ottimamente reso dalla tecnica invisibile e sopraffine di Licia Lanera e dalla sua capacità di immergersi con abilità nell’immaginario efferato, riuscendo ad inserire anche momenti ironici e autoironici. Uno spettacolo intenso e profondamente toccante.
“Das Spiel. Il Gioco” di Alessandro Bedosti e Antonella Oggiano è danza, corpi, ritualità e trasformazione, in un’atmosfera sospesa, azioni sezionate di svestizione e vestizione, segni disseminati in una drammaturgia forse un po’ troppo scarnificata e semplificata. Potente per le visioni, l’esasperazione della ritualità, ma troppo debole nel ritmo e nella consapevolezza rappresentativa. Nel complesso una densità di presenza impressionante diluite eccessivamente nel tempo e nello spazio.
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2.(DUE)
Uno spettacolo di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
Con Licia Lanera
Luci e suono Riccardo Spagnulo
Progetto finalista di EXTRA-segnali dalla nuova scena contemporanea
Vincitore del primo premio Fringe/L’Altrofestival al 18° Festival Internazionale del Teatro di Lugano in Svizzera
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Das Spiel. Il Gioco
con Antonella Oggiano e Alessandro Bedosti
e la cura di Annalisa Zoffoli