Questa interessante commedia cupa, scritta da Magdalena Barile, mette in scena quattro personaggi femminili che, all’interno di un giardino metafisico, recitano ogni sera il Candido di Voltaire per la loro signora e padrona, chiamata nello spettacolo semplicemente Madame.
Madame è una presenza incombente ma assente, manda ordini attraverso biglietti annunciati da una sirena e le sue intenzioni sono spesso criptiche e soggette all’interpretazione delle quattro sottomesse, che ripetono il copione litigando per le parti e cercando di conquistarsi un ruolo in questa rappresentazione dell’assurdo.
All’interno di questo giardino, dove tutto è perfettamente finto, le quattro donne vivono un’esistenza monotona, infima ma serena, desiderando la libertà senza consentire a questo desiderio di spezzare la quotidianità del loro esistere.
Quando la loro domina viene però decapitata dalle ombre (i giacobini), scoprono che la libertà ha un prezzo molto alto e, dopo un breve tentativo di auto-sostentarsi coltivando verdure nell’ormai decaduto giardino, decidono, di loro spontanea volontà, di sottomettersi ad un altro padrone, ricominciando la commedia della loro vita.
Madame diventa allora, nella sagace allegoria costruita dalla Barile, il Dio che Voltaire contrapponeva al discorso di un grande filosofo a lui contemporaneo, Leibniz, facendo vivere il suo Candido nel “migliore dei mondi possibili”, un mondo in realtà ricolmo di violenza, brutture e atrocità.
La morte di Madame diventa quindi la morte di Dio e le parti recitate dalle donne dei ruoli sociali di ribalta e retroscena (per dirla con Goffman). Non a caso, il nuovo “proprietario” delle quattro protagoniste le costringe a recitare De Sade, un copione che sembra in fondo far rimpiangere l’Ancient Regime di Madame.
L’unico barlume di speranza viene offerto da una delle quattro, la più coraggiosa, che decide di abbandonare il giardino per cercare la sua libertà, una libertà vera, lontana dalla ribalta, uscendo di scena non dietro alle quinte, ma alle spalle del pubblico.
Questa commedia cupa e metafisica, ricca di citazioni e riflessioni profonde, recitate con maestria da Simona Arrighi, Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri, sembra quindi offrire una tenue speranza per il futuro dell’umanità, offrendo una via di fuga dal pessimismo di Voltaire e dal vivere contemporaneo.
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Il migliore dei mondi possibili, ispirato a Candido di Voltaire
Di Magdalena Barile
Regia: Simona Arrighi, Sandra Garuglieri
Con Simona Arrighi, Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri