Nel 403 a.C al teatro Dionisio di Atene, andò in scena per la prima volta la tragedia greca di Euripide “Le Baccanti”.
Questa sera, qualche anno dopo da quel primo debutto, le Baccanti sono ancora tra di noi, vestite di bianco con lunghi capelli e corna sulla testa, ipnotizzano il pubblico con danze dionisiache e cori sublimi in cui la trasfigurazione dell’uomo, alla ricerca del suo essere primitivo, esplora le membra del proprio ego.
Vite che appiano come orgasmo incessante, inesauribile senza tempo.
Un tempo dilatato, impossibile da trattenere nello spazio che appare alle nostre Baccanti come eterno.
Sul palco la rappresentazione di un’illusione universale che come un filo conduttore invisibile accumuna ogni individuo, il quale nell’essere gettato nel mondo fatica a comprendere chi egli sia nella sua stratificazione più profonda.
Dionisio pervade la mente, il corpo e l’anima delle Baccanti e degli uomini, getta il seme della follia, questo semidio a cui il re Penteo di Tebe rivolge attributi non idonei a un Dio, vuole dimostrare di cosa sia capace se solo si dubiti di lui.
E allora quando quel tempo svanisce, ecco riaffiorare la coscienza, la ragione, la consapevolezza, le quali con ferocia fanno cadere nel profondo oblio del dolore.
Come il dolore provato dalla baccante Agave, madre di Penteo che sotto l’ebrezza di Dioniso, posseduta dai suoi voleri, uccise il proprio figlio.
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Con Daniele Salvo, Manuela Kustermann, Paolo Bessegato, Paolo Bessegiato, Ivan Alovisio Simone Ciampi,Melania Giglio, Elena Aimone, Giulia Galiani, Annamaria Ghirardelli, Elena Polic Greco, Francesca Maria, Silvia Pietta, Alessandra Salamida
Scene Michele Ciaccioferra
Costumi Daniele Gelsi
Musiche Marco Podda
Luci Valerio di Geroldi
Assistente alla regia Alessandro Gorgoni
Produzione La fabbrica del Vapore
Teatro Vascello, Tieffe Teatro, Teatro di Stato di Constanta