Venerdì 28 ottobre al Teatro Puccini di Firenze è andato in scena “ROSSINTESTA – Paolo Rossi canta Gianmaria Testa”, (Produzioni Fuorivia in collaborazione con Teatro Colosseo di Torino).
La poesia del cantautore piemontese e la satira dell’attore lombardo convivono in un progetto speciale di teatro-canzone.
Il lavoro di Testa rivive inteso tramite la voce dell’amico Paolo, attore comico, incisivo, a tratti scomodo e irriverente; la sua passione per la musica è nota da tempo.
Le canzoni di Gianmaria – scritte per alcuni lavori teatrali di Rossi – trovano nell’interpretazione di Paolo una nuova veste, restituiscono spazio al concetto stesso del teatro.
Un progetto di teatro canzone, una collaborazione tra amici, un omaggio ad un collega che non c’è più, sono molti i modi per definire questa messa in scena. Lo spettacolo è diviso idealmente in 4 capitoli: il teatro, con toccanti “canzoni sui teatranti” un focus sul rapporto tra persona e personaggio, le donne, la politica e un omaggio all’amico Jannacci, amatissimo sia da Paolo che da Gianmaria. Paolo Rossi è un folletto dispettoso, un “arlecchino degli inferi”, a tratti sapientemente goffo col suo cappellaccio e la giacca di svariate taglie più grande.
L’allestimento è arricchito dalla preziosa bravura dei musicisti in scena e da una scenografia molto curata con le belle luci di Andrea Violato e scarni, ma molto significativi elementi scenografici realizzati dal pittore Valerio Berruti.
Tra un omaggio e l’altro ci sono simpaticissimi e coinvolgenti interventi e approfondimenti dell’attore che scherza con i musicisti (Emanuele dell’Aquila e i Virtuosi del Carso, ovvero: Stefano Bembi, Bika Blasko, Alex Orciari e Roberto Paglieri) e interagisce con la platea.
Ci si trova ad assistere ad una rimpatriata tra amici, Rossi-Jiannacci-Testa, e ci si sente parte di quella affiatata comitiva.