Il Teatro dell’Opera di Roma punta in alto e inaugura la nuova stagione 2016/2017 domenica 27 novembre (ore 16.30) con Tristan und Isolde di Richard Wagner che segna anche il debutto sul podio del Costanzi del Maestro Daniele Gatti, milanese doc.
Un’apertura importante quella offerta con il dramma wagneriano che, proposto nel nuovo allestimento realizzato in coproduzione con il Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e il De Nationale Opera di Amsterdam con la regia di Pierre Audi, conferma l’imponente sforzo produttivo del teatro romano.
“Con il Tristan und Isolde ci troviamo di fronte a uno spazio musicale assoluto, ma il lavoro del Maestro Gatti non è solo di routine: ha operato anche sulla disposizione dell’orchestra e quindi sul suono – spiega il Sovrintendente Carlo Fuortes chiosando subito sull’eventuale futura collaborazione fra il direttore e il teatro romano – Gatti è uno dei più grandi direttori wagneriani, specialista del repertorio ed è un onore poterlo ospitare qui a Roma”.
Il Tristan und Isolde che apre la stagione del Costanzi sarà una versione intima del dramma già andato in scena con successo a Parigi pochi mesi fa: la regia di Pierre Audi nasce dalla richiesta di Gatti di realizzare una versione raccolta del Tristan pensando appositamente agli spazi del parigino Théâtre des Champs-Élysées e consentendo così di esplorare con delicatezza soprattutto l’intimità della vicenda anche musicalmente.
“Il Sovrintendente mi ha offerto lo spazio per l’inaugurazione dell’Opera in tempi stretti e ho proposto una coproduzione del Tristan rendendo possibile anche che una parte del cast di Parigi si esibisse anche a Roma – ha esordito il maestro Daniele Gatti – Il Tristan und Isolde resta un titolo molto impegnativo e affrontare un linguaggio del genere è difficile anche per il pubblico, ma è l’esecuzione stessa che ci consente di comunicare con il pubblico”.
Capolavoro del romanticismo tedesco, il Tristan und Isolde, dramma musicale in tre atti composto fra il 1857 e il 1859, si basa sulla storia in lingua francese raccontata da Tommaso di Bretagna nel XII secolo che ha ispirato poi il poema Tristan di Gottfried von Strassburg: Wagner, però, anche autore del libretto, ha condensato l’infelice e impossibile amore fra il cavaliere Tristan, nipote del Re Marke e la principessa irlandese Isolde, caricandola di complesse e sofisticate implicazioni filosofiche (Schopenhauer in primis) fra eros e thanatos rendendola un’opera raffinata, ma estremamente difficile.
E se sul dramma Wagner si è detto e scritto praticamente di tutti, Gatti intende offrire alcune linee guida centrali da seguire.
“Si tratta di un’opera della morte e non dell’amore: Tristano e Isotta di fatto diventano due archetipi di chi non riesce a vivere l’amore puro. Via via la musica diventa più dolce, ma in realtà è una musica che riflette l’astrazione di vivere l’amore lontano dalla quotidianità fisica. Uno degli elementi chiave dell’opera è la parola Sehnsucht che possiamo tradurre come attesa, desiderio, brama. Si tratta dell’anelito, della ricerca dello stato d’animo che copre il periodo dell’attesa di ciò che desideriamo e che è migliore del momento in sé per sé e che interferisce anche con il nostro modo di comportarci: l’attesa di Tristano per Isotta è spasmodica” spiega Gatti.
L’allestimento (con le scene e i costumi di Christof Hetzer, le luci di Jean Kalman e i video di Anna Bertsch) con la regia di Pierre Audi è di taglio minimale (ma nell’opera accade davvero poco) e lavora sull’aspetto naturalista dell’opera scegliendo movimenti geometrici fra i personaggi per creare tensione, ma rispettare le dinamiche musicali. Per Audi la chiave di svolta della regia sta nell’accettare “il tempo dilatato di Wagner” nella sua sospensione, ma contribuendo a creare per il pubblico un’esperienza di ascolto per immergersi nella musica senza spezzare l’atmosfera: imprescindibile l’interpretazione dei cantanti chiamati non solo ad abbandonarsi alla musica, ma a comunicare anche attraverso l’atteggiamento fisico in scena.
Al suo settimo Wagner, dopo Lohengrin, Parsifal, i quattro titoli de L’anello del Nibelungo, Pierre Audi si misura con il Tristan che reputa lo spettacolo più difficile che abbia mai messo in scena: per un’opera difficilissima da rappresentare, Audi ha scelto come traiettoria principale da seguire Isolde. È lei il personaggio centrale e non Tristan perché è lei che intende portare a compimento la sua missione, di morire con l’uomo che ama, ma con il quale non può avere una storia: è lei la vera protagonista e regista che sceglie l’amore e la morte decidendo anche della sorte di Tristan.
“La partitura del Tristano è particolarmente leggera nell’universo wagneriano: il compositore ha creato un’opera leggera con una scrittura classica, un’orchestrazione ricercata con pochi strumenti a disposizione – continua il direttore spiegando le linee centrali della partitura – Il Tristano è un’opera ricca di aspetti particolari che si legano al linguaggio musicale diverso: è un’opera cromatica e cangiante che presenta due linee differenti, il mondo reale e il mondo immaginario, il tonale e il cromatico. Wagner utilizza il linguaggio tonale con la cadenza per rappresentare il mondo reale e utilizza un linguaggio cromatico ingannevole per rappresentare il mondo di Tristano e Isotta che sono due personaggi irrisolti e in alcune parti l’opera ricorda il Lohengrin e il Tannhäuser”.
Protagonisti del potente dramma wagneriano saranno Andreas Schager, che aveva già cantato nel Rienzi a Roma e che interpreterà Tristan e Rachel Nicholls nel ruolo di Isolde già ricoperto a Parigi. Accanto agli infelici protagonisti, il cast annovera anche John Relyea e Andreas Hörl (nella replica dell’11 dicembre) nel ruolo del Re Marke, Brett Polegato nel ruolo di Kurwenal, Michelle Breedt nel ruolo dell’ancella Brangäne, Andrew Rees nei panni di Melot, Gregory Bonfatti (un pastore), Gianfranco Montresor (un timoniere) e Rainer Trost (un giovane marinaio). Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma sarà diretto dal maestro Roberto Gabbiani.
“La presenza di Gatti rafforza la linea italiana dell’interpretazione wagneriana: la compagnia di canto scelta è di nuova generazione e offre una sorta di connessione fra il repertorio di Wagner e il repertorio italiano creando una forte omogeneità di stile” ricorda il direttore artistico Alessio Vlad.
L’apertura della nuova stagione coincide anche con l’inaugurazione del nuovo foyer riportato agli originali spazi razionalisti di Marcello Piacentini che ospiterà anche costumi provenienti dall’archivio storico.
La “prima” della stagione sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3, Rai 5 e in alcune sale cinematografiche europee (in dettaglio su all-opera.com o operaroma.it).
Dopo la “prima” di domenica 27 novembre (ore 16.30) Tristan und Isolde sarà replicato in cinque date: mercoledì 30 novembre (ore 19), sabato 3 dicembre (ore 18), martedì 6 dicembre (ore 19), venerdì 9 dicembre (ore 19) e domenica 11 dicembre (ore 14). Giovedì 24 novembre (ore 18) spazio all’anteprima giovani, riservata ai minori di 26 anni. Info: operaroma.it