Una produzione La Baracca – Testoni Ragazzi in collaborazione con Tapirulan (Bologna)
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C’è un luogo a Bologna, dove i bambini si possono rifugiare e accendere i propri sogni, stimolare la fantasia, respirare il profumo delle storie, delle favole che animano la loro immaginazione, arricchiscono e nutrono la mente, l’anima e il cuore di questi piccoli esseri.
Questo luogo è il Teatro Testoni, una piccola oasi, poco fuori dal centro della città, che dal 1995 il Comune di Bologna ha affidato in gestione alla compagnia teatrale La Baracca ONLUS, che ha dato vita al Teatro Testoni Ragazzi: un Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e la Gioventù.
Nello specifico, per il mese di novembre, la compagnia si è focalizzata sul tema della fiaba mettendo in scena spettacoli che reinventano alcuni grandi classici del racconto per l’infanzia.
Nello spettacolo Toc Toc…il lupo bussò alla porta, andato in scena al Teatro Testoni Ragazzi il 12 e il 13 novembre, il tema centrale era la figura del lupo e le innumerevoli storie che nel tempo si sono narrate su questo animale cupo, tenebroso che da secoli attira i bambini, facendo vivere loro la sensazione della paura, un sentimento necessario per crescere, diventare più consapevoli e utile a sviluppare la capacità di reagire e di vigilanza.
Lo spettacolo Toc Toc…il lupo bussò alla porta è nato dalla collaborazione fra La Baracca – Testoni Ragazzi e l’Associazione Tapirulan, che da anni si occupa di storie di lupi. In scena ci sono tre raccontastorie che girovagano per il bosco, alla ricerca di vicende che coinvolgano il lupo, optando, infine, per due delle fiabe più conosciute di questo spaventoso animale del bosco: “Il lupo e i sette capretti”, e “I tre porcellini”, con quel gioco di paura, coraggio, inganno e attesa che le caratterizzano.
Quello che più colpisce, agli occhi di uno spettatore adulto, è vedere come il mix di semplicità e fantasia riesca a catturare, quasi come una pozione magica, tutti bimbi in sala che ascoltano assorti le vicende dei personaggi coinvolti nelle storie. Non c’è nessun lupo peloso in scena, nessuna riproduzione caricaturale dei personaggi. Le tre attrici riescono, con pochi e semplici elementi, ad avere tutti gli ingredienti necessari per mettere in moto la fantasia dei loro piccoli spettatori. Il bosco nel quale si muovono le raccontastorie è un bosco astratto, ma con simboli ben precisi che lo identificano come tale: i rami che pendono dal soffitto, i pezzi di legno e le foglie cosparse sulla scena, insieme a un intenso profumo di muschio emanato in tutto il teatro. E poi ci sono le cassette di legno con le quali le attrici giocano e animano, a seconda delle loro necessità, facendole diventare, di volta in volta, rifugio per i capretti, costretti a nascondersi dopo avere aperto la porta al lupo, o le casette dei tre porcellini, corredate dall’elemento scelto da ognuno dei porcellini per costruirle: la paglia per il primo, il legno per il secondo e i mattoni per il terzo.
E poi c’è il lupo, protagonista, simbolicamente richiamato in scena attraverso un guanto nero, indossato di volta in volta dall’attrice che lo interpreta, che non è mai la stessa, perché i ruoli si invertono sempre e ogni cantastoria può esplorare tanti aspetti della recitazione e della fantasia, dando caratteristiche e connotati diversi sia al lupo che agli altri protagonisti. Molto bello è anche l’utilizzo delle musiche che offrono un’ottima cornice a questo quadro incantato.