Malika Ayane brilla nei panni della celeberrima Evita Perón, icona determinata e carismatica del ‘900.
La somiglianza è impressionante, probabilmente superiore all’Evita interpretata dalla signora Ciccone nel 1996.
Il musical di Time Rice e Andrew Lloyd Webber accompagna la platea nelle calde atmosfere argentine degli anni ’30 del 900.
L’adattamento italiano di Massimo Romeo Piparo lascia in principio stranito l’orecchio della platea abituato a godere di quelle note in lingua originle, ma la traduzione è chiara e comprensibile.
La cantante milanese dimostra tutte le sue note competenze canore, padronanza del palco e, guidata dalle note di un tango sinuoso, muove persino qualche sapiente passo di danza.
Notevole l’orchestra a vista e la musica dal vivo, magistralmente diretta da Emanuele Friello che offre alle scente un’intensità travolgente.
Di pregio il personaggio di un giovane Che Guevara, in questo contesto grillo parlante, menestrello, cantastorie (un Puck di shakespeariana memoria), interpretato da un sapiente Filippo Strocchi, attore sicuro sul palco, cantante notevole e ballerino competente.
Sul palco si alternano scene intime dei coniugi Perón a momenti corali atti ad inquadrare la situazione politica e sociale dell’epoca in terra argentina, anche tramite video proiezioni di scene dell’epoca.
Sono 2 ore e un quarto che scorrono veloci, due atti emozionanti e coinvolgenti, dinanzi ai quali a stento si riuscirà a trattenere le lacrime.