Prosegue la stagione del FantaTeatro dedicata ai bambini al Teatro Dehon di Bologna. Questa volta, ad andare in scena è stato un grande classico: “Il principe e il povero” di Mark Twain, un celebre romanzo dello scrittore statunitense che, nel 1881 narra la storia di due bambini che nascono lo stesso giorno ma in condizioni diametralmente opposte: uno è Edoardo VI, figlio ed erede al trono di Edoardo VII e l’altro è Tom Canty, figlio di un criminale e destinato ad una vita misera.
I due protagonisti si incontrano casualmente e, trovandosi molto simili decidono di scambiarsi i ruoli e di vivere, per un po’ di tempo, ognuno nei panni dell’altro. La risoluzione della compagnia Fantateatro, per la messa in scena di questa pièce, è assegnata, ancora una volta, allo scenografo Federico Zuntini che per l’occasione ha allestito un grande schermo nel quale ha riproposto l’atmosfera raccontata nella storia, tramite dei trucchi cinematografici gli attori interagiscono con le riprese di loro stessi sullo schermo. Anche a livello paesaggistico il racconto è molto affascinante perché nello schermo si susseguono riproduzioni fedeli di una Londra divisa tra la ricchezza sfavillante della Corte e le stradine povere, fatte di case fatiscenti, e viuzze trasandate della parte povera della città.
Questa idea ha dato un tocco di originalità e dinamica a una messa in scena che ha faticato a ingranare. Gli attori non erano pienamente dentro il personaggio e Daniele Palumbo, nel ruolo sia del povero che del principe Enrico VI ha avuto qualche difficoltà nel catturare l’attenzione, specie dei più piccoli. Le scene recitate erano messe insieme tra di loro dalla voce narrante di Tommaso Fortunato, una sorta di deus ex machina che reggeva le fila della storia e ne intrecciava gli episodi. Sempre bravo anche se con un personaggio meno di rilievo, una delle colonne del FantaTeatro, insieme allo sceneggiatore a alla regista Sandra Bertuzzi, Umberto Fiorelli che interpreta Sir Miles cavaliere che aiuta il principe a venire fuori dalle sue disavventura nei panni di Tom Canty.
Sicuramente questo è uno spettacolo che la compagnia ha pensato non solo per intrattenere ma anche per far riflettere, per fa capire quanto l’ambiente in cui si nasce e si vive sia importante per la crescita di un bambino ma anche nel pensare che è bello guardare le cose da una prospettiva diversa. Mettersi nei panni degli altri alcune volte, può aiutare a capire anche ciò che a prima vista ci potrebbe sembrare incomprensibile.