Questa produzione de La febbre del sabato sera, in scena al Teatro Nuovo di Milano, è la dimostrazione di come si possa realizzare un prodotto godibile senza pretese, con un budget contenuto, affidandosi ad un cast affiatato e a un libretto divertente e ben scritto.
Lo spettacolo si ispira e celebra il quarantesimo anniversario dell’omonimo film cult del 1977, con John Travolta e Karen Lynn Gorney, reinterpretandolo in chiave teatrale, con diverse aggiunte e qualche taglio.
Le due ore di show scorrono piacevoli, strappando diverse risate e costringendoci spesso a battere i piedi a tempo di disco music, ricordando anche qualche celebre ballata di quegli anni.
Andato in scena per la prima volta nel ’98 a Londra, il musical originale porta la firma di Nan Knighton (in collaborazione con Arlene Phillips, Paul Nicholas, and Robert Stigwood) e le musiche dei Bee Gees.
Questa produzione aggiunge un tocco di italianità, fortunatamente non traducendo i testi delle canzoni, ma costruendo delle gag – forse un po’ scontate a dire il vero, ma di grande effetto sul pubblico – centrate soprattutto sulla famiglia italoamericana di Tony Manero, facendo leva sugli stereotipi dei genitori del sud che tutti noi riconosciamo facilmente.
Le scene sono essenziali e si basano su un video-wall dove vengono proiettate le immagini degli ambienti e di New York, con l’aggiunta di qualche pezzo di mobilio e poco altro. Ma in fondo i veri protagonisti sono la musica, le coreografie ad effetto di Valeriano Longoni e i costumi sgargianti di Graziella Pera.
Giuseppe Verzicco, reduce da West Side Story, trova nel ruolo di Tony Manero delle corde decisamente più vicine alle sue, offrendoci un’interpretazione sentita ma allo stesso tempo virtuosa e divertente.
Brava anche Anna Foria nel ruolo di Stephanie, una ragazza un po’ snob capace di sfoggiare una voce soave e perfettamente modulata in tutti i momenti.
Stupendi i due intrattenitori della disco Odissey 2001: Giovanna Dangi che canta con voce “nera” degna delle grandi interpreti dell’epoca, senza dimenticare una presenza travolgente; e Gianluca Sticotti, un DJ donnaiolo che indossa tacchi, parrucca afro e pailettes con naturalezza: gli abbiamo perdonato tranquillamente un’intonazione non sempre perfetta.
Bravi anche tutti gli altri protagonisti e il coro, che ha saputo interpretare al meglio i gesti tipici della disco anni ’70.
Insomma, un cast coeso e capace, con alcune voci davvero interessanti, coreografie divertenti e tutta quella disco music che fa venir voglia di alzarsi dalla sedia e ballare. Da non perdere!
Il musical sarà in scena al Teatro Nuovo di Milano fino al 29 gennaio e successivamente a Varese, Bologna, Roma, Torino, Genova, Bergamo, Legnano, Montecatini e Brescia, fino al 30 aprile.
La recensione si riferisce alla recita del 14 dicembre 2016