Può una storia d’amore andare avanti indisturbata per 24 anni? “Certo!” direbbe Bernard Slade. Precisando: “Il segreto è incontrarsi solo quel giorno alla stessa ora. Ogni anno.”
“Alla stessa ora il prossimo anno” è infatti il titolo della commedia romantica scritta da Slade nel 1975 che la The Kitchen Company ha portato in scena al Politeama Genovese il 29 e 30 dicembre – prossime repliche dal 3 al 10 gennaio – con protagonisti Alberto Giusta e Alessia Giuliani. Il regista Massimo Chiesa li ha chiamati a impersonare George e Doris (già interpretati nel teatro italiano – tra gli altri – da Marco Columbro e Maria Amelia Monti nel 2001 per la regia di Patrick Rossi Gastaldi).
Uno spettacolo che al suo debutto a Broadway rimase in scena per quattro anni consecutivi portando gli spettatori a ridere fino alle lacrime. Ma facendoli anche riflettere. Anche su sé stessi e sui propri sentimenti.
L’ambientazione è semplice. La camera da letto di un motel. Quel motel. Quella camera da letto. Ogni anno in quel giorno. Apparentemente tutto uguale quindi. E forse apparentemente tutto molto facile. Del resto al di fuori di questa stanza la vita dei nostri – anche quella sessuale – procede serenamente e con ottimi risultati. I rispettivi coniugi sono all’oscuro di tutto come i loro tanti figli. Che male c’è quindi se una passione nata grazie alla complicità di una bistecca servita al ristorante si consuma regolarmente in un giorno solo? Che c’è di male se due amanti si ritrovano a scambiarsi e condividere in segreto – scoprendosi anche innamorati – aneddoti, racconti e fotografie delle loro rispettive famiglie?
Beh, niente di male si direbbe. Se non fosse per i sensi di colpa che fanno capolino. Nonostante tutto. E se non fosse che in ventiquattro anni molto cambia. Non si tratta infatti solo dell’entrata in scena dell’inserviente chiamata a ridisegnare nella penombra la stanza da letto alla conclusione di ogni incontro amoroso. E non si tratta solo di ciò che tra il 1951 e il 1975 accade negli Stati Uniti. Là fuori.
Gli intermezzi musicali tradiscono ogni volta le diverse mode del momento. Che cambiando si traducono – però – anche in un cambiamento dei due. Nei loro inevitabili cambi d’abito, certo. Ma anche nel loro modo di essere e di pensare. Fuori e dentro la stanza. E nello stesso approccio al loro consueto incontro. Ma questo incontro, da cui ormai non possono prescindere, va avanti – nonostante tutto – nella piacevolezza di sempre. Preservato dal fatto che vedersi un giorno solo all’anno significa – pensandoci bene – conoscersi solo da ventiquattro giorni.
George e Doris – insomma – hanno per il momento solo rotto il ghiaccio!