Sul sesso ormai abbiamo visto e sentito di tutto: dalla caduta del tabù socialmente imposto a Youporn il passo è stato breve e le nostre tastiere si sono riempite di sordidi inglesismi, così come di ricerche maldestre di un’anima gemella che tarpi le ali del nostro edonismo e combatta il mostro del nostro nichilismo.
Da quando il corpo della donna si è liberato del suo ruolo di apparato riproduttore, il sesso è diventato un fatto di piacere, estraniandosi dai bordelli e dai talami nunziali, e assumendo una dimensione più globale e globalizzata.
Così, nel terzo millennio dopo Cristo, gli uomini e le donne vivono una distrofia che, paradossalmente, tramuta spesso questa libertà in schiavitù, diventando ossessione e distorsione, fino al punto in cui il rapporto sessuale diventa pura merce di scambio.
Bruno Fornasari dipinge questo quadro a tinte fosche, ispirandosi al Girotondo di Arthur Schnitzler, usando il linguaggio apparentemente leggero della commedia esplicita e divertente, trattando il sesso con uno sguardo disincantato e strappando al pubblico diverse risate, che derivano da un repertorio umoristico forse un po’ scontato, ma comunque ricco di contenuti.
Le vicende sul palco sono sei, i protagonisti (interpretati tutti da Tommaso Amadio e Alice Redini) si incontrano e si susseguono in una serie di incroci amorosi che, ad ogni passaggio, coinvolgono uno dei protagonisti del quadro precedente, per chiudersi nel finale proprio come un “girotondo”.
Nel copione gli archetipi della trasgressione: la donna ricca e frustrata sedotta dallo pseudo-VIP televisivo che si prostituisce, gli ex fidanzati che ri-vivono un breve momento di passione, la professoressa con l’allievo adolescente, gli adolescenti che stanno imparando a conoscere la propria sessualità e si corteggiano un po’ baciandosi e un po’ graffiandosi come gatti in calore, il politico con la ragazza molto più giovane sedotta dalla cocaina e per finire la coppia sposata che chiude il cerchio in un sussulto di desiderio utilizzato per risorgere un matrimonio defunto.
Gli ingredienti vengono presentati sul palco come parti di una piccante ricetta, intervallati da piccole proiezioni, su una scena essenziale, dove compaiono solo pochi elementi d’arredo. Una ricetta universale che descrive il rapporto tra esseri umani e il sesso come merce di scambio, non solo di natura economica, ma come mezzo per ottenere soddisfazione personale, piaceri, vantaggi, attenzioni.
Risate sincere che lasciano però un leggero retrogusto spinoso.