Commedia di Molière
traduzione e adattamento Annarosa Pedol
regia Armando Pugliese
con (in ordine alfabetico) Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Nico Di Crescenzo, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta
aiuto regia Norma Martelli
scena Andrea Taddei
costumi Sandra Cardini
luci Gaetano La Mela
musiche Antonio Sinagra
coreografo Aurelio Gatti
assistente costumista Alice Rinaldi
spettacolo prodotto da Roberto Toni per ErreTiTeatro30
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La nobiltà è una questione di titolo? Può essere guadagnata in contante e spesa a proprio favore? Non si può certo chiederlo al protagonista narciso di questo dramma, ma è possibile forse dedurlo grazie ai convitati al suo trimalcionico convitto del saper cortese, di improbabile successo come destino vuole in quasi tutti i casi di emulazione senza contenuto di autentica portata.
L’opera, dalla sua prima rappresentazione seicentesca sino ad oggi, non perde la sua farsesca e pungente audacia e somma all’aspra critica del potere incolto e arrivista, anche la cronaca dei sentimenti e delle irrisolutezze tutte umane di coloro che ambiscono a superare il proprio sintomo di inferiorità senza però mai curarsi di riconoscersi rispetto.
“Senza il sapere la vita è quasi immagine di morte” asserisce un filosofo assoldato come un mercenario presso il ricco salotto così povero, alla fine, di una sostanza simile ai dettati di principio; è dunque necessario chiedersi ancora, per riscoprire la costante attualità del tema rappresentato, se la cultura è serva del tiranno o se le basta burlarsene per non esserne corrotta.
Il ritratto di uomo è sempre una trama viva della storia della società, dove è facile che le vittime, umiliate dalla propria condizione, si svincolino per farsi carnefici, in un gioco di forze interiormente titaniche eppure tanto tragicamente comiche.
Ines Arsì