di Luca Radaelli e Federico Bario
regia Luca Radaelli – con Luca Radaelli e Maurizio Aliffi alla chitarra
immagini a cura di Paola Nessi – progetto luci e tecnica Michele Napione e Marco Mantella
videoinstallazione Daniele Lorenzo Fumagalli
produzione Teatro Invito
si ringrazia Rossana Podestà
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Lo scopo dell’avventura è trovare l’uomo, così avrebbe detto Walter Bonatti.
Uno dei più grandi alpinisti di sempre, l’ultimo grande esploratore. Ci ha lasciato da poco e noi vogliamo ricordarlo raccontando la sua vita, ma soprattutto la filosofia di un personaggio unico e speciale, che ha cercato di superare i propri limiti, come non solo il campione ma ogni uomo dovrebbe fare.
In capo al mondo è uno spettacolo che regala il fascino dell’avventura e delle conquiste, le esplorazioni nella natura selvaggia, ma è soprattutto un omaggio alla montagna che noi, vissuti ai piedi del Resegone e della Grigna, non possiamo non amare.
La narrazione si accompagna alla musica dal vivo, proiezioni di immagini spettacolari ci immergono nelle imprese di Bonatti. Un attore e un musicista ci guidano nella più coraggiosa delle spedizioni: la realizzazione dei sogni di un uomo libero.
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NOTE DI REGIA
Lecco, la città dove sono nato, è una delle capitali mondiali dell’alpinismo. A Lecco tutti vanno in montagna, parlano di montagna. Io amo la montagna, ma ho scelto di occuparmi di teatro. Qual è il nesso?
Come diceva Carlo Mauri, un grande alpinista lecchese: “l’avventura, l’amore e l’arte sono le tre cose che ti fanno battere il cuore”.
L’incontro con Walter Bonatti è avvenuto, non a caso, in una sala teatrale in una serata a lui dedicata: incontravo un eroe del nostro tempo. Che cos’è un eroe? Chi conduce una vita esemplare e quale vita è più esemplare di quella di Bonatti? Ma dietro ogni vita ci sono mille contraddizioni, così ho voluto scavare per capire. Per trovare l’uomo, come avrebbe detto lui.
Racconterò l’epoca degli alpinisti pionieri, priva di grandi sponsor e di grandi mezzi tecnologici. Racconterò le grandi scalate del Dru, del Cervino, del Gasherbrun IV, i successi internazionali così come le sconfitte: la tragedia del Monte Bianco, e quella sfiorata del K2. Il passaggio dall’esplorazione in verticale a quella in orizzontale, nel vasto mondo. La celebrità, l’amore, la morte.