produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
di Carlo Goldoni
con Sandra Toffolatti, Valentina Picello, Sergio Leone, Marta Richeldi, Leonardo De Colle, Sara Lazzaro, Elisa Fedrizzi, Ruggero Franceschini, Fausto Cabra, Federica Fabiani, David Meden, Daniele Molino, Nicolò Parodi
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Claudio De Pace
trucco e acconciature Aldo Signoretti
regia Giorgio Sangati
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Giovedì 26 gennaio alle 20.30 la Stagione di Prosa 2016-2017 del Teatro Goldoni di Venezia prosegue con Le donne gelose di Carlo Goldoni, commedia “venezianissima”, come egli stesso la definì, per averla scritta interamente in dialetto. Questo allestimento a tinte “dark” per il teatro che fu di Strehler porta la firma di Giorgio Sangati, giovane regista impegnato negli ultimi anni in numerose produzioni dello Stabile del Veneto. Sulla scena, Sandra Toffolatti, Valentina Picello, Sergio Leone, Marta Richeldi, Leonardo De Colle, Sara Lazzaro, Elisa Fedrizzi, Ruggero Franceschini, Fausto Cabra, Federica Fabiani, David Meden, Daniele Molino e Nicolò Parodi si muovono in una Venezia notturna, invernale, sullo sfondo di un Carnevale vissuto più come disturbo che come occasione di festa, mettendo in scena una commedia di equivoci, intorno ai traffici di una vedova fiera della propria indipendenza e di due uomini irretiti dal miraggio della ricchezza facile. Le donne gelose, una produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, resterà in scena fino a domenica 29 gennaio per poi spostarsi al Teatro Verdi di Padova (1-5 febbraio), dove Giorgio Sangati riceverà il Premio Amici dello Spettacolo.
“Questa, Lettor carissimo, è una Commedia veneziana, venezianissima…”, scrive Goldoni nella prefazione di Le donne gelose, la sua prima commedia scritta interamente in dialetto, messa in scena nel 1752, che segna il passaggio dalla maschera all’attore. L’ambiente è il sestiere ristretto e meschino di una città che è di per sé un mondo separato dal mondo, eppure tutto sembra scritto per noi. La crisi morde, i negozi soffrono, i piccoli commercianti si fanno la guerra, le fortune si mettono in gioco e alla fortuna del gioco si affidano illusorie speranze, su tutto dominano il denaro e l’incubo di diventare poveri. Lo sfondo, poi, è il Carnevale, la voglia di festa continua. Insomma, l’Italia.
«È un mondo chiuso – spiega Sangati – claustrofobico, senza contatti con l’esterno, autoreferenziale, segnato prima ancora che dalla crisi economica da una deriva morale che trascina i protagonisti in un vortice di dipendenza patologica dal gioco, in un turbine di gelosie e invidie deliranti. I rapporti umani sono miseri, ipocriti; le relazioni corrose, ammuffite, perennemente condizionate da motivi economici; l’intimità è squallida, segnata da insulti e botte. Imperano il culto del denaro e una fiducia ossessiva nell’azzardo: solo la sorte infatti può alleviare l’angoscia di (ri)cadere nella miseria, ma si tratta di un sollievo temporaneo per un mondo dal destino ormai segnato. Nessuno lavora, ma le energie si sprecano, tutti si affannano, si inseguono, si consumano, senza trovare una via d’uscita, come in un labirinto in cui si gira a vuoto e si ritorna sempre al punto di partenza».
Goldoni alterna in un montaggio compulsivo interni ed esterni, alto e basso, privato e pubblico: si avverte nel testo una sconnessione, un disordine, l’entropia di una cultura che ha perso definitivamente la sua centralità. Al campiello come luogo di incontro, di scontro, ma anche di festa, si sostituisce il mestissimo Ridotto dove ognuno, protetto dall’anonimato della maschera, può spiare gli altri sperando di non essere riconosciuto. «È una Venezia anomala, scura, silenziosa – continua il regista – semideserta. Perfino il Carnevale rimane sullo sfondo, confinato fuori scena. La festa per eccellenza del rovesciamento, in cui si può fingere di essere ciò che non si è, non può coinvolgere un ceto che può rovesciarsi solo nel proprio vuoto di valori. L’unico piacere (sadico) per i protagonisti sembra derivare dalla contemplazione delle disgrazie altrui. È il trionfo di un individualismo suicida: non a caso questa generazione non ha figli, al limite allievi addestrati ad affrontare un mondo che non fa sconti».
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Calendario spettacoli
26 gennaio 2017 20:30
27 gennaio 2017 20:30
28 gennaio 2017 19:00
29 gennaio 2017 16:00
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Biglietti
Platea: interi € 29; ridotti € 26; giovani € 17; ridotti abbonati € 20;
1° ordine: interi € 25; ridotti € 22; giovani € 14; ridotti abbonati € 16;
2° ordine: interi € 24; ridotti € 21; giovani € 13; ridotti abbonati € 15;
3° ordine: interi € 18; ridotti € 15; giovani € 10; ridotti abbonati € 10;
4° ordine: interi € 12; ridotti € 10; giovani € 8; ridotti abbonati € 8;
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Info biglietteria
- lunedì > sabato 10.00/13.00 – 15.00/18.30
- In tutte le giornate di spettacolo 10.00/13.00 – 15.00/inizio spettacolo
- Domeniche con spettacolo 15.00/inizio spettacolo
- vendita online su www.teatrostabileveneto.it
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Info teatro
041.2402014