di William Shakespeare
traduzione di Agostino Lombardo
regia Franco Branciaroli
con Franco Branciaroli e Valentina Violo
e con (in ordine alfabetico) Tommaso Cardarelli Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso
scene Margherita Palli – costumi Gianluca Sbicca – luci Gigi Saccomandi
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Dal 10 al 22 gennaio al Teatro Argentina continua la perlustrazione nell’umano attingendo dall’universo shakespeariano con Macbeth, spettacolo diretto e interpretato da Franco Branciaroli, che porta in scena una delle tragedie più cupe e complesse dell’uomo, un viaggio nei meandri oscuri dell’animo dove allignano l’ambizione e la violenza.
Prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dal Teatro degli Incamminati, Macbeth viene condotto lungo nuovi sentieri di sangue e tenebre che affondano le radici in un malessere psichico e interiore. Infatti, la regia di Franco Branciaroli colloca la vicenda in uno spazio scenico che è proiezione dei sentieri più tetri e gelidi della mente umana: luci oniriche e spettrali, costumi barocchi, una scatola nera e quasi trascendente disegnata da Margherita Palli che giganteggia a centro palco con una serie di varchi e botole che si aprono verso labirinti infernali e ferini. A sovrastare le volontà umane c’è la Magia Nera, impersonata dal fascino cupo delle Streghe e di Lady Macbeth (Valentina Violo), che condurranno il generale verso ciò che di terribile è già in potenza dentro di sé, ma fatica ad esternarsi per inadeguatezza. I sottotitoli e le didascalie proiettati sul fondale determinano come un deus-ex-machina i luoghi in cui si dirigerà la vicenda, mentre le creature demoniache infettano la scena con roboanti e orrorifiche incursioni in lingua inglese. «Lo scopo di tutto questo – afferma Branciaroli – è trasformare la realtà in una sorta di continuazione del sogno. Se i nostri progetti devono fare i conti con gli imprevisti della realtà, la magia, il sortilegio servono a eliminare gli imprevisti – cioè a eliminare la realtà. Macbeth avanza nel sangue come dentro un sogno dal quale non ci si desta più. Uccidendo il re, simbolo del padre e del divino, Macbeth uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. In più, la sua vittoria è sterile perché non ha eredi, e questa sua rinuncia alla sua umanità servirà solo a passare il trono al figlio di un altro». Attraverso un viaggio negli abissi dell’animo umano corrotto dalla paura e dall’ansia di solitudine, Branciaroli ci restituisce un Macbeth prigioniero di visioni, insicuro e manipolato dalla potenza psichica delle Streghe, sanguinario non per crudeltà spicciola ma per il terrore della realtà. Parla di un mondo esterno in guerra, dove efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio, sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo interno della corte, una società patriarcale civilizzata regolata da leggi divine. «Macbeth sceglie di portare la violenza all’interno – conclude Branciaroli – e a questo si somma il fatto che anche la Lady, la sua parte femminile, si snatura e prende caratteristiche maschili: allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto” all’ambizione dalle streghe, che storicamente rappresentano la minaccia al mondo patriarcale, e indotto all’assassinio da sua moglie, che viola il suo ruolo sociale di donna agendo come agirebbe un uomo. Ma il dramma è ancora più complesso e tremendo: Macbeth è la tragedia del male dell’uomo. Un rovesciamento di valori significativamente testimoniato dal canto ambiguo e beffardo delle streghe: Il bello è brutto, e il brutto è bello». Macbeth è la tragedia del male dell’uomo, della violazione delle leggi morali e naturali. Intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male pulsa l’enigmatico cuore di questa tragedia.
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INFO TEATRO DI ROMA _ Ufficio promozione: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net
Biglietteria Teatro Argentina: tel.06.684.000.311/314 (ore 10-14/15-19 lunedì riposo)
Orari spettacolo: prima ore 21_ martedì e venerdì ore 21 _ mercoledì e sabato ore 19
giovedì e domenica ore 17_ lunedì riposo _ Durata spettacolo: 2 ore e 30 più intervallo