Musica Sergej Prokof’ev
Coreografia Kenneth MacMillan
Ripresa coreografica Julie Lincoln
Direttore Patrick Fournillier
Scene Mauro Carosi
Costumi Odette Nicoletti
Luci Marco Filibeck
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.
William Shakespeare
Amore, passione, bellezza. Questo e molto altro è Romeo e Giulietta, in scena al Teatro alla Scala in apertura della nuova stagione di balletto. Programmato più avanti in cartellone, il titolo di Prokof’ev sulla coreografia di Kennet MacMillan è stato scelto dal neo direttore del corpo di ballo Frédéric Olivieri in sostituzione della Coppélia di Bigonzetti dopo le sue dimissioni. Un “ripiego” che si è rivelato vincente, da ogni punto di vista.
Prima di tutto perché la coreografia di MacMillan rimane tra le grandi versioni di questo balletto, e perché il Corpo di Ballo scaligero la interpreta alla perfezione da sempre.
I cast, inoltre, sono di estrema eccellenza. Numerose, infatti, le stelle del balletto che si sono alternate sul palcoscenico, tra cui Alessandra Ferri (nel suo ritorno al Teatro alla Scala dopo 10 anni) ed Herman Cornejo in un’indimenticabile gala di capodanno.
La prima rappresentazione ha visto protagonisti Roberto Bolle e Misty Copeland, coppia che ha suscitato grandissimo scalpore a livello mediatico. D’altronde, lui è il ballerino italiano più famoso al mondo, mentre lei, artista di colore, è la prima danzatrice afroamericana étoile in 75 anni di storia dell’American Ballet Theatre. Ed è proprio con Romeo e Giulietta che Misty debutta al Piermarini: dopo lo show televisivo “La mia danza libera”, Bolle l’ha voluta al suo fianco come Giulietta. E la loro partnership è incantevole! Misty è più vigorosa che lirica: la sua danza è forte e piena, e dispiega alla perfezione tutte le sfumature di amore e morte che caratterizzano il personaggio. Quanta meraviglia nel passo a due del balcone! Al suo fianco, Bolle non si risparmia. Romeo è forse uno dei ruoli più congeniali all’étoile dei due mondi, amante passionale e perfetto in anima e corpo.
Meravigliosi anche Nicoletta Manni e Timofej Adrjashenko. A differenza di Bolle e Copeland, la loro interpretazione risulta più fresca e leggera, anche se non di minore intensità emotiva. Adrjashenko supera a pieni voti il suo debutto nel titolo di MacMillan: un Romeo dal volto d’angelo che incanta con il suo charme di giovine amante. Manni fa semplicemente sognare. La sua danza ha la consistenza di un respiro: è una Giulietta leggera, che vola libera tra le braccia del suo Romeo nei passi a due e che non trattiene la potenza delle sue emozioni nei momenti clou del dramma.
Il successo della performance non si misura solo dagli applausi e dal calore del pubblico, letteralmente in visibilio, ma anche dall’atmosfera che si respira al Piermarini, dove si sogna ad occhi aperti, vivendo la vicenda in un turbine di emozioni fatto di danza e musica.
In un titolo narrativo come questo, fondamentali anche i ruoli minori, interpretati da un Corpo di Ballo più in forma che mai. Note di merito per Mick Zeni e Massimo Garon nel ruolo di Tebaldo, per il solista mandolino di Chistian Fagetti e per i Mercuzio e Benvolio di Antonino Sutera, Marco Agostino, Walter Madau e Emanuele Cazzato.
La bacchetta di Patrick Fournillier conduce alla perfezione la melodia, enfatizzandone i battiti e i sussurri che rendono la partitura immortale.
Letizia Cantù