27 Gennaio, giorno della Memoria, con la emme maiuscola perché troppo spesso ci dimentichiamo da dove arriviamo, cosa è successo e cosa sta ancora succedendo in paesi e luoghi non troppo distanti da noi. Occorre ricordare per cercare che non accada più. Senza zittire la propria coscienza. Ci siamo ritrovati a Cumiana, cittadina ricca di storia antifascista, sempre pronta a far sentire la propria voce contro guerre e soprusi di ogni genere. Il teatro è la sala Carena, spazio che i cumianesi hanno creato utilizzando un grande salone della scuola media. Prima dell’inizio, il sindaco di Cumiana, bella espressione e fisico da alpino in piena attività, ha ringraziato i presenti ed ha ricordato perché eravamo lì. Poche parole, ma dense ed ha letto una poesia attribuita al pastore Martin Niemoller e di cui esiste anche una versione di Bertolt Brecht:
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Non ci poteva essere modo migliore per entrare in un momento emozionante da condividere con i tanti presenti della serata. Lo spettacolo ha un titolo che apparentemente poco ha a che fare con la shoà, ma che in realtà lo tratta da punti di vista nuovi e ci mostra un popolo, quello rom, che ha dovuto pagare un prezzo altissimo di vittime e che, come quello ebreo, era destinato allo sterminio. La storia è quella di Branko Hrabal, rom proveniente dall’Ungheria, che ha appena assolto un compito, riparare ad un torto subito dal nonno Nap apó, capo indiscusso del Kék Cirkusz, un circo formato da artisti zingari che girava di città in città. È liberamente tratto dal romanzo di Milena Magnani e l’unico attore in scena Andrea Lupo, ha anche lavorato sul testo insieme all’autrice, per una lettura drammatizzata, che ha accompagnato in tutta Italia la presentazione del romanzo stesso. Era il 2008. Ed è stata una bella esperienza, seguire questo uomo in fuga che racconta, con il suo accento marcatamente ungherese, ciò che la sua coscienza l’ha spinto a fare ciò che ha fatto. Lui uomo pacifico che scopre di essere rom già da adulto, con una vita normale e facendo un lavoro normale, sente l’orgoglio di appartenere ad un popolo e sente il dovere di vendicare un grosso torto subito. E accettare le conseguenze, che saranno nefaste. In mezzo ci sono gli sguardi dei bambini, la magia del circo, la deportazione ed il massacro di tutti i componenti del Kék Cirkusz, eccetto uno. Il padre del protagonista. Grande interpretazione di Andrea Lupo, solo in scena con sei lampade messe a semicerchio, a ricreare la pista circense ed una scatola. Una delle dieci che contenevano il circo, e per questo capovolto. Ottima la narrazione registica, con continui flash-back creava una tensione drammaturgica ed emotiva davvero alta, che l’attore faceva salire e scendere anche grazie ad un uso attento della voce e ad una grande presenza scenica. Il cambio luci sottolineava in modo perfetto i vari passaggi temporali. Il pubblico, attentissimo e presente, ha espresso la propria soddisfazione con una grande stand-ovation, da spellarsi le dita e l’attore appariva quasi stupito di cotanto entusiasmo.
Andrea Lupo “Attore, regista e autore, si diploma al corso europeo superiore di prosa nel 1995 presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”. Riceve diversi riconoscimenti e premi fra i quali la segnalazione come “miglior attore emergente” al premio Ubu 2000 per lo spettacolo Kvetch. Dal 2006, con altri giovani artisti, dà vita alla compagnia Teatro delle Temperie di cui è direttore artistico e per la quale cura i progetti culturali, organizza e conduce corsi e laboratori di teatro, è regista, attore e autore. Dal 2013 si avventura nella scrittura di libri illustrati per l’infanzia pubblicando una collana di quattro testi ai quali sono ispirati altrettanti spettacoli di teatro ragazzi.”
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IL CIRCO CAPOVOLTO
di e con Andrea Lupo
diretto da Andrea Paolucci
disegno luci e suoni Andrea Bondi
una produzione Teatro delle Temperie
in collaborazione con Teatro dell’Argine
con il sostegno della Provincia di Bologna e della Regione Emilia Romagna