Norvegia, 22 luglio 2011. Una data che è ormai persa nel dimenticatoio delle fin troppe stragi che popolano la cronaca. Lo spettacolo UTOYA, testo di Edoardo erba, regia di Serena Sinigaglia, in scena al Teatro Cantiere Florida, sabato 20 e domenica 21 gennaio ore 21, vede in scena Arianna Scommegna e Mattia Fabris che riportano in vita un massacro, così lontano, ma così europeo. Ci fanno rivivere l’orrore di quel giorno, in cui un folle, dichiarato lucido di mente, ha dato sfogo alla sua fede malsana, facendo esplodere un’autobomba al palazzo del governo norvegese di Oslo. Il vero obiettivo sono i 69 ragazzi uccisi a sangue freddo, con la chiara volontà di colpire il cuore del partito laburista. Utoya è l’isola, sede storica dove si riuniscono i socialisti di tutto il mondo nei loro campeggi estivi, distante solo 600 metri dalla costa norvegese. La regista, Serena Sinigaglia, porta in scena quel dramma che colpì una silente e tranquilla Norvegia, aiutandoci a riviverlo attraverso il punto di vista dei norvegesi stessi. Un po’ come i giornalisti e la polizia locale che non si rendono conto che il mostro ce l’hanno in casa, gridando al terrorismo islamico quando invece si tratta do una strage politica, compiuta da un simpatizzante di estrema destra, armato e organizzato. La domanda è: come ha fatto? Come è riuscito in tutto questo? Forse in quella pacifica e isolata terra, ricreata con una scenografia semplice ma di grande effetto, da cui si intravede, tra le ombre, la foresta norvegese, possiamo trovare la risposta. Una strage politica che ha annientato un’intera generazione di ragazzi, colpiti da un loro compatriota, Anders Behring Breivik che si consegna, placido, alla polizia e tutto ritorna silente e ipocrita, come se questo non fosse un problema europeo, come se questo non fosse odio europeo. “Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya, in Norvegia, nel 2011 è stata un’impresa impegnativa – scrive l’autore del testo, Edoardo Erba – Il Teatro non è il luogo della documentazione e dell’informazione in primis, è la sede di una riflessione. E la riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: non è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma contemporaneamente la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e tuttavia lo è. Non è un caso di occultamento dell’informazione, però lo è. Quando ero un ragazzo – prosegue Erba – e aprivo il giornale avevo una griglia, forse un po’ rozza ma funzionale, per classificare quel che succedeva. Pareva che in tutto il mondo alcune semplici categorie bastassero per inquadrare un avvenimento, e dessero la possibilità alle persone di trovare un modo per reagire. Ma dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto. Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci da tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia.
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INFO:
TEATRO CANTIERE FLORIDA
VIA PISANA 111/ROSSO 50143 FIRENZE
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INFO E BIGLIETTERIA da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18 tel 0557135357/ 0557130644 prenotazioni@cantiereflorida.it
Biglietti interi 15 euro, Ridotto 12 euro, Studenti 9 euro