Lunedì 24 Febbraio, Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
I. Fedele | Lexicon III
W.A.Mozart | Concerto n.22, per pianoforte e orchestra
F.J.Haydn | Sinfonia n.101, “L’orologio“
***
direttore | Benjamin Bayl
pianoforte | Chloe Mun
Orchestra Haydn
——
Un programma un po’ retrò con un’impennata iniziale di contemporanea.
Il Lexikon III di Ivan Fedele chiude un ciclo di composizioni sinfoniche per solo orchestra e campionatore di ispirazione calviniana sui temi quali leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e consistenza.
Concetti, come spiegato dallo stesso compositore nella nota introduttiva, fondamentali per la sopravvivenza della letteratura nel terzo millennio e quindi, di rimando, anche della musica contemporanea.
Il brano, di fresca prima mondiale a Bolzano, piace e merita un secondo ascolto per meglio apprezzare i temi sfocati e poi disvelati.
Il repertorio classico-viennese del concerto, invece, non necessita di presentazioni né di recensioni.
Se il concerto di Mozart gioca più sui sentimenti con tonalità dolorose e di lamento, la sinfonia di Haydn preferisce dialogare attraverso il ritmo, da cui l’originale soprannome della composizione.
L’orchestra in questo repertorio si trova a memoria, dimostrando, soprattutto grande capacità di adattamento da un brano di contemporanea a due di repertorio.
Piace vedere come gli orchestrali non lo considerino un mero esercizio di stile ma ancora provino piacere nel suonare qualcosa di così conosciuto.
La direzione di Benjamin Bayl è stata puntuale anche se qualche volta sopra le righe.
Se l’esecuzione appariva comunque pulita e dalle idee chiare, l’eccessivo gesticolare distoglieva un poco l’attenzione dal vero protagonista del concerto, la musica.
Ottima esecuzione della pianista Chloe Mun, premio Busoni del 2015, che ha dimostrato tutta la sua maturità artistica in un concerto per pianoforte non virtuosistico, ma dalle non facili sfumature intermedie.
Buona affluenza di pubblico, ben disposto e partecipante, sia per applausi che per convinti apprezzamenti. Dispiace che per un così buon concerto, con un repertorio così popular, in cui anche il brano di contemporanea era adatto a tutti, non si abbia avuto una maggiore risposta del pubblico milanese.
Come bis, l’ouverture dalle Nozze di Figaro di Mozart.
Una esecuzione molto briosa, più da encore che da intenzione operistica.