Lunedì 6 Febbraio, Teatro alla Scala
R. Strauss | Don Juan
F. Liszt | Concerto n.2, per pianoforte e orchestra
R. Strauss | Ein Heldenleben
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direttore | Fabio Luisi
pianoforte | Alessandro Taverna
Orchestra Filarmonica della Scala
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Un comune errore dei giovani musicisti agli esami di Storia della Musica è di aggiungere Richard Strauss, compositore e direttore d’orchestra tedesco, all’albero genealogico degli Strauss viennesi.
Un cognome non fa parentela e infatti fra di essi non c’è nessun legame.
Se i secondi sono i protagonisti del consueto concerto di Capodanno a Vienna e salvo poche eccezioni, entrano raramente nei cartelloni teatrali, il primo vi entra con più regolarità anche se in Italia ancora non ha trovato lo spazio necessario.
Non è forse un caso se Fabio Luisi nella sua marcia di avvicinamento alla direzione musicale del Maggio Fiorentino (dal 2018) abbia deciso di accompagnarsi ad un autore che tanto ha eseguito negli anni europei e che più volte ha riproposto in Italia, iniziando prima alla Scala, con la Filarmonica, e poi passando all’esordio sul palco fiorentino a fine mese (con la Alpensinfonie).
Ad inizio serata Don Juan, Don Giovanni. Una cavalcata nel mondo del seduttore spagnolo.
L’orchestra segue molto bene le intenzioni di Luisi che con molta maestria sottolinea la struttura episodica del poema senza però perdere quella continuità necessaria e richiesta dal compositore.
Un po’ imprecisi alcuni ingressi nel tutti orchestrale, ma un’ottima resa complessiva.
A fine serata Ein Heldenleben, Vita d’eroe, eseguita con forza, sicurezza di idee e precisione di disegno.
Trascinante il terzo episodio sugli amori del protagonista. Non solo per l’effetto fuoripalco della fanfara, ma anche per il ruolo del violino solista (l’ottima spalla Francesco de Angelis) caratterizzazione della compagna dell’eroe e del loro rapporto.
Inframezzato fra i due poemi sinfonici il Concerto n. 2 per pianoforte di Liszt con Alessandro Taverna come solista.
Come nei precedenti appuntamenti, il pianoforte diventa protagonista del palco.
Merito anche della scrittura poco orchestrale di Liszt, il pianista si lancia in un susseguirsi di virtuosismi raffinati, mai eccessivi.
Una esecuzione molto d’effetto e di grande sostanza.
Ripetuti e lunghi applausi al termine dell’esecuzione, a cui il pianista ha risposto proponendo la Parafrasi da concerto sul Rigoletto di Verdi, sempre di Liszt.
Un bel tributo al celebre quartetto del terzo atto.
Un concerto molto atteso e soprattutto molto apprezzato dal pubblico meneghino che ha omaggiato il direttore con lunghi applausi.
Nota a margine la bella iniziativa della prova aperta, nella serata di domenica, a favore dell’associazione La Lanterna, secondo appuntamento del ciclo 2017, il cui ricavato andrà a finanziare un progetto di prevenzione dell’abbandono scolastico.
Prossimo appuntamento il 6 Marzo con Riccardo Chailly e Maurizio Pollini, con l’esecuzione del Concerto n.5 per pianoforte e la Sinfonia n.7 di L.v.Beethoven.