LE VIOLE DELLA SCALA: Danilo Rossi, Simonide Braconi, Emanuele Rossi, Giuseppe Nastasi, Luciano Sangalli, Giorgio Baiocco, Maddalena Calderoni, Francesco Lattuada, Carlo Barato, Joel Imperial, Giuseppe Russo Rossi, Matteo Amadasi, Olga González Cárdaba, Thomas Cavuoto, Eugenio Silvestri
e Giuseppe Ettorre, contrabbasso
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Johann Sebastian Bach
dalla Cantata BWV 18
Sinfonia
(trascr. di Francesco Lattuada)
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Attilio Ariosti
Sonata n. 1
per viola d’amore e basso continuo
Simonide Braconi, solista
(trascr. di Francesco Lattuada)
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Johannes Brahms
dalla Sonata n. 1 op. 120
Danilo Rossi, solista
(trascr. di Francesco Lattuada)
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Giuseppe Verdi
da Traviata
Brindisi
(trascr. di Francesco Fiore)
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Giuseppe Serra
Preghiera per la notte di Natale
per ensemble di viole
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Stefano Nanni
Rio Mondego
Bolero cubano
versione per viola solista ed ensemble di viole
Danilo Rossi, solista
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Simonide Braconi
Back to the viola
(commissione Viole della Scala)
prima esecuzione assoluta
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Gioachino Rossini
da Il barbiere di Siviglia
Sinfonia
(trascr. di Carlo Barato)
con la partecipazione di STEFANO BENNI
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LE VIOLE DELLA SCALA
La sezione delle Viole del Teatro alla Scala è guidata da Danilo Rossi e Simonide Braconi, docenti e solisti di fama internazionale, eredi di figure leggendarie come Alessandro Rolla – ottocentesco “capo d’orchestra” scaligero definito il creatore del suono della viola – e Armando Burattin, storica prima viola del secondo dopoguerra.
L’attuale compagine è composta da alcuni dei migliori violisti delle ultime generazioni, vincitori di numerosi concorsi internazionali, che hanno ricoperto il ruolo di prima viola in numerose istituzioni orchestrali – San Carlo di Napoli, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Teatro Regio di Torino, Pomeriggi Musicali, Orchestra Toscanini di Parma, Teatro la Fenice di Venezia, Teatro Lirico di Cagliari, Arena di Verona, Orchestra Stradivari, Accademia Bizantina, Giardino Armonico, Solisti Veneti, West Eastern Divan Orchestra – tanto da poter essere definita una “fila di prime viole”.
Il debutto concertistico delle Viole della Scala come formazione autonoma è avvenuto nel gennaio 2017, con un concerto presso il MO.CA. di Brescia organizzato dall’associazione Officina Musicale del liutaio Filippo Fasser, accolto da un grande entusiasmo di pubblico e critica.
Tra i prossimi impegni è previsto un concerto a Sirmione nell’ambito del Garda Lake International Music Master, su invito di Luca Ranieri, prima viola dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.
Nel concerto di domenica 26 febbraio le Viole della Scala saranno affiancate da Giuseppe Ettorre, primo contrabbasso solista dell’Orchestra della Scala e della Filarmonica della Scala.
Il ciclo ‘Concerti per i bambini’, che fa parte del progetto Grandi Spettacoli per Piccoli, prevede per domenica 26 febbraio un concerto delle Viole della Scala insieme a Giuseppe Ettorre, primo contrabbasso dell’Orchestra del Teatro, con un programma composito che include anche la prima esecuzione assoluta di Back to the viola di Simonide Braconi (commissione Viole della Scala). Il compito di introdurre al pubblico le musiche in programma sarà affidato allo scrittore e sceneggiatore Stefano Benni.
Il programma ‘Concerti per i bambini’ prevede per questa stagione altri tre appuntamenti.
Domenica 2 aprile, in compagnia di Gioele Dix, saliranno sul palco del Piermarini i giovanissimi cantori del Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala guidati da Bruno Casoni.
Domenica 8 ottobre i Virtuosi del Teatro alla Scala eseguiranno tre Concerti di Antonio Vivaldi. Ad accompagnare nell’ascolto i giovani spettatori sarà l’attore Michele Nani.
Un programma sul legame tra Musica e Natura è quello impaginato dai Cameristi della Scala per domenica 29 ottobre, con la prima parte nuovamente dedicata a Vivaldi. Si eseguiranno i concerti “Il cardellino”, “La notte” e “La tempesta di mare”. Nella seconda parte una novità assoluta dedicata a tutti gli amanti dei felini: la fiaba musicale Gattomachia del compositore e pianista trentaduenne Orazio Sciortino, su un testo di Alberto Mattioli tratto dal classico del 1634 di Lope de Vega che narra la guerra del gatto Marramachiz per conquistare la gatta Zapachilda. La voce recitante è di Roberto Recchia.
I ‘Concerti per i bambini’ sono realizzati con il sostegno di Intesa Sanpaolo e di Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
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BIGLIETTI:
Se hai meno di 18 anni, esibendo il tuo documento di identità, entri al prezzo simbolico di 1 euro.
Adulti di età superiore ai 18 anni potranno entrare in Teatro in qualità di accompagnatori e il relativo biglietto potrà essere acquistato in associazione con il biglietto del minore al costo di 15 euro per un posto di platea, da 10 a 15 euro per un posto in palco, e da 5 a 10 euro per un posto di galleria.
Non verranno rilasciati più di due biglietti a 1 euro per ogni adulto accompagnatore.
Informazioni: tel. 02 72 00 37 44
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ALL’OMBRA DELLA VIOLA
“La viola è complicata di per sé, meglio non ingaggiare con lei un incontro di lotta libera”. Così William Primrose, uno dei più grandi violisti del Novecento, riassumeva le difficoltà del suo strumento. Mentre per il violino e il violoncello i liutai trovarono presto le proporzioni ideali, per la viola la questione rimane aperta: per avere un timbro più chiaro, lo strumento dovrebbe essere più lungo e pesante, ma in questo modo diventerebbe molto scomodo. Forse il difficile equilibrio tra suono e agilità rese i compositori esitanti nei confronti dello strumento, con la conseguenza che ancora oggi il repertorio per ensemble di viole consiste prevalentemente di trascrizioni e arrangiamenti.
Nel corso della storia, hanno saputo esaltare la voce velata della viola soprattutto quei compositori che sapevano suonarla, come Johann Sebastian Bach. Intorno al 1715 il musicista era alla ricerca di una tinta sonora morbida e scura per la sua Cantata BWV 18, basata sulla parabola del seminatore, e la trovò nella combinazione di quattro viole e basso continuo. Nella Sinfonia le viole al registro acuto tracciano i percorsi capricciosi che seguono i fiocchi di neve trascinati dal vento, mentre una figura ostinata, suonata all’unisono nelle prime battute e poi assegnata al grave, sembra voler evocare la perseveranza dei semi che, sotto terra, assorbono l’umidità per maturare e dare frutto.
In quei primi anni del Settecento, nelle corti europee era cresciuta la fama di Attilio Ariosti, operista e virtuoso della viola d’amore. Questo tipo particolare di viola, ammirata nel Settecento per la sua soavità, possiede due serie di corde: una che viene suonata con l’archetto, come avviene per tutti gli strumenti ad arco, e un’altra, posizionata al di sotto della tastiera e del ponticello, che vibra per simpatia. Ariosti fu uno dei musicisti che contribuirono maggiormente alla diffusione della viola d’amore, scrivendo sonate e appunti didattici.
Il pianoforte era invece lo strumento che Johannes Brahms suonava e a cui dedicò le sue migliori composizioni giovanili; al crepuscolo della carriera però, furono le sonorità opache della voce di contralto, della viola e del clarinetto a conquistarlo. Tra i suoi ultimi lavori c’è la Sonata per clarinetto n. 1 op. 120, che egli stesso si premurò di arrangiare per viola. Dei suoi quattro movimenti, l’Andante poco Adagio è quello più lirico: qui il solista sussurra il suo canto sereno avvolto da una struggente atmosfera notturna.
La calma e il raccoglimento contraddistinguono anche la Preghiera per la notte di Natale di Giuseppe Serra. Diviso tra i suoi impegni come violista alla Scala e fondatore di una società di concerti, tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso Serra si dedicò con passione alla composizione sviluppando uno stile musicale personale, lontano dalle avanguardie e nutrito dall’immediatezza dell’ispirazione melodica. Nella sua breve Preghiera gli archi creano un intreccio limpido per evocare con commossa staticità il miracolo del Natale.
Nonostante il titolo classico, la Sonata per viola e pianoforte di Stefano Nanni, dedicata al violista Danilo Rossi, è un altro esempio della tendenza dell’artista a combinare suggestioni musicali da tutto il mondo, con un’attenzione speciale verso il jazz e la musica popolare. Il movimento in tempo di bolero, infatti, fonde il tipico andamento morbido e claudicante della danza cubana alle note nostalgiche del fado per evocare lo scorrere placido del fiume Mondego nei pressi della città portoghese di Coimbra.
I due movimenti di Back to the viola, creazione di Simonide Braconi nata da una commissione delle Viole della Scala, esplorano le possibilità timbriche dello strumento, dalle sonorità ombrose a quelle più intense. Il Lento, poco andante è contraddistinto dall’uso della sordina, che a tratti ricrea il clima sonoro della musica francese di inizi Novecento. Nell’Allegro con brio, invece, l’aspetto principale è quello ritmico, che esalta il carattere selvaggio del movimento.
Liana Püschel