Non ti pago! È assolutamente convinto della sua posizione Ferdinando Quagliolo protagonista dell’omonima commedia di Eduardo, Non ti pago scritta nel 1940 e ultima regia di Luca De Filippo che ha debuttato con successo al Teatro Argentina di Roma fra gli applausi di un teatro gremito (in scena fino al 5 marzo). Ma sono tanti i motivi che inducono a rivedere l’arcinota commedia di Eduardo inclusa nella Cantata dei giorni pari.
È piacevolissimo sempre riapprezzare il testo, divertente, comico, ora amaro, a tratti poco indulgente, ma poi riabilitativo nei confronti del protagonista. L’ultima regia di Luca De Filippo, scomparso il 27 novembre del 2015 poi è tradizionale, ma incisiva che riesce a insinuarsi con successo e con cautela nelle tele della classicità, ma senza stravolgerla o forzarla.
È una regia molto efficace e misurata che gioca perfettamente con gli attori in scena e che offre il proprio spazio a ciascuno di loro senza lasciarli strafare. Merito anche dell validissima compagnia di Luca De Filippo che riesce a rimanere quanto più estranea possibile al rischio (che resta una minaccia dietro l’angolo) di scivolare verso la macchietta che potrebbe far scadere in farsa una commedia che cela non pochi risvolti di amarezza. Intrise di napoletanità fino all’osso, ma calibratissime invece le performance di Nicola Di Pinto (Aglietiello, uomo di fatica di casa Quagliolo), Massimo De Matteo (Mario Bertolini), Gianni Cannavacciuolo (padre Raffaele), Giovanni Allocca (avvocato Strummillo)
Lode ai personaggi principali dalla bravissima Carolina Rosi nel ruolo della moglie, misurata, ma decisa a Gianfelice Imparato che si è ritrovato a raccogliere il ruolo di Ferdinando Quagliolo interpretato da Luca De Filippo (ma anche da Eduardo), ma con grande successo e attenzione, molto apprezzato dal pubblico.
Nevrotico, nervoso, superstizioso, irascibile e autoritario, invidioso, il Ferdinando di Imparato è fatto di maestria e di piccoli gesti, quasi impercettibili, di incrinature nella voce, che restituiscono le mille sfaccettature del personaggio restituendogli l’umanità e la forza che lo contraddistinguono anche nelle sue pretese assurde.
Prima dell’apertura del sipario, l’allestimento suggerisce poi il tema del lotto con i numeri della cabala che si affastellano intorno alla scena: da subito si capisce che ci troviamo di fronte a un’atmosfera a metà strada fra la realtà e la fantasia con lo squarcio delle nuvole fra realtà e fantasia, sogno e aldilà catapultando subito lo spettatore nel mood della commedia.
E poi c’è tutta l’umanità della storia, i numeri giocati e destinati realmente a Ferdinando chiuso nelle sue posizioni quasi ottuse che non riesce ad essere avallato né dalla giustizia divina né dalla giustizia umana, ma infine depositario della verità. È pur vero che forse, dietro alla malcelata invidia verso Bertolini potrebbe esserci forse la volontà di rivalsa di padre nei confronti di un aspirante genero (fortunatissimo al gioco al contrario di lui) che ha tradito la sua fiducia senza chiedergli il permesso di corteggiare la sua unica figlia. Sottile e inquieta, Non ti pago è una delle più celebri commedie di Eduardo, testamento artistico di Luca De Filippo che in scena all’Argentina viene inserita nel percorso di stagione Affari di famiglia: uno degli spettacoli di stagione da non lasciarsi assolutamente scappare.
In scena fino al 5 marzo a Roma, poi ancora in tournée fino al 9 aprile toccando Gaeta, Castellammare, Vignola, Bologna, Milano, Pavia, Varese, Parma. Info su www.teatrodiroma.net, 06.684.000.346.