Dopo Puccini e la Butterfly, La Fura dels Baus incontra Verdi con Il trovatore diretto da Àlex Ollé che debutta il 28 febbraio sul palco del Teatro dell’Opera di Roma.
Un nuovo allestimento in prima italiana molto atteso non solo perché Il trovatore manca dal Costanzi da ben 16 anni, non solo perché conclude la trilogia popolare di Verdi dopo il Rigoletto di Leo Muscato (già ripreso a dicembre) e la sfarzosa Traviata di Valentino-Coppola (che torna ad ottobre), ma anche perché segna il ritorno a Roma di Ollé, uno dei direttore artistici del collettivo della Fura, dopo il successo alle Terme di Caracalla con la l’audace rilattura in chiave yankee della Butterfly (del 2014 e poi ripresa nel 2016).
“Torno a Roma dopo il successo della Butterfly. Ma non è facile mettere in scena Il trovatore – esordisce Ollé – Il libretto è assurdo e complicato come messo anche in evidenza dalla critica quindi la domanda è stata: come metterlo in scena? Abbiamo cercato la risposta nell’insensatezza della guerra. Solo la guerra, e soprattutto tra fratelli, consente di cogliere ogni passione smisurata. Cerchiamo nella guerra un’ispirazione per questo incubo che è il Trovatore. Abbiamo scelto la Prima Guerra Mondiale non troppo lontana né troppo vicina da noi che offre un’atmosfera fantasmagorica molto interessante. Pensiamo Prima Guerra Mondiale a una guerra lunga, di trincea. Le idee di abiti e scenografie partono da una situazione ossessiva: una guerra in cui gli stessi contendenti sono riusciti a dimenticare il motivo del loro odio”.
Il nuovo allestimento, visionario e onirico, realizzato in coproduzione con De Nationale Opera di Amsterdam e l’Opéra National di Parigi, si avvale della collaborazione del gruppo della Fura, con le scene firmate da Alfons Flores, l’espressionismo delle luci di Urs Schönebaum, e i costumi di Lluc Castells. Sul podio, torna il giovane Jader Bignamini già al per Aida e La Traviata.
“È la prima vita che dirigo Il trovatore, per me si tratta di un debutto e ho cercato di eseguirlo quasi senza tagli. Per Il trovatore ho cercato suoni diversi: suoni più scuri da parte dell’Orchestra considerando anche che l’opera di svolge quasi sempre in notturna, ma c’è anche il rosso il fuoco e la passione sottolineato dai fortissimi delle voci, del Coro e dell’Orchestra. E visto che i personaggi dell’opera sono giovani ho cercato soprattutto l’energia nella mia visione musicale del Trovatore, anzi voglio ringraziare il cast e l’Orchestra del Teatro che è una vera orchestra d’opera in grado di accompagnare ma non coprire le voci dei cantanti”.
Per la più drammatica e fosca delle opere della trilogia popolare di Verdi, Ollé non ha cercato tanto l’aderenza alla realtà quanto il recupero dello spirito del melodramma attraverso le forti emozioni con l’intento di stupire il pubblico nonostante gran parte delle arie dell’opera siano celeberrime.
“Nel Trovatore nulla accade sulla scena ma tutto viene raccontato. Abbiamo cercato una scenografia che offrisse ritmo ma nn abbiamo voluto fare nulla si realistico ma quasi simbolico – ricorda Ollé che si è avvalso della collaborazione alla regia di Valentina Carrasco che debutterà alle Terme di Caracalla con un nuovo allestimento della Carmen – La scena si compone di 24 scatole che si compongono e che formano le scene offrendo maggiore spazio e libertà ai cantanti. Non abbiamo cercato nulla di decorato o illustrativo lasciando spazio all’immaginazione del pubblico”.
“Abbiamo avuto diverse cancellazioni per il cast, ma dalle difficoltà possono nascere delle opportunità ed è ciò che abbiamo fatto – spiega il direttore artistico Alessio Vlad ricordando il forfait per ragioni di salute di Marcelo Alvarez – Non si può parlare di primo e secondo cast, ma di due cast in scena fra novità, conferme e sorprese”.
Stefano Secco, che di recente ha debuttato a Londra al Covent Garden nel Trovatore, torna a Roma nel ruolo di Manrico e si alterna con Diego Cavazzin (3-5-8 marzo), torna Tatiana Serjan (Leonora) presente all’Opera nel percorso verdiano e si alterna con Vittoria Yeo (3-5-8 marzo), Ekaterina Semenchuk si alterna con Silvia Beltrami (3-5-8 marzo) come Azucena mentre Simone Piazzola e Rodolfo Giugliani (3-5-8 marzo) interpreteranno il conte di Luna). Presenti in tutte le recite, Carlo Cigni nel ruolo di Ferrando e direttamente dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Reut Ventorero nel ruolo di Ines e Aleandro Mariani che interpreta Ruiz.
“Andiamo verso il sold out, abbiamo esaurito tutte le recite tanto che è stata prevista una replica straordinaria del 3 marzo per un totale di 10 recite – ricorda il Sovrintendente Carlo Fuortes – Abbiamo già registrato un incremento dell’8% di spettatori, anche rispetto allo scorso anno quando già avevano aumentato il pubblico, segno che il teatro sta attraversando un buon momento è che il pubblico sta rispondendo molto bene”.
Restano confermati gli appuntamenti di avvicinamento all’Opera con la Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti (domenica 26 febbraio ore 11), al Teatro Nazionale, prezzo del biglietto, 8 euro) e con Registi all’opera che (lunedì 27 febbraio ore 21) al Costanzi) con Àlex Ollé de La Fura dels Baus) che incontra il pubblico (5 euro il prezzo del biglietto). Dopo la “prima” di martedì 28 febbraio (ore 20) che sarà trasmessa in differita su Radio Rai3, Il trovatore sarà replicato giovedì 2 (ore 20), venerdì 3 (ore 20), sabato 4 (ore 18), domenica 5 (ore 16.30), martedì 7 (ore 20); mercoledì 8 (ore 20) e venerdì 10 (ore 20), l’anteprima giovani (under 26) si terrà domenica 26 febbraio (ore 16.30). Per informazioni: operaroma.it.