Incontro Gianluca Guidi nel camerino del teatro “La Contrada” di Trieste dove sta recitando nello spettacolo “Serial Killer per signora” di cui è coprotagonista assieme a Giampiero Ingrassia. Un’altra prova straordinaria per l’attore di Young Pope che del musical di Douglas J. Cohen è stato, oltre che traduttore ed adattatore, anche regista. Inizio parlando dello spettacolo “Gigi” che lo vedeva protagonista con lo splendido ed impareggiabile Ernesto Calindri nel lontano 1996, elargisco la mia ammirazione per la sua bravura e professionalità ed inizio con le domande:
Come vivi il personaggio che stai interpretando in Serial Killer per signora? Una commedia musicale e divertente che ha anche un risvolto noir, come vivi il ruolo del cattivo?
La vivo come colui che entra in scena e deve fare secondo il copione, io non sono per quegli impulsi, per quei guru che ti insegnano a vivere interiormente, mi sembrano cavolate. Un attore entra in scena e vive quello per quello che è.
Tu fai ancora provini? Oppure i registi ti chiamano direttamente conoscendo il tuo talento?
In teatro è più o meno così, mi chiamano direttamente per un ruolo. In cinema no, ho fatto tantissimi provini. Per Young Pope di Sorrentino, ad esempio, ho fatto sei provini, poi finalmente mi ha preso.
Ancora oggi devi dimostrare quanto tu sia bravo?
Credo che faccia parte del mestiere che facciamo, non credo ci sia nulla di strano. Se qualcuno reputa necessario che sia così è giusto assecondarlo.
Dopo aver interpretato tanti personaggi ci sono ancora registi che hanno bisogno di farti un provino per capire se sei adatto o meno ad un ruolo?
Sai con i tempi che corrono così veloci, così astratti, così pieni di tanta roba non è detto che uno ti abbia seguito e non è detto che quello che abbia visto lo possa convincere a farti fare un altro ruolo di una diversità totale. Persino Brando fece un provino per il “Padrino”, allora se lo ha fatto lui credo di poterlo fare anche io.
Quindi Gianluca Guidi non si sente arrivato?
La parola “arrivato” è una parola che non contemplo, per me non ha molto senso.
Viviamo in un tempo in cui sembra che la professionalità non sia più importante ma che sia essenziale solo l’uscita televisiva e dilaga tristemente la notorietà senza talento. Come avverti questa modernità effimera?
Io sono uno che non guarda molto gli orti altrui o che siano migliori o che siano peggiori del mio. Guardo il mio e se è necessario che la melanzana venga coltivata la coltivo. Io ho il mio orto. Ognuno coltiva il proprio.
Che rapporto hai con il pubblico? Lo senti quando reciti, avverti la partecipazione quando sei sulla scena?
Qualsiasi attore che sia in palcoscenico lo sente, magari ha percezioni diverse perché ognuno ha le sue. Porta poi a se stesso ciò che sente, ci sarà un codice proprio che non necessariamente è uguale per tutti. Certamente per fare questo mestiere c’è bisogno di una certa sensibilità, ognuno ha la propria e fa tesoro di quella.
Com’è il pubblico triestino?
Trieste è una città molto teatrale, lo dimostra il numero pro capite di teatri che avete. E’ il più alto d’Italia credo. Si evince dalla tradizione di operette, di musica classica, di balletti, di opere, di teatro. Ha una cultura che ha assorbito nel tempo.
Può ancora vivere il teatro in Italia, nonostante sembra non ci siano fondi?
I tempi non sono dei migliori perché il teatro oggi (come diceva Proietti) è privato. Privato di tutto. Questo è un grande peccato perché priva l’Italia di una parte importante della sua natura.
Dopo tanti anni di esperienza è ancora bello vedere il pubblico che aspetta fuori dai camerini o diventa routine?
Routine no perché è un modo per ringraziarti per quello che hanno visto, se hanno apprezzato si fermano fuori e aspettano. Fa parte del mestiere che noi facciamo.
Ti capita di andare in giro ed essere riconosciuto, essere fermato e ricevere complimenti o è diventato tutto normale?
Io sono un fautore del normale. Sì, mi riconoscono, sanno ovviamente chi sono, anche per la mia famiglia ma un po’ di normalità farebbe bene un po’ a tutti. Chi ancora pensa di fare cose che sono al di fuori del normale oggi credo si sbagli. Però io non sono il portatore sano della verità.
Prossimi progetti teatrali?
“Serial killer per signora” è iniziato da poco e fino a dicembre lo porteremo in giro per tutta l’Italia.
Allora ancora molte repliche nei panni dello spietato killer assieme ad una fantastica compagnia teatrale che si completa oltre che di Giampiero Ingrassia anche delle bravissime Alice Mistroni e Teresa Federico. In bocca al lupo, quindi, per questa serata e per le prossime a venire.