Due grandi regine, uno scontro teso e drammatico tutto al femminile per una delle più belle opere del belcanto italiano: Maria Stuarda ed Elisabetta I le assolute protagoniste di Maria Stuarda, il melodramma di Gaetano Donizetti che debutta al Teatro dell’Opera di Roma mercoledì 22 marzo (ore 20) in diretta radiofonica su Rai Radio 3 (in scena fino al 4 aprile per un totale di sei repliche) e arriva dopo lo straordinario successo del Trovatore di Verdi.
Opera raramente rappresentata, in parte a causa del testo audace e duro con libretto di Giuseppe Bardari, tratto da Schiller, in parte per la difficoltà vocale dei ruoli, la Stuarda in scena al Costanzi è un nuovo allestimento del Teatro San Carlo di Napoli e che vanta una lunga storia.
“È un piacere tornare a Roma dopo due anni e soprattutto per un titolo coraggioso perché con la Stuarda è necessario prima pensare al cast e poi all’allestimento. Abbiamo lavorato per rendere vivace e fresca la Stuarda, una magnifica partitura che segna l’inizio e la conferma della vena drammatica di Donizetti – spiega il Maestro Paolo Arrivabeni – Propone scontri drammatici ed è di grande difficoltà canora e anche la parte del tenore è molto complessa. Anche nella scrittura, pur mantenendo la nota del belcanto, già guarda avanti e con le cabalette anticipa anche Verdi. Si alternano momenti drammatici e di intimità”.
La regia dell’allestimento è affidata ad Andrea De Rosa, eclettico regista che si divide fra il cinema, la prosa e l’opera e che rivendica l’assoluta necessità dell’osmosi fra il teatro e l’opera per riuscire a cogliere la complessità di ciascun lavoro artistico.
“Il teatro e l’opera dovrebbero vivere molto più in simbiosi. Ma purtroppo non è così. Avere la possibilità di lavorare sia nel campo della prosa sia nel campo della lirica rappresenta per me il naturale esito di un percorso comune della mia ricerca di regista di cui questa Stuarda è stata una delle tappe fondamentali – ricorda il regista – Esistono molte differenze anche da un punto di vista drammaturgico fra Schiller a Bardari”.
Questo allestimento in effetti arriva da lontano e nasce come spettacolo di prosa, poi “adattato” all’opera di Donizetti cogliendo l’opportunità inventata da Schiller dell’incontro (che storicamente non è mai avvenuto) fra la protestante Elisabetta I e la cugina, la regina cattolica Maria Stuarda che condannerà a morte per difendere la stabilità del suo regno.
“Questo lavoro nasce nel 2007, dieci anni fa per il Teatro Stabile di Napoli come spettacolo di prosa di Schiller con Anna Bonaiuto e Frédérique Loliée poi in tournée con successo e arrivato anche a Roma, al Teatro Argentina – dice De Rosa spiegando la genesi della sua Stuarda – Successivamente nel 2010 il Teatro San Carlo mi propose di lavorare alla Maria Stuarda di Donizetti. Quando lo spettacolo è nato abbiamo pensato di creare una prigione per le due protagoniste, metaforica per Elisabetta divisa fra le ragioni di stato e le ragioni private, e reale per Maria. Entrambe vivono in simbiosi senza essersi mai incontrate e rappresentano l’una il fantasma dell’altra. Noi più che sullo scontro abbiamo lavorato proprio sull’idea del doppio, sull’incontro che una rappresenta per l’altra. In Donizetti c’è l’approfondimento delle due regine e la bellezza e la profondità della sua musica sta proprio nella sua apparente superficialità”.
Due le stelle della lirica, soprani protagonisti assoluti che si contenderanno la scena: Marina Rebeka interpreterà il ruolo di Maria Stuarda mentre Carmela Remigio darà voce ad Elisabetta.
A loro, nell’ultima recita del 4 aprile, si alterneranno però Roberta Mantegna ed Erika Beretti rispettivamente nel ruolo di Maria e di Elisabetta: le due giovani artiste di Fabbrica – Young Artist Program il progetto del Teatro dell’Opera per i nuovi talenti avranno così la possibilità di potersi esibire nel cartellone della stagione ufficiale del Costanzi.
Il resto del cast vede la presenza di Paolo Fanale nel ruolo di Roberto, Carlo Cigni nel ruolo di Talbot, Alessandro Luongo che interpreterà Lord Guglielmo Cecil, Valentina Varriale nel ruolo di Anna Kennedy.
L’allestimento al Costanzi, con i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari, vede la scenografia di Sergio Tramonti opportunamente riadattata anche in base al palco e alla presenza del Coro, immobile, collocato su gradoni a tre livelli. Realizzata nei laboratori del Teatro dell’Opera in Via dei Cerchi, presenta una scatola scenica rosso sangue è che rappresenta Westminster, territorio di Elisabetta, al centro di palco: divisa un due da un taglio orizzontale, rivela nella parte superiore le sagome della foresta di Fotheringhay, luogo di esilio di Maria.
Dopo la prima del 22 marzo, la Stuarda sarà replicata anche venerdì 24 (ore 20), domenica 26 (ore 16.30), martedì 28 (ore 20), sabato 1 aprile (ore 18), martedì 4 aprile. Info: www.operaroma.it