Peace, love, freedom, happiness: questo il leitmotiv che alla fine degli anni ‘60 invadeva le strade delle principali città americane gridato a gran voce dai cosiddetti “hippies”, o figli dei fiori. Giovani di diversa etnia, religione, orientamento sessuale e classe sociale si identificarono in un unico movimento pacifico per contrastare la repressione della libertà individuale, la guerra in Vietnam e in generale la società conservatrice vigente.
Da questo quadro storico e culturale nasce l’omonimo musical “Hair” del 1968, vera e propria pietra miliare del genere. Scritto a quattro mani da James Rado e Gerome Ragni con le musiche di Galt MacDermot, il fenomeno artistico esplode a Broadway per conquistare di lì a poco i palcoscenici di tutto il mondo fino ad arrivare ai giorni nostri con più generazioni di fan.
La nuova produzione italiana del musical diretto da Matteo Gastaldo è di M.A.S. Music Arts and Show/All Entertainment e vede esibirsi sul palco oltre 30 performer che cantano accompagnati da una band: tutto rigorosamente dal vivo. Anche grazie al film del 1979, la maggior parte delle canzoni sono diventate hit planetarie dalle sonorità pop/rock come “Donna”, “Acquarius”, “Hair” o “Let the sun shine in”, che chiude il musical fra ovazioni.
La magica atmosfera di quegli anni rivive grazie a sapienti giochi di luce e costumi dai colori sgargianti e le vicende dei membri del gruppo pacifista conquistano a colpi di capelli lunghi e coreografie d’insieme molto efficaci la credibilità di un tempo ormai lontano, narrando la ribellione e gli ideali di vitale importanza per i giovani di allora, costretti a combattere guerre in cui non credevano e addirittura a morire per esse.