Dove nasce la violenza? Come si ferma la violenza? Il mondo cesserà mai di essere violento? Che cos’è la violenza? Un fardello non solo per Ifigenia e gli Atridi. Ancora oggi gli uomini non trovano altro modo per combattere la violenza se non usandola a loro volta, sempre in nome di un padre da vendicare.
Dopo aver affrontato, nella stagione scorsa, le ossessioni di Treplev e Nina nel Gabbiano, Carmelo Rifici sceglie un affondo nel mito come seconda produzione che nasce dalla collaborazione fra il Piccolo (del quale dirige la Scuola di Teatro) e il LAC di Lugano (in cui Rifici è direttore artistico della sezione teatro).
Ifigenia è solo l’inizio dell’indagine che Rifici propone allo spettatore, chiamando Eraclito, Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, René Girard, Antico e Nuovo Testamento a fornire storie e riflessioni sulla vera protagonista del lavoro: la violenza dell’uomo come realtà inestirpabile e mistero senza fine. Con questo lavoro, prosegue la fertile e felice collaborazione tra Rifici e Angela Demattè, drammaturga di grande profondità, con la quale il regista ha realizzato gli spettacoli Avevo un bel pallone rosso, indagine sulla figura di Margherita Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse, L’officina e Chi resta, sull’elaborazione del lutto per i parenti di vittime di mafia e stragi. «Una sala prove, attori e pubblico insieme – spiega Carmelo Rifici –. Un regista e un drammaturgo provano ancora a indagare il Mito degli Atridi, il sacrificio di Ifigenia. Schiacciata dal volere paterno, contagiata dalla follia del popolo, Ifigenia sembra non poter uscire da un destino senza speranza in cui solo il sangue di un innocente può placare la violenza della folla. Non solo gli Atridi, ma tutto l’occidente ne porteranno il fardello. Le parole di Atena che chiudono l’Orestea, il suo delegare agli uomini la responsabilità attraverso leggi condivise, non hanno ancora portato a una soluzione. Eppure c’è una parola che potrebbe fermare l’ingranaggio infernale, una parola capace di smascherare l’inganno, ma è troppo scomoda da pronunciare, troppo pericolosa per l’antico desiderio dell’uomo di sopraffare, di desiderare continuamente la roba dell’altro».
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi 1 – M2 Lanza), dal 27 aprile al 7 maggio 2017
Ifigenia, liberata
ispirato ai testi di Eraclito, Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, Antico e Nuovo Testamento, Friedrich Nietzsche, René Girard, Giuseppe Fornari
progetto e drammaturgia Angela Demattè e Carmelo Rifici
regia Carmelo Rifici
con (in ordine alfabetico) Caterina Carpio (Corifea/Ominide),
Giovanni Crippa (Calcante/Vecchio/Platone), Zeno Gabaglio (musicista),
Vincenzo Giordano (Menelao),Tindaro Granata (regista), Mariangela Granelli (drammaturga),
Igor Horvat (Odisseo), Francesca Porrini (Corifea/Ominide), Edoardo Ribatto (Agamennone), Giorgia Senesi (Clitennestra), Anahì Traversi (Ifigenia)
scene Margherita Palli, costumi Margherita Baldoni
maschere Roberto Mestroni, musiche Zeno Gabaglio
disegno luci Jean-Luc Chanonat, progetto visivo Dimitrios Statiris
in video Maximilian Montorfano, Jacopo Montorfano e Agnese Chiodi
produzione LuganoInScena
in coproduzione con LAC Lugano Arte e Cultura, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
e Azimut, in collaborazione con Spoleto Festival dei 2Mondi, Theater Chur
con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura
Orari: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì, 20.30; domenica, 16. Lunedì riposo.
Durata: 150 minuti più intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 – www.piccoloteatro.org
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