Mettere in scena “Alice nel paese delle meraviglie” non è impresa facile. Il capolavoro di metà Ottocento di Lewis Carroll è un romanzo complesso, zeppo di allusioni, giochi di parole, personaggi, oltre che di uno spessore di significati che ne fa una delle opere più rappresentate al mondo. La scelta fatta dall’associazione culturale Nomen Omen (attiva a Roma ormai da dieci anni) è stata sicuramente indovinata. Lo spettacolo, visibile al Teatro Vascello (in via Giacinto Carini 78) fino a domenica 30 aprile, procede su una partitura da commedia musicale, con una drammaturgia tutta incentrata sui temi più immaginifici e divertenti, e una ricchezza di apparizioni (dallo Stregatto ai gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, da Giglio Tigrato alla Regina di Cuori) che rendono la performance movimentata e molto piacevole.
Notevole è il lavoro dei cinque attori (Veronica Baleani, Sara Andreoli, Alessandra Maccotta, Marco Zordan e Danilo Zuliani, quest’ultimo anche regista e autore dell’adattamento), impegnati in più ruoli, tutti svolti con intensità e precisione. Lo spettacolo si avvale di una scenografia essenziale ma evocativa, di una pluralità espressiva che pesca con esiti felici nel teatro delle ombre e in quello di figura (da segnalare sicuramente è la bellezza di maschere e costumi realizzati da Anthony Rosa e Ilaria Sartini), di musiche e canzoni (di Michele Piersanti) e di incursioni nella clownerie. Una messinscena, dunque, adatta a tutte le età, che il numeroso pubblico ha mostrato ampiamente di apprezzare.