Dopo il debutto nazionale avvenuto ad ottobre a Milano “OLD TIMES – Vecchi Tempi”, del Premio Nobel Harold Pinter, andrà in scena al Teatro dei Conciatori di Roma dal 2 al 14 maggio.
Una coppia sposata da vent’anni riceve la visita di una vecchia amica della moglie. Nella conversazione si insinuano i ricordi, e gli interrogativi si fanno sempre più pressanti. Chi dice la verità? Chi mente e a chi? Forse è tutto un sogno? Oppure è un inganno della memoria?
Come spesso accade in Pinter, il protagonista della pièce è il passato: inconsistente, contraddittorio e di conseguenza inconoscibile. “Vecchi tempi” drammatizza il problema dell’impossibilità di conoscere il passato mettendo in scena un triangolo di personaggi/avversari che si danno battaglia su ciò che è realmente accaduto.
Nella loro fattoria adibita a residenza di campagna Deeley e Kate, quarantenni benestanti, parlano di Anna e attraverso la loro conversazione in un certo senso la evocano. Anna è la donna con cui Kate ha conosciuto l’effervescente Londra degli anni cinquanta. Anna è stata probabilmente l’unica amica di Kate e un tempo forse ne ha posseduto il cuore.
Per il marito Deeley, spinto prima dalla curiosità e poi da un dichiarato timore, questa donna rappresenta una minaccia al proprio lineare rapporto matrimoniale. Fra Deeley e Anna dunque la lotta è inevitabile. Inizialmente Deeley, canticchiando vecchi motivi, cerca la sua complicità, ma poi sempre più livido di fronte alle due donne sprofondate nella rievocazione del passato, Deeley sputa in faccia ad Anna un disgusto che non trova altra origine se non nella paura. Chi alla fine soccomba, Pinter non lo dice.
“In realtà, come spesso accade in Pinter, non sapremo nemmeno se Anna sia davvero ospite in casa di Deeley e Kate, o non sia piuttosto una proiezione delle fantasie della coppia, o se addirittura Anna e Kate non rappresentino in realtà due facce diverse di una stessa donna. Perché come dice Pinter il passato è ciò che tu ricordi, che immagini di ricordare, che ti convinci di ricordare, oppure fingi di ricordare.
É una storia semplice, dove in realtà non succede nulla. Ma si tratta di Harold Pinter, il maestro del non-detto, del silenzio, della pausa. Lʼambivalenza di ogni possibile interpretazione della definizione, la violenza in potenza, la minaccia degli intrusi, lʼarte della guerra portata avanti tramite le parole,
il bisogno mai sopito di esercitare il proprio potere su qualcuno, lʼinteresse per gli eventi passati: tutto questo è maestosamente incastonato allʼinterno di una strana e distorta civiltà che induce a porsi delle domande senza aver mai la possibilità di trovare delle risposte.
Le domande sono lʼaspetto che più mi interessa della pièce. Fin dal principio ci troviamo davanti a una situazione che esige la partecipazione dello spettatore. Pinter non ci lascia mai “al di fuori” dallʼopera: ci assilla e ci costringe a farci delle domande tramite i suoi personaggi, che riflettono le questioni non risolte nella nostra vita.
Ovviamente, da regista, a un certo punto bisogna fare delle scelte e ciò diventa particolarmente difficile sapendo che la moltitudine delle ambiguità di significato è quello che Pinter voleva ottenere. Tale è stato e rimarrà il mio obiettivo nel percorso registico”.
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Dalle note di regia di Michael Rodgers
Michael Rodgers è nato in Scozia e si è trasferito a Los Angeles nel 1989 iniziando da giovanissimo la sua carriera di attore, studiando e formandosi nella scuola di Larry Moss. Ha calcato i palcoscenici di Londra e New York oltre a essere un attore cinematografico.
Ha avuto il privilegio di collaborare con artisti di fama mondiale tra cui Jack Lemmon, Mathew Broderick, Angelina Jolie, Mel Gibson, Heath Ledger, Minnie Driver, Rufus Sewell, Sir Nigel Hawthorne, Alan Rickman, Jason Isaacs, Timothy Hutton, David Caruso, Jimmy Smits, Luke Perry, Debra Messing, Alec Baldwin, Peter Fonda, Willem Dafoe, Greg Kinnear, Kristen Bell, Sara Paulson, Giancarlo Giannini e i registi Roland Emmerich, Paul Schrader, Michael Christofer, Bryan Singer, Dean Devline e molti altri ancora.
Dopo vent’anni da attore si dedica all’insegnamento e alla regia. Ricordiamo almeno i suoi ultimi lavori: La bestia sulla luna di Richard Kalinoski (Teatro Franco Parenti, 2012), Speaking in tongues (Teatro Libero, 2014).
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TEATRO DEI CONCIATORI – Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 – info@teatrodeiconciatori.it – http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00 + tessera obbligatoria di 2 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00
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Old times
di Harold Pinter traduzione di Alessandra Serra regia Michael Rodgers
con Christine Reinhold, Lisa Vampa, Marco S. Bellocchio
creative consultant Robert Castle
scenografia Mauro Radaelli
costumi VerdeLilla e Maurizio Baldassari
assistente alla regia Gianpiero Pitinzano
light design Claudio De Pace
Scene Ferrante Aporti
Illustratore Roberto Ronchi
Grafica Veronica Woolf
Musica originale ‘Lui e Lei’ di Piero Umiliani
produzione Teatro Primo Studio – Film Beyond