Musica e poesia sono state la cornice ideale del nuovo appuntamento della stagione del Piccolo Teatro del Baraccano in collaborazione con il Teatro Duse.
Una scena scarna, delle vecchie valigie qua e là, un manichino e una scrivania con una lampada accesa: questa l’ambientazione di “Parlando d’amore. Quello che resta”, un progetto artistico di Chiara Noschese, personalità importante del musical italiano.
È difficile inserire in un genere specifico questo spettacolo, è più semplice considerarlo un grande “contenitore” di parole, musiche e canzoni evocate attraverso la voce di due performer come Francesca Taverni e Antonello Angiolillo accompagnati al piano dall’eccelsa Maria Galantino e guidati con sapiente maestria dalla narrazione di Saverio Marconi.
Fil rouge di questo strano viaggio il sentimento più antico di tutti i tempi, il motore dell’universo (come disse qualcuno): l’amore. Amore inteso in senso lato, amore celebrato in tutte le sue forme e in tutte le specificità.
Tutti i più grandi poeti hanno scritto d’amore, ed è forse nel far sì che le loro parole rivivano nell’oggi, nel qui e ora che solo il teatro può far avverare, la volontà di Chiara Noschese di mettere insieme poesia, canto e musica miscelandole in modo da coinvolgere lo spettatore in un vortice di emozioni create da Ungaretti, Mina, Leopardi, Pasolini, Quasimodo, Tenco, Montale, Endrigo, Montale, Battiato e tanti altri. Come dice la Noschese stessa “l’eredità che ci hanno lasciato è un bene che va celebrato e ricordato, qualcosa che ci ispiri e ci aiuti a diventare o a creare, magari un giorno, quello che resterà”.