Al Teatro Baretti va in scena Baal, il primo testo brechtiano, ancora intriso di quella verve espressionista che portò una ventata post romantica nel panorama culturale tedesco di inizio ‘900. In scena strumenti musicali suonati dal vivo dall’abilissimo sacerdote sonoro Elia Moretti, che si muove sul palco con una presenza ed un’abilità elevatissimi fra percussioni, xilofoni, tastiere e l’uso dell’archetto sui piatti alla ricerca di suoni lividi e taglienti, contesti sonori ritmici e melodie stralunate fra l’inquietante e l’umbratile. Un ammasso di corpi nudi sotto una luce rossa sudata, lampade sul palco ed illuminazioni stentoree, deboli, a volte del tutto assenti. Il Baal di Isgrò si staglia perfettamente instabile sulla falsa riga di un fluxus inverdito da un dadaismo animale, volgare, strabordante, in una drammaturgia (di Margherita Ortolani , anche in scena) molto attuale che mescola il siciliano, l’inglese, l’italiano e sonorità onomatopeiche, all’interno di un quadro registico preciso e vissuto in maniera viscerale dagli attori, ottimi istrioni e caratteristi sul palco. Baal è un artista, un musicista e un paroliere che vuole vivere fino in fondo la natura del piacere, del bere e della fisicità, con una sessualità smodata ed un’irriverenza fuori da ogni regola etica e borghese. Si scontra quindi con la società, una donna si uccide per lui, tradisce il suo miglior amico e infine trasfigura nel paradiso dionisiaco della propria natura smodata. In questo la regia segue i dettami espressionisti, luci livide, scene totalmente al buio, gli attori in panni di personaggi grotteschi interagiscono con Baal: erotismo, sessualità, volgarità, canti e partiture fisiche precisissime finiscono però alla lunga con il far perdere di vista la linea testuale e l’evoluzione di una trama, pur presentata. Uno spettacolo che presenta una grande struttura tecnica, un’ottima ideazione e realizzazione sonora e visiva, una presenza e forza scenica degli attori notevole (anche se alcuni fra essi ancora presentano problemi di dizione), ma che risulta in alcuni istanti dinamicamente statico, anestetizzando il pubblico con l’eccesso di segni ed azioni, e forse troppo lungo: sicuramente un’ottima prova interpretativa, un’interessante operazione drammaturgica, ma eccessivamente condita di elementi, trovate, gags e partiture che ne allontanano lo spettatore.
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Visto giovedì 25 maggio 2017
Teatro Baretti – Torino
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BAAL
di Bertolt Brecht
drammaturgia Margherita Ortolani
con Enrico Ballardini, Francesca Frigoli, Elia Moretti, Dario Muratore, Margherita Ortolani
ideazione, regia e scene Giuseppe Isgrò
aiuto regia Francesca Marianna Consonni
assistente alla regia Paola Virgilio
musica dal vivo e suono Elia Moretti
assistente ai costumi Francesca Frigoli
Franco Parenti Milano
in coproduzione con Phoebe Zeitgest – progetto Cantieri Bavaresi e Goethe Institut Mailand
in collaborazione con Compagnia Odemà e AltoFest Napoli