Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Trombone Giuliano Rizzotto
Direttore Jader Bignamini
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Dopo una lunga tournée in Nord America, Jader Bignamini torna a nella sua “casa naturale” – laVerdi – per dirigere l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un affresco musicale a “stelle e strisce” (e non solo), originale quanto inusuale, di sicuro impatto emotivo nelle sue differenti caratteristiche. La locandina scelta dalla “bacchetta” lombarda è tesa infatti a sottolineare le peculiarità tipiche del cosmo musicale d’Oltreoceano, in un mix di proposte che fa di questo nuovo incontro de laVerdi con il repertorio del Novecento un mosaico completo e sorprendente. Appuntamento dunque giovedì 8 (ore 20.30), venerdì 9 (ore 20.00) e domenica 11 giugno (ore 16.00), all’Auditorium di Milano. In apertura: Leonard Bernstein – del quale l’anno prossimo ricorrerà il centenario della nascita – con l’Ouverture di Candide, operetta comica scritta nel 1954, basata sulla omonima novella di Voltaire, che debuttò a Broadway come musical due anni dopo, riscuotendo grandissimo successo. Si prosegue con i ritmi caraibici dell’Ouverture cubana di George Gershwin, per chiudere con il superclassico del compositore di Brooklyn Un americano a Parigi.
Non è tutto. Ci sarà spazio infatti per The Return of Kit Bones, concerto per trombone e orchestra scritto nel 2001 da Fredrik Högberg – vero e proprio “instant classic” che a Bernstein deve molto – accreditando il compositore svedese al grande pubblico, affidato al talento di Giuliano Rizzotto, prima parte de laVerdi.
Lasciamo la parola a Jader Bignamini, che ci introduce all’ascolto di Bernstein e Gershwin:
“Candide, operetta scritta da Bernstein con la dichiarata intenzione di volersi cimentare in questo genere musicale, ebbe immediatamente un grande successo, al punto che l’Ouverture – breve e scintillante – è entrata rapidamente nel repertorio delle più grandi orchestre del mondo. Dal canto suo, Gershwin è autore emblema del matrimonio tra jazz e musica classica. In questo scenario, l’Ouverture cubana apre una parentesi nel solco della tradizione del compositore newyorkese: si tratta infatti di un brano meno noto, caratterizzato dai ritmi caraibici con grande utilizzo delle percussioni peculiari di quella zona del mondo (guiro, maracas, bongo) e gli ottoni messi a dura, prova che spadroneggiano insistentemente, come vuole tradizione, riempiendo l’ambiente di grande emozione.
“Di Un americano a Parigi si è detto tutto e anche di più: classico tra i classici, sorta di quadro multicolore che descrive atmosfera e luci di questa grande capitale europea, visti con gli occhi di una americano. Per quanto mi riguarda, da amante dello swing, posso tranquillamente <confessare> che la mia musica nei momenti di relax è quella di Frank Sinatra. Amo i ritmi sincopati del jazz e non vedo l’ora di cimentarmi sul podio in questo genere, incomparabilmente vivace e accattivante, dove l’energia si respira a sorsi nell’atmosfera. Come direttore, è per me il primo programma in assoluto di musica americana, che mi piace particolarmente eseguire con laVerdi, l’orchestra di casa!”.
Ed ora la parola a Giuliano Rizzotto, che ci accompagna all’ascolto di Högberg:
“Il Concerto n.1 per trombone e orchestra The Return of Kit Bones è per me una lunga storia fatta di date e coincidenze. Tutto ha inizio nel 2008, dopo l’ascolto di uno dei numerosi cd del grande Christian Lindberg dal titolo Rediscovering Concerto for Tommy Dorsey. Ne fui immediatamente catturato: lo stile, la scelta dei brani inseriti, l’esecuzione…tutto era perfetto secondo i miei gusti musicali.
“Lo stesso anno ebbi la fortuna di essere inserito come solista all’interno della stagione sinfonica de laVerdi e, guarda caso, scelsi di eseguire proprio il brano di Nathaniel Shilkret dedicato a Tommy Dorsey. Ma non bastava: il cd includeva anche The Return of Kit Bones…
“Il mio percorso di studi mi ha portato ad eseguire numerose prime assolute per il mio strumento, di cui parecchie nello stile <Theater Music>. Nel lontano 1992, a Parigi, prima dell’esecuzione della celeberrima <Sequenza V>, il Maestro Luciano Berio mi disse: <Dimenticati di essere un trombonista…ora sei un attore!>. Questa frase segnò per sempre il mio cammino. Grazie a compositori come Berio, Globokar, Kagel, Sandstrom, Alsina e Rabe, capii che le singole note sul pentagramma non mi bastavano: dovevo recitare!
“Con l’ascolto del concerto di Högberg mi promisi che almeno una volta nella vita avrei dovuto eseguirlo: sarebbe infatti stato per me il concerto perfetto, perchè includeva la recitazione, il canto, la direzione d’orchestra e – ovviamente – anche l’esecuzione solistica.
“L’occasione arriva lo scorso anno, quando il direttore artistico de laVerdi, Ruben Jais, accoglie con piacere la proposta di un concerto per trombone e orchestra per la stagione sinfonica successiva, cioè quella in corso. Qual era la proposta? La sfida con Kit Bones, naturalmente. Ed eccoci qua. Ora non mi resta che augurarvi un buon ascolto e – perché no? – una buona visione!”.
(Biglietti: euro 36,00/16,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 14.30/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org).
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Programma
La caleidoscopica realtà culturale americana del Novecento diede vita ad un variopinto cosmo musicale. Candide Ouverture di Leonard Bernstein, dall’operetta sulla omonima novella di Voltaire, è un pastiche di danze che ricreano il caotico e vitale scenario urbano della Broadway degli anni ‘50. Lo stile eclettico di Bernstein è poi approdato anche in Europa, a partire dall’Inghilterra e dai Paesi nordici.
Il Kit Bones, Concerto per trombone e orchestra dello svedese Fredrik Högberg, è un esempio di questa influenza postmoderna in cui il buffo e l’ironico, arricchito pure da brevi sezioni recitate tratte dalla ballad americana The Story of Kit Bones, si accompagnano ad un esplicito richiamo alle melodie dei musical di Broadway, con anche curiosi echi in stile spaghetti western, il tutto con un solista davvero inedito e divertente qual è il trombone.
In chiusura, il celeberrimo George Gershwin nel suo classico abito urbano un po’ jazz, ma questa volta con qualche souvenir dall’estero: nella Ouverture cubana, composta dopo una vacanza a Cuba che il compositore fece nel 1932, Gershwin introduce interi gruppi di percussioni caraibiche come claves e maracas tipiche della rumba, mentre Un americano a Parigi è ispirato al suo viaggio nella capitale francese per incontrare Ravel, città che lo ammaliò al punto da voler inserire i clacson dei taxi parigini dell’epoca nell’orchestra.
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Biografie
Jader Bignamini, direttore. Scelto nel 1998 da Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, inizia il suo percorso all’interno dell’Istituzione che lo vedrà passare dalle file dell’orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Assistente e dal 2012 Direttore Associato. Nato a Crema, dopo gli studi al Conservatorio di Piacenza inizia giovanissimo a collaborare, anche come solista, con diverse orchestre e avvia contemporaneamente l’attività di direttore con gruppi da camera, orchestre sinfoniche e di enti lirici. Nell’autunno 2012 partecipa per il secondo anno consecutivo al Festival MiTo con la Messe Solennelle di Berlioz. Prosegue inoltre la sua intensa collaborazione con laVerdi dove dirige, oltre a quello inaugurale, svariati concerti con programmi lirici e sinfonici (Brahms, Cajkovskij, Glinka, Musorgskij, Prokofiev, Ravel, Respighi, Rimsky-Korsakov, Paganini, Piazzolla, Stravinskij, Vivaldi), sia a Milano che nella tournée in Russia (Cajkovskij Hall a Mosca e Glinka Philarmonic Hall a San Pietroburgo), collaborando con solisti quali Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher e Lylia Zilberstein. Seguono i debutti sinfonici in Giappone alla Biwako Hall di Otsu, in Brasile al Teatro Municipal di Sao Paulo, a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e a Firenze col Maggio Musicale. Inaugura poi il XXXIX Festival della Valle d’Itria con Crispino e la Comare, la XX Stagione Sinfonica de laVerdi con un programma verdiano e il Festival Verdi 2013 a Parma con Simon Boccanegra, a seguito del quale gli viene offerto dal Teatro Regio un invito triennale per il Festival.
Tra gli impegni recenti, oltre ai numerosi appuntamenti sinfonici con laVerdi, tra i quali il verdiano Requiem, ricordiamo i Carmina Burana con la Filarmonica del Comunale di Bologna, La bohème al Municipal di Sao Paulo e al Teatro la Fenice di Venezia, L’elisir d’amore ad Ancona, Tosca al Comunale di Bologna, La forza del destino al Festival Verdi di Parma e La bohème al Filarmonico di Verona.
Il 2015 lo ha visto protagonista di felici debutti come Cavalleria rusticana e L’amor brujo al Teatro Filarmonico di Verona, Aida al Teatro dell’Opera di Roma, Madama Butterfly al Teatro la Fenice di Venezia oltre al debutto americano con Rigoletto al Festival di Santa Fe in New Mexico, dove tornerà nel 2018 per una nuova produzione di Madama Butterfly.
Reduce del successo americano ha quindi diretto un concerto al Teatro alla Scala di Milano con laVerdi per poi inaugurare anche la stagione autunnale all’ Auditorium di Milano con una serie di concerti sinfonici, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi e un gala lirico sinfonico al Musikverein di Graz con il soprano Anna Netrebko.
Il 2016 l’ha già visto protagonista a Francoforte per Oberto, conte di San Bonifacio, in tournée in Korea e Giappone per una serie di concerti con Anna Netrebko, a Tokyo con per una produzione di Andrea Chenier e al Teatro dell’Opera di Roma con un nuovo allestimento di Traviata con la regia di Sofia Coppola e i costumi di Valentino.
I debutti del 2016: all’Arena di Verona per la produzione di Traviata nel cartellone estivo, al Rossini Opera Festival con Ciro in Babilonia per la regia di Davide Livermore, a Palermo con Madama Butterfly e al Bolshoi a Mosca con Manon Lescaut di Puccini con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, ancora a Verona (Dicembre, Teatro Lirico) con Turandot, oltre a Colonia e Amburgo per concerti.
Nel 2017 debutta ne Il trovatore al Teatro dell’Opera di Roma e Francoforte e, sempre nel 2017, è atteso al Metropolitan di New York con Madama Buterfly. Nel 2018 è atteso all’Opera di Vienna.
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Giuliano Rizzotto, trombone. Dal 1995 è Primo trombone solista dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Ha collaborato, dal 1997 al 2001 come primo trombone associato, con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma.
Ha all’attivo tournée in Giappone, Nord Africa, Russia, Europa, Stati Uniti, Sud America, Cina, Corea e Canarie e incisioni con le case discografiche Decca, EMI, Deutsche Grammophon, Sony e BMG Ricordi.
Si perfeziona con il Vinko Globokar nel 1992 a Parigi e ai corsi speciali della Scuola di Musica di Fiesole, approfondendo lo studio della musica contemporanea, che lo porterà ad eseguire numerose prime assolute per il suo strumento, scritte da Berio, Cage, Manzoni, Vacchi e Lindberg.
Nel 1992 vince il primo premio al Concorso Internazionale di Musica d’Avanguardia Città di Stresa, con brani di V. Globokar e Y. Xenakis.
Collabora come primo trombone con le più importanti orchestre lirico-sinfoniche Italiane, fra le quali il Teatro e Filarmonica della Scala di Milano ed è stato diretto dai più importanti direttori del mondo.
Svolge attività solistica con orchestre sinfoniche e in varie formazioni da camera tra cui “Gli Ottoni del Teatro alla Scala”. All’attivo ha due cd da solista (Vib’Bone e Vib’Bone News) registrati nel 2002 e nel 2008 per le etichette L’Eubage e RCR-Prokultura.
Nel 2012 registra per la casa discografica Decca il Concerto per trombone di Nino Rota con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, sotto la direzione di Giuseppe Grazioli. Con la stessa orchestra si è esibito anche nei concerti di F. David, L. Mozart, N. Schilkret, L. Berio.
Dal 2004 tiene numerose masterclass in vari festival per ottoni e conservatori italiani. Dal 2009 è stato docente in trombone presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano, il Conservatorio “L. Marenzio” di Darfo Boario Terme e il conservatorio “L. Canepa” di Sassari.
Dal 2017 Giuliano Rizzotto è “Schagerl Artist” con il suo modello personalizzato Aurora-Rizzotto Design e suona su imboccature esclusive ARResonance.