Presentato in prima assoluta al Festival delle Colline Torines e ispirato al romanzo “Il Sopravvisuto” di Antonio Scurati, “Socrate, il Sopravvissuto” è un’altra perla della compagnia veneta che come sempre ha irrorato la scrittura con contaminazioni e innesti dal Fedone di Platone e da Cees Nooteboom, in un flusso drammaturgico che fa brillare il passato per illuminare il presente.
La ricerca come motore primario e sostanziale dell’essere umano. La ricerca come scopo unico della vita, che sia su un palco o in un aula. Anagoor ha posto la ricerca, l’inesauribile bisogno di indagine, i classici e l’educazione, fallita o esaltata, alla base del suo “Socrate, il Sopravvissuto”.
Di fronte ad una classe liceale che rappresenta plasticamente il disfacimento e le potenzialità mancate del nostro sistema educativo, il professore (Marco Menegoni) cerca di superare se stesso ed essere migliore della misera condizione di docente, all’interno di un sistema didattico che svilisce la passione personale nei confronti della storia e delle filosofia, e non educa a nulla se non all’apatia.
Otto studenti – ragazzi, allievi attori provenienti da tutto il territorio nazionale che si affacciano per la prima volta al teatro – aperti all’ascolto del loro insegnante, pronti a ricevere ogni goccia di saggezza, si lasciano attraversare dalla forza delle domande del maestro mettendosi in totale ascolto della logica e della saggezza, ricercando il concetto di comunità, dell’essere e dell’anima. L’unico allievo a mettere davvero alla prova il proprio maestro sarà quello del banco vuoto, Vitaliano Caccia, che sovvertirà i ruoli e riconoscerà degno solo chi aveva compreso la difficoltà e le paure dell’essere allievo.
Anagoor, come Socrate, non dà risposte ma pone quesiti. Questo denso spettacolo che rapisce per il ritmo e l’estetica potenti e curate, accende quel fuoco sovversivo di gratitudine, assoggezione e indagine che ci portiamo dentro in ogni istante in cui ci riconosciamo allievi messi alla prova. Forse che sia l’educazione quella pratica nobile su cui fondare una società ormai da ricostruire fatta di lande fertili -noi ed il nostro mondo- da coltivare con la sapienza?
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SOCRATE IL SOPRAVVISSUTO / come le foglie
di Simone Derai e Patrizia Vercesi
regia Simone Derai
dal romanzo Il Sopravvissuto di Antonio Scurati
con Iohanna Benvegna, Marco Ciccullo, Matteo D’Amore, Piero Ramella, Francesca Scapinello, Margherita Sartor, Massimo Simonetto, Mariagioia Ubaldi
maschere Silvia Bragagnolo e Simone Derai
costumi Serena Bussolaro e Simone Derai
musiche e sound design Mauro Martinuz
video Simone Derai e Giulio Favotto
con Domenico Santonicola (Socrate), Piero Ramella (Alcibiade), Francesco Berton, Marco Ciccullo, Saikou Fofana, Giovanni Genovese, Elvis Ljede, Jacopo Molinari, Piermaria Muraro, Massimo Simonetto
riprese aeree Tommy Ilai e Camilla Marcon
concept ed editing Simone Derai e Giulio Favotto
direzione della fotografia e post produzione Giulio Favotto / Otium
regia Simone Derai
durata: 1h 40′