Assumere nuovamente la Direzione del Corpo di Ballo scaligero è per me un grande onore e sarà dunque sempre più forte il mio impegno a rispettare la gloriosa storia di questa Compagnia e proiettarne al meglio nel futuro le qualità e il valore artistico. Trovare il giusto equilibrio tra una tradizione che abbiamo il dovere di preservare e tramandare alle generazioni future, e la necessaria apertura alle nuove voci che animano la scena internazionale è stata la mia prima preoccupazione nel programmare questa Stagione, che vede sette appuntamenti ma nove titoli, essendo una serata strutturata a trittico, con importanti riprese e tre nuovi ingressi in repertorio, di cui una creazione in prima assoluta. Le novità: Le Corsaire, il più emozionante tra i grandi classici, ricco di azione, passione, romanticismo e momenti di straordinario virtuosismo. Nella coreografia dell’autorevole specialista dei grandi balletti ottocenteschi Anna-Marie Holmes, da Petipa (di cui nel 2018 ricorrono i 200 anni dalla nascita) e Sergeyev, con nuove scene e costumi di Luisa Spinatelli, sarà la prima produzione della Scala da quando, nell’Ottocento, Giovanni Galzerani mise in scena il primo balletto su “The Corsair” di Lord Byron e nel 1857 Domenico Ronzani. Per la prima volta poi interpreteremo il capolavoro di Heinz Spoerli Goldberg-Variationen, produzione sofisticata, profondamente ispirata, che prosegue il ciclo di balletti su musica da camera, inauguratosi nel 2015 con Cello Suites, a testimoniare il profondo legame del coreografo con la musica di Bach. Per la nuova creazione, in prima assoluta, la Scala ospiterà Aszure Barton, coreografa acclamata a livello internazionale, indicata da Mikhail Baryshnikov “tra i più innovativi coreografi di questa generazione”. Per il suo primo lavoro con gli artisti scaligeri, Mahler 10, Aszure Barton ha scelto Gustav Mahler, e l’adagio della sua Sinfonia n.10 in Fa diesis (incompiuta). Autori di prima grandezza del Novecento nei titoli che vedremo alla Scala: John Neumeier, con la straordinaria La Dame aux camélias, uno dei più completi esempi di dance drama, dall’intensa e raffinata scrittura coreografica e uno splendido apparato scenico. Inaugurerà la nuova Stagione, vedrà in scena per alcune recite Svetlana Zakharova, mai prima d’ora alla Scala in questo ruolo, accanto a Roberto Bolle. Nel trittico che vedrà il debutto di Mahler 10, torna Jiří Kylián con il suo gioiello coreografico Petite Mort, e, in omaggio a Maurice Béjart, Bolero, che vedrà per la prima volta sul mitico tavolo Roberto Bolle a impersonare la Melodia. E ancora Kenneth MacMillan, con L’histoire de Manon e, nelle prime recite le étoiles Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, già protagonisti a fine 2015. E Rudolf Nureyev, con un tributo nell’ottantesimo anniversario della nascita e nel venticinquesimo anniversario della scomparsa, e la ripresa di Don Chisciotte. A questi appuntamenti si aggiunge poi nel mese di settembre il prestigioso invito, con due balletti, del Teatro Bol’šoj, con cui la Scala ricambia l’ospitalità che aveva visto lo scorso anno a Mosca Simon Boccanegra diretto da Chung e la Messa da Requiem diretta da Chailly. Grandi titoli nella nostra Stagione, spesso con un interessante legame con la letteratura, che porterà a incuriosire anche gli appassionati dei grandi romanzi, delle storie coinvolgenti, ricche di avventura e di passione. E gli amanti della musica, con partiture di grande fascino da Chopin, Bach, Mozart, Ravel, Massenet, Mahler. Balletti che coinvolgeranno, accanto alle nostre étoiles e ad alcuni guest, il nostro Corpo di Ballo in nuove creazioni, in stili inconfondibili che hanno segnato il balletto del Novecento, in titoli entrati nella storia con cui le nuove forze artistiche si misureranno per la prima volta, confrontandosi con personaggi costruiti con una drammaticità che li metterà alla prova sul versante tecnico e interpretativo.
Frédéric Olivieri
Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
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CALENDARIO
15 dicembre 2017: Anteprima dedicata ai Giovani
17, 20 (2 rappr.), 23, 29 (2 rappr.), 30 (2 rappr.), 31 dicembre 2017
3, 4, 10, 13 gennaio 2018
Fryderyk Chopin
La Dame aux camélias
Coreografia e Regia
John Neumeier
dal romanzo di Alexandre Dumas (figlio)
Scene e costumi
Jürgen Rose
Luci
John Neumeier
Étoiles
Svetlana Zakharova
(17, 20s dic.; 10, 13 gen.)
Roberto Bolle
(17, 20s dic.; 10, 13 gen.)
Direttore
Theodor Guschlbauer
Pianoforte Roberto Cominati
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Marguerite Gautier è morta. Il contenuto del suo lussuoso appartamento sta per essere messo all’asta. Entrano visitatori curiosi, acquirenti, conoscenti e amici della defunta, fra i quali il vecchio Monsieur Duval, per esaminare gli arredi. Un giovane – Armand Duval – irrompe disperato nella stanza e perde i sensi. Duval riconosce suo figlio e amorevolmente lo sostiene. Sopraffatto dai ricordi, Armand comincia a raccontare la sua storia. Così inizia La Dame aux camélias di John Neumeier, subito affermando con forza l’originalità e la sensibilità poetica dell’autore, uno dei maggiori coreografi viventi, innovatore e rivitalizzatore del genere del balletto drammatico, distintosi nella sua inesauribile vena creativa per l’acume delle sue intuizioni teatrali, la sensibilità nel tratteggio psicologico e la rielaborazione della struttura drammaturgica. Apre la Stagione una delle pietre miliari del lavoro coreografico di John Neumeier, esemplare della sua predilezione per i balletti narrativi a serata e della sua concezione di balletto drammatico contemporaneo. Il 2018 vede importanti ricorrenze: quarant’anni dalla creazione per il Balletto di Stoccarda e per Marcia Haydée, alla quale è dedicato, e 170 anni dalla pubblicazione del romanzo di Alexandre Dumas figlio scritto di getto nel 1848, pochi mesi dopo la morte di Marie Duplessis, la cui vicenda ha ispirato la Violetta verdiana della Traviata. Neumeier sceglie di ispirarsi al romanzo e non alla commedia rielaborata dallo stesso autore e sulle note struggenti di Chopin, con una intensa e raffinata scrittura coreografica, un apparato scenico splendido e accurato, quasi “viscontiano”, e un vocabolario neoclassico, conduce al climax drammatico attraverso meravigliosi passi a due, grandi scene di balli e importanti momenti per i solisti. Sul podio per la prima volta con il Balletto della Scala Theodor Guschlbauer, direttore esperto del repertorio francese che ha diretto per oltre un decennio la Filarmonica di Strasburgo.
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25, 26, 27, 30 gennaio
1, 7 (2 rappr.), 9 febbraio
2, 21, 22 marzo 2018
Johann Sebastian Bach
Goldberg – Variationen
Coreografia
Heinz Spoerli
Scene e costumi
Keso Dekker
Luci
Martin Gebhardt
Pianoforte Alexey Botvinov
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala
“Ogni volta che ascolto Bach sento il mio cuore che sobbalza. La sua musica è per me un’inesauribile fonte di ispirazione e lo è sin dai miei vent’anni, prima ancora che, in Germania, a Düsseldorf, allestissi una coreografia sulle Variazioni Goldberg, da molti critici considerata, agli inizi degli anni Novanta, una delle creazioni coreografiche più importanti di quel periodo”. Così Heinz Spoerli presentava Cello Suites, entrato nel repertorio della Scala nel 2015 inaugurando le produzioni su musica da camera. Allora era il violoncello solo a dialogare con i corpi dei danzatori scaligeri sulle note di Bach; ora per questo balletto, creato nel 1993, e che arriva alla Scala per la prima volta, sarà il pianoforte a interagire con il movimento, nel dipanarsi nell’architettura, fatta di schemi matematici e simmetrie, delle Variazioni Goldberg di Bach attraverso soli, duetti o momenti di gruppo, in una sofisticata produzione ricca di energia, dinamismo e momenti di grande lirismo. Per Spoerli le Variazioni Goldberg sono come la vita mentre passa, si creano legami, si uniscono coppie e poi via verso l’indifferenza; così nella vita incontriamo persone, poi ci si allontana, e con l’esperienza cambiano valutazioni e certezze: così il coreografo ha voluto offrire una sua riflessione, disegnando un arco coreografico dall’inizio alla fine, in una fluidità incessante, affascinante, senza connotazioni temporali, nel suo scorrere, con luci e ombre, musica e movimento. Una produzione sofisticata profondamente ispirata, una esperienza emotiva ricca e profonda, una architettura coreografica stupefacente; al pianoforte Alexey Botvinov, che vanta un primato di esecuzione dal vivo delle Variazioni Goldberg, oltre le 290, compreso il balletto di Spoerli sin dalla sua creazione.
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10, 13 (2 rappr.), 16, 20, 23, 25, 27, 29, 30 marzo
5, 7 aprile 2018
Mahler 10 / Petite Mort / Bolero
Gustav Mahler Mahler 10 Adagio della Sinfonia n. 10 in Fa diesis (incompiuta) Coreografia Aszure Barton Scene e luci Burke Brown Nuova produzione Teatro alla Scala Prima assoluta |
Wolfgang Amadeus Mozart Petite Mort Concerto per piano e orchestra n. 23 K 488 (adagio) Concerto per piano e orchestra n. 21 K 467 (andante) Coreografia Jiří Kylián Scene Jiří Kylián Costumi Joke Visser Luci Jiří Kylián realizzate da Joop Caboort Produzione Teatro alla Scala |
Maurice Ravel
Bolero
Coreografia
Maurice Béjart
Étoile
Roberto Bolle
(10, 13s, 16, 20, 23 mar.)
Produzione Teatro alla Scala
Direttore
David Coleman
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Un trittico che celebra due pietre miliari della coreografia e ospita una nuovissima creazione, in prima assoluta. Dopo oltre dieci anni torna ad affascinare Petite Mort di Jiří Kylián, con il suo fluido inanellarsi di momenti di gruppo e splendidi passi a due dalle diverse tonalità, da quella lirica a quella appassionata e aggressiva, creato su commissione del Festival di Salisburgo nel secondo centenario della morte di Mozart (1991) e per il quale scelse le sezioni lente di due tra i concerti per pianoforte più belli e famosi. Un altro “cult”, Bolero, per un altro mostro sacro della coreografia del Novecento, Maurice Béjart. Non ha bisogno di presentazioni questa icona, che torna sul nostro palcoscenico dopo oltre quindici anni di assenza e accoglierà, per la prima volta sul mitico tavolo rotondo, Roberto Bolle nel ruolo della Melodia in cinque rappresentazioni imperdibili. Dopo Mozart e Ravel, Mahler 10, una prima assoluta, affidata a Aszure Barton, coreografa acclamata a livello internazionale, indicata “tra i più innovativi coreografi di questa generazione” da Mikhail Baryshnikov, che l’ha invitata a creare per lui. Estro, creatività, virtuosismo, umanità, musicalità ed energia coreografica sono i termini più ricorrenti associati ai suoi lavori, che siano quelli creati per la sua Aszure Barton & Artists o per le più prestigiose compagnie classiche e moderne e le istituzioni più rinomate al mondo. Sull’adagio della Sinfonia n.10 in Fa diesis (incompiuta) di Mahler, Aszure Barton firmerà il suo primo lavoro per la compagnia scaligera, e coinvolgerà in maniera ampia gli artisti del Ballo. Attraverso la potente partitura di Mahler che si sviluppa con un arco incessante di emozione, parlerà alla bellezza e la fragilità dell’essere.
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20, 22, 27 aprile
9, 11 (2 rappr.), 16 (2 rappr.), 17 maggio 2018
Adolphe Adam, Cesare Pugni, Léo Delibes, Riccardo Drigo, Prince Oldenbourg
Le Corsaire
Libretto di Jules-Henry Vernoy de Saint-Georges e Joseph Mazilier, nella versione di Anna-Marie Holmes,
basato su The Corsair (1814) di Lord Byron
Coreografia
da Marius Petipa e Konstantin Sergeyev
Musica riorchestrata da Kevin Galiè
Scene e costumi
Luisa Spinatelli
Luci
Marco Filibeck
Direttore
Patrick Fournillier
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Nuova produzione Teatro alla Scala
Azione, passione e romanticismo in una trama che mette in grande evidenza le danze, e momenti virtuosistici che richiedono tecnica straordinaria. In un’ambientazione esotica, tra pirati e schiavi, tempeste e rapimenti, uccisioni e cospirazioni, una grotta, un pascià e il sogno in un bellissimo giardino, le avventure del pirata Conrad per salvare la sua amata Medora riempiono la storia d’amore con un irresistibile spirito d’avventura. Con una nuova scenografia e costumi espressamente realizzati per questo debutto, sarà la prima produzione di Il Corsaro che la Scala avrà nel suo repertorio da quando, nell’Ottocento, su questo palcoscenico venne messo in scena da Giovanni Galzerani il primo balletto basato su “The Corsair” di Lord Byron (nel 1826), e nel 1857 da Domenico Ronzani. Complessa e articolata l’evoluzione di questo balletto, spesso presentato nel suo più celebre pas de deux (portato a fama immortale da Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn negli anni Sessanta). Questa produzione, di Anna-Marie Holmes, autorevole specialista dei grandi balletti ottocenteschi, da Marius Petipa (di cui nel 2018 ricorrono le celebrazioni per i 200 anni dalla nascita) e Konstantin Sergeyev, ha debuttato con il Boston Ballet, la prima compagnia di danza non russa a eseguire questo titolo, e con l‘American Ballet Theatre nel 1998. Da allora la Holmes lo ha rimontato per innumerevoli compagnie; ora alla Scala con una veste tutta nuova, il più emozionante tra i grandi classici, una imperdibile avventura.
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24, 25, 26 maggio 2018
Serata Nureyev
Omaggio per l’ottantesimo anniversario della nascita
e per il venticinquesimo anniversario della scomparsa di Rudolf Nureyev
Étoile
Svetlana Zakharova
Artisti ospiti
Marianela Nuñez
Vadim Muntagirov
Direttore
David Coleman
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Dalla sua prima apparizione alla Scala, nel 1965, accanto a Margot Fonteyn in Romeo e Giulietta, la Scala ha avuto innumerevoli occasioni per poter acclamare Rudolf Nureyev, come interprete di balletti memorabili con altrettanto memorabili partnership artistiche, e di poter custodire in repertorio i titoli da lui coreografati. Nell’anno che segna l’ottantesimo anniversario della nascita e il venticinquesimo anniversario della sua scomparsa, la Scala e il suo Corpo di Ballo, accanto a étoiles internazionali, onorano in Serata Nureyev la memoria del geniale ballerino e coreografo, la carismatica personalità e la inimitabile valenza artistica attraverso un programma che ripercorrerà alcuni dei ruoli che Nureyev ha reso indimenticabili, alternandosi in titoli in cui ognuno ritroverà il ricordo del danzatore e del coreografo più caro e indelebile.
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10, 11, 13, 16, 18, 19 luglio 2018
Ludwig Minkus
Don Chisciotte
Coreografia
Rudolf Nureyev
Orchestrazione e adattamento
John Lanchbery
Scene
Raffaele Del Savio
Costumi
Anna Anni
Supervisione ai costumi Irene Monti
Luci Marco Filibeck
Direttore
David Coleman
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Prosegue anche a luglio l’omaggio a Rudolf Nureyev con sei rappresentazioni di Don Chisciotte, uno dei veri cavalli di battaglia della Compagnia recentemente acclamato nel 2016 – anno che coincideva con il 400° anniversario della morte di Cervantes – in Scala e nella tournée a Tokyo, in occasione dei 150 anni dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone. Con la sua frizzante energia, con i caldi colori dell’allestimento di Raffaele Del Savio e Anna Anni, il Don Chisciotte di Rudolf Nureyev, in repertorio alla Scala dal 1980 con Nureyev protagonista accanto a Carla Fracci, trasporterà il pubblico con freschezza, allegria, virtuosismi e ricchezza coreografica in una Spagna affascinante, tra danze di gitani, fandango, matadores, mulini a vento e il candore sospeso del giardino delle Driadi. Sulla musica immediata di Minkus le avventure di Don Chisciotte e del fido scudiero Sancho Panza si incrociano, o meglio fanno da pretesto per una storia d’amore e per una serata di scoppiettante danza, scintillante e piena di temperamento, con divertenti ruoli comprimari e virtuosistici ruoli principali. Fra fughe, inganni e travestimenti, Don Chisciotte danzerà con la sua Dulcinea, la giovane Kitri e il barbiere Basilio coroneranno il loro sogno.
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17, 19 (2 rappr.), 20, 24, 27ottobre; 2 novembre 2018
Jules Massenet
L’histoire de Manon
Coreografia
Kenneth MacMillan
Arrangiamento e orchestrazione
Martin Yates
Scene e costumi
Nicholas Georgiadis
Étoiles
Svetlana Zakharova
(17, 19s, 24 ott.)
Roberto Bolle
(17, 19s, 24 ott.)
Direttore
Patrick Fournillier
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Manon, seducente giovane dal fascino pericolosamente innocente, cede alle lusinghe della ricchezza e si fa calcolatrice e corrotta. Per il fratello Lescaut è “merce di scambio”, per il vecchio Monsieur G.M. è l’oggetto del desiderio; per lo studente Des Grieux è il vero e puro amore. É L’histoire de Manon di Kenneth MacMillan, che ha dato nuova vita al personaggio creato da Prévost e diventato popolare grazie al melodramma, delineando il fascino e la tragedia della protagonista, disegnando splendidi ruoli maschili in un balletto appassionante e coinvolgente sul piano drammatico, psicologico e coreografico. Un titolo classico ma assolutamente moderno nella sua teatralità, il giusto punto d’incontro tra musica, passione, verità interpretativa e fonte letteraria. “Affascinante e corrotta, amorale e calcolatrice, vittima del mondo e di se stessa, Manon – sottolinea MacMillan – ama la vita e non sa resistere al piacere che le offre. È charmante, ma amorale. La sua innocenza si perde tra le tentazioni di una vita lussuosa. L’amore sincero per Des Grieux non le impedisce di portarlo alla degradazione e renderlo vile, ladro e assassino”. Un balletto coinvolgente, e assecondato da un tessuto musicale creato ad hoc: MacMillan decise infatti di non rifarsi a Puccini e alla sua Manon Lescaut e assieme ai suoi collaboratori si rivolse ad altre pagine di Massenet, arrangiate e orchestrate; evitando di tradurre il melodramma in balletto, non usò nemmeno una misura dall’omonima opera: fra le altre, pagine tratte da Le Cid e da Thaïs, da Don Quichotte e da Cleopatra, da Ariane a Cenerentola.