Nel ventennale della scomparsa di Giorgio Strehler e nel decennale della scomparsa di Luciano Damiani
Singspiel in due atti
Libretto di CHRISTOPH FRIEDRICH BRETZNER, rielaborato da Johann Gottlieb Stephanie d. J.
Musica di WOLFGANG AMADEUS MOZART
(Edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel. Neue Mozart Ausgabe a cura di Gerhard Croll; rappr. per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali)
Direttore ZUBIN MEHTA
Regia GIORGIO STREHLER
ripresa da MATTIA TESTI
Scene e costumi LUCIANO DAMIANI
Luci MARCO FILIBECK
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Personaggi e interpreti
Konstanze Lenneke Ruiten
Blonde Sabine Devieilhe
Belmonte Mauro Peter
Pedrillo Maximilian Schmitt
Osmin Tobias Kehrer
Selim Cornelius Obonya
Servo muto Marco Merlini
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Maestro del Coro BRUNO CASONI
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Date:
sabato 17 giungo 2017 ore 20 ~ prima rappresentazione ~ fuori abbonamento
lunedì 19 giungo 2017 ore 20 ~ fuori abbonamento
mercoledì 21 giungo 2017 ore 20 ~ turno M ~ abbonamento Mini
martedì 27 giungo 2017 ore 20 ~ turno O ~ abbonamento Mini
giovedì 29 giugno 2017 ore 20 ~ ScalAperta*
sabato 1 luglio 2017 ore 20 ~ fuori abbonamento
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Prezzi: da € 210 a € 13
*Prezzi recita ScalAperta: da € 105 a € 6,5
Infotel 02 72 00 37 44
Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta da Rai Radio Tre il 17 giugno e in diretta televisiva su Rai5 e nei cinema il 19 giugno.
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A vent’anni dalla scomparsa del grande regista e a dieci da quella del geniale scenografo Luciano Damiani, la Scala riporta in scena il capolavoro mozartiano nella storica edizione del 1965 con Zubin Mehta, il direttore che la tenne a battesimo. Cantano Lenneke Ruiten, Sabine Devieilhe, Mauro Peter, Maximilian Schmitt e Tobias Kehrer. Nella parte parlata di Selim il grande attore e regista austriaco Cornelius Obonya. Diretta Radio Rai il 17 giugno e diretta tv su Rai5 e nei cinema il 19 giugno.
Giorgio Strehler si spegneva a Lugano il 25 dicembre 1997; Luciano Damiani a Roma il 20 giugno 2007. Il Teatro alla Scala ricorda una delle coppie regista/scenografo più straordinarie del teatro italiano riportando in scena il leggendario allestimento de Die Entführung aus dem Serail presentato nel 1965 al Festival di Salisburgo con la direzione di Zubin Mehta, che aveva allora 29 anni, e ripreso nello stesso Festival per otto volte e alla Scala nel 1972, 1978 e per l’ultima volta nel 1994 con Wolfgang Sawallisch sul podio. Lo spettacolo, celebre per il magistrale uso delle luci e delle silhouettes, è oggi riproposto al Piermarini dal direttore che lo vide nascere e si avvale di un cast che comprende alcune delle migliori voci mozartiane del nostro tempo: Konstanze è Lenneke Ruiten, applaudita come Giunia in Lucio Silla nel 2015, Blonde Sabine Devieilhe, al debutto scaligero, che è rapidamente emersa tra i più straordinari soprano di coloratura dei nostri anni, Belmonte il giovane tenore Mauro Peter, Osmin il basso Tobias Kehrer che ha ricoperto lo stesso ruolo a Glyndebourne, Monaco e Berlino, e Pedrillo Maximilian Schmitt. Nella parte parlata del saggio Bassa Selim è in scena Cornelius Obonya, continuatore della tradizione della più prestigiosa famiglia di attori del teatro austriaco, che in veste di regista sarà nuovamente alla Scala nel 2018 per Die Fledermaus. Così il Maestro Mehta ricorda quella collaborazione: “Rammento con gioia il lavoro di Strehler, con le scene di Luciano Damiani. Era geniale l’idea di mettere i dialoghi in piena luce, mentre le arie venivano eseguite in silhouette. Quel gioco di contrasti fu uno dei più fantastici colpi di teatro inventati da Strehler”.
Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta da Rai Radio Tre il 17 giugno, e in diretta televisiva su Rai5 e nei cinema il 19 giugno.
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Giorgio Strehler e la Scala
Settanta anni fa la Scala affidava a un ventiseienne Giorgio Strehler la regia di una nuova produzione de La traviata con Margherita Carosio e la direzione di Tullio Serafin. La prima ebbe luogo il 6 marzo del 1947; il 14 maggio con L’albergo dei poveri di Gorkij si sarebbe inaugurato il Piccolo Teatro. Opera e prosa, Scala e Piccolo sarebbero stati i due volti di una rivoluzione teatrale che avrebbe ridisegnato l’identità culturale della città di Milano collocandola tra le capitali delle scene europee. Alla Scala Strehler realizza tra il 1947 e il 1990 35 regie di 33 titoli per oltre 480 repliche complessive. Tra gli autori proposti Cimarosa, Petrassi, Malipiero, Perosi, Ghedini, Rota, Stravinskij, Weill, Dessau e Wagner, ma sopra a tutti Mozart e Verdi. Del primo Strehler porta in scena Die Entführung aus dem Serail (da Salisburgo), Le nozze di Figaro (da Parigi) e Don Giovanni (scene di Frigerio, diretto da Muti per l’Inaugurazione ‘87/’88); del secondo, oltre alla citata Traviata e al Falstaff diretto da Lorin Maazel nel 1980 e poi più volte ripreso da Muti, due titoli che hanno fatto la storia del teatro musicale per la sinergia perfetta tra la regia, la direzione di Claudio Abbado e interpreti vocali leggendari: Simon Boccanegra (Inaugurazione ‘71/’72) e Macbeth (Inaugurazione ‘75/’76).
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Luciano Damiani e la Scala
Tra i maggiori scenografi del ‘900, Luciano Damiani nasce e studia a Bologna. A Milano debutta nel 1952 con Il cammino sulle acque di Orio Vergani al Piccolo Teatro con la regia di Strehler. E con Strehler realizza per la Scala numerosi spettacoli di riferimento, a partire da Il matrimonio segreto nel 1955 fino a Die Entführung e Macbeth, passando per L’angelo di fuoco, Mahagonny e Cavalleria rusticana. Alla Scala Damiani collabora anche con Puecher, Bacchelli, Wallmann, Benois e Ronconi (Don Carlo, 1977). Nel 1984 Damiani firma la regia di Idomeneo con la direzione di Gianandrea Gavazzeni. Negli stessi anni la collaborazione con Strehler prosegue al Piccolo con spettacoli storici come El nost Milan (1955), Vita di Galileo (1963), Il giardino dei ciliegi (1974), La tempesta (1977).
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Il direttore
Zubin Mehta conclude con questa produzione una serie di importanti impegni in occasione dei suoi 55 anni di collaborazione con il Teatro alla Scala: oltre ai tre concerti per la Stagione Sinfonica diretti il 23, 24 e 25 gennaio e a Falstaff, è stato impegnato per la prima volta nel balletto (Serata Stravinskij, dall’11 febbraio al 1° marzo). Dal debutto nel 1962, il Maestro indiano ha diretto Salome (1974), Il trovatore (1978), Turandot (1976), Jérusalem (2001, con i complessi della Wiener Staatsoper), Tannhäuser (2010), Aida (2015), Der Rosenkavalier (2016) e innumerevoli concerti con la Los Angeles Philharmonic, la New York Philharmonic, la Israel Philharmonic, i Wiener Philharmoniker e la Filarmonica della Scala. L’anno scorso ha guidato i complessi scaligeri nella Messa da Requiem di Verdi. Il prossimo 7 ottobre Zubin Mehta tornerà alla Scala con i Wiener Philharmonker, mentre nel 2018 dirigerà Die Fledermaus e un concerto di valzer con Krassimira Stoyanova per la Stagione Sinfonica.
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Il cast
Lenneke Ruiten
È l’unica componente del cast già applaudita dal pubblico scaligero, per l’interpretazione di Giunia nel Lucio Silla di Mozart diretto da Marc Minkowski nel marzo 2015. Canta nei maggiori teatri europei in ruoli mozartiani – Konstanze, Pamina, Susanna, Fiordiligi, Donna Anna – e non solo: Zerbinetta, Almirena, Sophie, Ophélie, Xenia, Iphigénie e Angelica. È regolarmente invitata dai più importanti Festival europei – Salisburgo, Aix-en-Provence, Edimburgo, Aldeburgh, Lucerna, Lipsia, Praga, BBC Proms, collaborando con maestri del calibro di Christoph Eschenbach, John Eliot Gardiner, Christian Thielemann, Marek Janowski, Frans Brüggen, Iván Fischer.
Sabine Devieilhe
Soprano trentenne alla sua prima volta alla Scala, ha debuttato come Regina della notte nella Zauberflöte mozartiana all’Opéra di Lione, ruolo ripreso tra l’altro all’Opéra Parigi. Ha cantato in Orfeo ed Euridice a La Monnaie, nella Fledermaus all’Opéra-Comique di Parigi, ne L’enfant et les sortilèges a Glyndebourne e in Mitridate, re di Ponto e La sonnambula al Théâtre des Champs-Elysées. Il suo album mozartiano “The Weber Sisters” si è aggiudicato il prestigioso Gramophone Award nella categoria “Best Recital” e ha ricevuto la nomination ai Grammy Awards nella categoria “Best Classical Vocal Album”. A settembre debutterà al Covent Garden di Londra come Regina della notte; a dicembre all’Opera di Zurigo come Marie ne La fille du régiment; a gennaio 2018 nella stessa opera donizettiana all’Opera di Vienna.
Mauro Peter
Trentenne di Lucerna, nel 2012 ha debuttato con successo alla Schubertiade di Schwarzenberg con Die schöne Müllerin. Dalla Stagione 2013/2014 fa parte dell’ensemble dell’Opera di Zurigo, dove ha partecipato alle produzioni de Die Zauberflöte; Il re pastore, Così fan tutte, Don Giovanni. Ha cantato al Theater an der Wien, alla Komische Oper di Berlino, all’Opéra di Parigi, alla Bayerische Staatsoper, al Théâtre du Capitole di Tolosa, oltre che al Festival di Salisburgo dove tornerà in estate per Wozzeck. Die Entführung aus dem Serail segna il suo debutto operistico al Teatro alla Scala. A settembre debutterà al Covent Garden di Londra come Tamino.
Maximilian Schmitt
Ha fatto parte dell’ensemble della Bayerische Staatsoper interpretando tra l’altro Tamino, Don Ottavio, Belmonte, Ferrando, Tito. Ha cantato sotto la guida di Franz Welser-Möst, Daniel Harding, Thomas Helgelbrock, Fabio Luisi con orchestre come il Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, i Wiener Philharmoniker, la Cleveland Orchestra, il Gewandhaus di Lipsia. Si è esibito con Claudio Abbado al Festival di Lucerna e all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Ha una stretta collaborazione con Philippe Herreweghe. Dopo il debutto al Teatro alla Scala, canterà ne La clemenza di Tito al Musikfest di Bremen e al Théatre des Champs-Élysées di Parigi, e in Leonore agli Herbstfestspiele di Baden-Baden.
Tobias Kehrer
Basso, dalla Stagione 2012/2013 fa parte dell’ensemblre della Deutsche Oper di Berlino, dove ha interpretato molti ruoli, da Mozart a Verdi, da Rossini a Wagner. Al Festival di Salisburgo è stato Truffaldino nell’Ariadne auf Naxos diretta da Daniel Harding, il Commissario nel Rosenkavalier con Franz Welser-Möst, solista nel Te Deum di Bruckner con Philippe Jordan. Nel 2015 ha cantato nella Nona Sinfonia di Beethoven a Tel Aviv con la Israel Philharmonic e Zubin Mehta. Al Metropolitan, nel 2014 è stato Sarastro, ruolo che riprenderà nel 2017 sempre al Met e a Parigi. Nel 2015/2016 è stato Osmino a Glyndebourne e alla Bayerische Staatsoper.
Cornelius Obonya
Nato a Vienna, appartiene a una famiglia di grandi attori: figlio di Elisabeth Orth-Obonya e Hanns Obonya e nipote da parte della madre di Paula Wessely e Attila Hörbiger e da parte del padre di Marianne e Alois Obonya. A 17 anni ha iniziato studi di recitazione, che presto ha interrotto per lavorare con Gerhard Bronner, Emmy Werner e Andrea Breth, con cui ha lavorato a lungo alla Schaubühne di Berlino e al Burgtheater di Vienna. Dal 2013 al 2016 è stato „Jedermann“ nella pièce di Hofmannsthal al Festival di Salisburgo, ruolo storicamente legato all‘interpretazione di Hörbiger; nel 2012 ha vestito i panni di “Monsieur Jourdain” in Ariadne auf Naxos.
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