La prossima stagione del Teatro Stabile di Torino potrebbe essere quella della svolta: cambia il direttore artistico, si rafforzano le collaborazioni con le altre realtà teatrali italiane, si gettano sguardi curiosi alla scena internazionale. E si apre alla rivoluzione digitale; intervistato in proposito, la visione del Presidente Lamberto Vallarino Gancia è indubbiamente propositiva.
La stagione corrente si sta avviando verso il gran finale. Quali sinergie hanno portato alla collaborazione con lo Stabile di Genova e lo Stabile del Veneto?
Lo Stabile di Genova e quello del Veneto sono importanti realtà teatrali italiane e la sinergia ha portato alla realizzazione de Il nome della Rosa, un importante progetto di grande interesse artistico e culturale nonché un omaggio a Umberto Eco. La coproduzione dei tre teatri è diretta da Leo Muscato, che ha saputo ibridare il testo – adattato da Stefano Massini dal romanzo di Eco – con svariati generi come il thriller, incontrando l’entusiasmo del pubblico già nei primi giorni di programmazione al Teatro Carignano.
Con il Teatro Stabile del Veneto avevamo già coprodotto Smith & Wesson di Alessandro Baricco, per la regia di Gabriele Vacis e l’interpretazione di Natalino Balasso e Fausto Russi Alesi: cerchiamo di appoggiarci ad altri teatri non solo per ospitare le nostre produzioni, spesso la collaborazione si rende necessaria per favorire il corretto funzionamento del meccanismo teatrale.
Il nome della Rosa è stato realizzato con il supporto di Fidearum – Intesa SanPaolo Private Banking, grazie al cui sostegno sarà possibile portare lo spettacolo nella lunghissima tournée in Italia della prossima stagione, che comincerà proprio al Teatro della Corte di Genova il 17 ottobre 2017 e proseguirà fino a marzo toccando le principali piazze italiane.
Gli obiettivi della Stagione che va concludendosi sono stati raggiunti?
Assolutamente sì, forse abbiamo perfino superato le nostre aspettative di bilancio. Lo Stabile si conferma saldamente al secondo posto tra i Teatri Nazionali nella classifica Ministeriale, Torinodanza mantiene il primo posto tra i festival disciplinari e questo lo si deve alla qualità dei progetti artistici e alla solidità economica e patrimoniale concessa dall’impegno dei Soci Aderenti e dalla nostra imprenditorialità: per il decimo anno consecutivo il bilancio è stato chiuso in pareggio (a 12.825.488 euro).
Abbiamo improntato nuove formula per rendere il teatro accessibile a chiunque, come l’iniziativa Un posto per tutti per la quale la Fondazione CRT ha stanziato un fondo che permette di offrire gratuitamente 1000 abbonamenti alle fasce più deboli e che verrà riproposta per la nuova Stagione: l’opportunità ha riscosso grande interesse non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte di altri teatri italiani ed europei.
Il Teatro Stabile si sta impegnando in maniera crescente verso il sociale, con l’obiettivo di allargare ulteriormente la platea e favorire la coesione sociale e l’integrazione, nella certezza che lo spettacolo dal vivo possa anche rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità. Quest’anno sono stati programmati spettacoli come L’infanzia dell’alta sicurezza, un importante progetto di “teatro partecipato” ideato da Mimmo Sorrentino che ha visto protagoniste otto detenute del reparto di Alta Sicurezza del carcere di Vigevano; la produzione de Il sindaco del Rione Sanità, diretto da Mario Martone dal testo di Eduardo De Filippo, è stata l’occasione per lo Stabile di sostenere il NEST – Napoli Est Teatro di San Giovanni a Teduccio, uno dei quartieri più popolati e problematici di Napoli, coinvolgendo anche un gruppo di giovani attori che vivono nel quotidiano la cronaca non edulcorata di una vera guerra di camorra che insanguina da anni questa periferia napoletana e che hanno vissuto l’esperienza del carcere; a fine maggio abbiamo programmato Dieci Storie proprio così, progetto di educazione alla legalità ideato da Giulia Minoli ed Emanuela Giordano, uno spettacolo che racconta di vitime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata attraverso episodi di impergno civile e riscatto sociale.
Come è composto il pubblico del Teatro Stabile di Torino?
A parte il coinvolgimento delle scuole con progetti ad hoc, come La bella addormentata nel bosco, il pubblico del Teatro Stabile risulta molto eterogeneo: su 18.831 abbonati, il 46% sono under 25. Le abitudini di frequentazione del teatro del nostro pubblico molto equilibrato vengono registrate e studiate attraverso sondaggi on-line e interviste a campione, al fine di permettere una sempre maggiore profilazione delle diverse utenze. Siamo così riusciti a proporre numerose formule di abbonamento su misura e altrettante modalità di acquisto differenziate.
Il pubblico dei più giovani, per esempio, può contare su prezzi contenuti per spettacoli adatti alle diverse età, grazie all’iniziativa in matinée SCOPRI IL CARIGNANO.
La formula IL SABATO AL CARIGNANO è dedicata agli over 65 e conta circa 900 abbonati che frequentano il Teatro Carignano il sabato pomeriggio ad un prezzo contenuto; l’abbonamento Studenti Universitari, ogni anno in crescita, viene pubblicizzato non soltanto nei punti di ritrovo della città ma anche sui canali social; l’abbonamento in convenzione con ToBike, dedicato ai fruitori del servizio di bike sharing della Città di Torino, ha poi portato al primo Giro dei Teatri d’Italia in bicicletta!
Quali sono gli obiettivi per la prossima Stagione?
Il Teatro Stabile è anche Teatro Nazionale, ogni cartellone è quindi finalizzato a presentare grandi attori e grandi registi, andando incontro alla soddisfazione del pubblico: la prossima sarà l’ultima Stagione di Mario Martone, ma l’obiettivo è proseguire per questa strada.
Per la prossima Stagione ci proponiamo di mantenere alto il livello qualitativo e proponiamo al nostro pubblico un cartellone composito e variegato, capace di proporre agli spettatori molti spunti di riflessione sulla complessa situazione in cui si configura la realtà che ci circonda; un programma che attraverso la drammaturgia contemporanea e la rilettura dei classici si apre sul presente con uno sguardo rivolto ai possibili risvolti futuri.
Si riafferma anche quest’anno la vocazione internazionale del Teatro Stabile, incrementando il suo impegno con la produzione di due spettacoli di grande levatura: a inaugurazione della Stagione il pluripremiato Disgraced di Ayad Akhtar, con la regia di uno dei maestri della scena europea, l’austriaco Martin Kušej, direttore del Residenz Theater di Monaco di Baviera, e con la messa in scena di Les trois Soeurs di Anton Čechov, adattato e diretto dall’australiano Simon Stone e coprodotto dall’Odéon – Théâtre de l’Europe, che vede fra gli interpreti Valeria Bruni Tedeschi. La proposta internazionale della prosa si integrerà con quella della danza che prevede compagnie provenienti da tre continenti.
La prossima Stagione chiuderà la decennale direzione artistica di Mario Martone. Cosa cambierà sotto la direzione artistica di Valerio Binasco?
La scelta è ricaduta su Valerio Binasco per la solidità e la coerenza di un percorso artistico ben connotato nel corso della carriera, distintosi sia per la rilettura innovativa e originale dei grandi titoli del repertorio, sia per l’attenzione alla drammaturgia e ai temi della contemporaneità, sia infine per la formazione e la valorizzazione dei giovani talenti.
Binasco si trova nel pieno della sua maturità artistica e ha dimostrato di avere tutte le potenzialità e l’ambizione per crescere ancora e sfidare la scena internazionale.
Siamo certi che Binasco saprà proseguire nel solco di eccellenza tracciato da Mario Martone per conseguire ulteriori prestigiosi obiettivi e consolidare le funzioni e la competitività del nostro Teatro.
Come vede l’ingresso dei nuovi media nella sfera teatrale?
Sono io stesso fautore e fruitore dei new media, e ho apprezzato che fin da subito il Teatro abbia accolto il loro ingresso per valorizzare la comunicazione e la promozione. Noi lavoriamo molto sul sito e con i social, anche promuovendo l’interazione del pubblico con attori e registi: lo Stabile ha deciso di investire molto nelle nuove tecnologie, riconoscendo in esse la capacità di riflettere un mondo in continua evoluzione, le esigenze delle nuove generazioni di millenials, i rapporti con il pubblico, la differenziazione delle reti di vendita.
Attraverso i canali social possiamo raggiungere utenti fino a questo momento difficili da coinvolgere, raccontando i nostri spettacoli, i backstage e più in generale l’esperienza del vivere il teatro. I nostri portali istituzionali propongono invece una ricca offerta a portata di click, che ci ha portato da due anni a raggiungere il traguardo di oltre 5000 abbonamenti online.