“Orizzonti Verticali – Arti sceniche in cantiere” presenta la sua quinta edizione. Il festival diretto da Tuccio Guicciardini e Patrizia De Bari sarà in programma a San Gimignano e Poggibonsi (Siena) dal 5 al 9 luglio 2017 e offrirà cinque giorni di teatro, danza, performance, musica, letteratura e incontri, all’insegna dell’interdisciplinarietà delle arti. Il confronto generazionale e il connubio tra i vari linguaggi scenici saranno i temi centrali di Orizzonti Verticali.
Il Festival ospiterà artisti nazionali e internazionali, provenienti da varie esperienze creative e appartenenti a diverse generazioni della scena contemporanea. Registi, coreografi, attori, danzatori, performer, musicisti, artisti visivi e scrittori, che attraverso il confronto, il dialogo e la sperimentazione potranno creare connessioni, o evidenziare fratture, verso nuove forme di linguaggi per lo spettacolo dal vivo.
Tanti eventi che si succederanno in suggestivi scenari, dalle architetture medievali di San Gimignano, alla Fortezza Medicea di Poggibonsi, coniugando così la memoria di un passato radicato e tangibile con una contemporaneità tutta da scoprire.
«Siamo giunti – spiegano Tuccio Guicciardini e Patrizia De Bari – alla quinta edizione di Orizzonti Verticali, un lustro che ha visto il progetto di cantiere per le arti contemporanee crescere esponenzialmente sia di interesse della critica che di pubblico, diventando in breve tempo, un appuntamento fisso nella nutrita programmazione dell’estate sangimignanese e non solo. La nostra tematica anche per quest’anno avrà come filo conduttore il confronto generazionale declinato al livello artistico con un programma ricco di proposte originali e di novità».
Le prime regionali “Madame Bovary” della compagnia Strutture Primarie, “Prometeoedio” del Teatro della Tosse, “Giorgio Strehler e Io” con Giancarlo Dettori, “Temporanea Tempobeat” della compagnia AIEP, “We are not alone” di Davide Valrosso. Due prime nazionali: “Inverno”, la nuova produzione danza della compagnia Giardino Chiuso/Fabbrica Europa, con la prestigiosa presenza di Julia Kent e “La Venexiana” per la regia di Riccardo Massai. La contemporaneità della musica di Teho Teardo e la classicità dell’Accademia Chigiana. Il Cantiere danza_teatro OV continuerà il suo percorso producendo tre assoli per tre interpreti alla scoperta di tre luoghi prestigiosi della città. L’Opus Ballet presenterà “Ultimi Tacti” del coreografo portoghese Gustavo Oliveira. Un approfondito sguardo alla poesia e alla sua traduzione con Valerio Magrelli e Vivian Lamarque, curato dall’Associazione La Scintilla di Poggibonsi con il progetto Ri-Generazioni. Luca Scarlini, ospite fisso ad OV, farà scoprire al pubblico drammaturgie attraverso gli affreschi della città, con narrazioni ai più sconosciute. Senza tralasciare gli incontri dibattito che coinvolgeranno, come oramai consuetudine, gli artisti, critici e pubblico.
«Maestri del teatro, della danza e della musica – proseguono Tuccio Guicciardini e Patrizia De Bari – incontreranno per cinque intensi giorni i lavori di giovani artisti e viceversa, per alimentare un “pensiero” artistico da preservare e sostenere, un pensiero contemporaneo importantissimo ai giorni nostri. Per questo motivo crediamo fermamente alle interconnessioni tra artisti di diverse generazioni e i diversi linguaggi dell’arte scenica e della letteratura; OV vuol essere un piccolo tassello necessario alla costruzione della futura “ricerca” del teatro, della danza e di tutte le arti performative contemporanee, cercando di innescare un dibattito verbale e visivo che nutra quella motivazione per la quale si sceglie questo “difficile” mestiere».
«Purtroppo, mentre scriviamo – sottolineano – giungono notizie nefaste per il nostro mondo. Solo in Toscana hanno chiuso i battenti alcuni Festival storici. Saranno sicuramente “salvati”, ridimensionati e ripresi da qualcun’altro, ma senza quell’anima trainante che li caratterizzava e li rendeva unici nel panorama culturale toscano. I cambiamenti sono necessari e auspicabili, ma il mero depauperamento delle risorse porta inevitabilmente ad un impoverimento della proposta artistica con ricadute nocive sul tessuto sociale, già ampiamente dematerializzato. Sicuramente cinque anni fa lo scenario dell’arte in Italia non versava nelle condizioni attuali, si avvertivano scricchiolii e voragini vertiginose ma ancora esisteva il fermento giusto per intraprendere un’operazione culturale di livello come OV. Adesso la situazione si è ulteriormente aggravata rendendo visibili i crolli e i precipizi senza fondo. Non basta la mera sopravvivenza di un Festival, perché, se non si riesce a mantenere un livello “professionale” e “intellettuale” alto, il senso di tutta questa “fatica” viene meno ed allora è meglio completare lo “strappo” e, dolorosamente, chiudere i cantieri creativi. Forse, un giorno, qualcuno riuscirà a riaprire quei cancelli e a capire che le arti dal vivo sono necessarie ed indispensabili per la crescita di tutta una comunità “pensante”».
«L’immagine che OV presenta quest’anno – concludono Tuccio Guicciardini e Patrizia De Bari – è veramente pertinente e fotografa lo stato dell’arte in un modo significativo e netto sotto diversi spunti di lettura. Dalla difficile relazione generazionale di artisti che non hanno potuto o voluto integrarsi, alla situazione finanziaria in cui versa tutto il mondo del teatro. Ma dalla difficoltà una luce si deve intravedere, e noi resisteremo fino a quando quella luce rischiarirà i nostri orizzonti creativi. Ci piace chiudere questa introduzione ad OV 2017 con delle parole che ben spigano il processo di decostruzione e costruzione nell’arte: Dapprima l’artista seleziona nel reale un insieme di immagini e materiali eterocliti. Allora la mano, armata di forbici, ritaglia, preleva. Si accumulano i pezzi sparsi di una realtà che non ha più alcun senso ma che si ricarica di nuove potenzialità. La scelta è fatta (…) l’artista mette in relazione, trova legami e si entusiasma per le dissonanze, giustappone e sovrappone, ricopre e scopre. I frammenti del reale, strappati al loro universo, sono inseriti con la loro storia, le loro proprietà originali, in una struttura mobile che li riconfigura (Véronique Mauron “Collage. Una poetica del frammento”)».
Il festival per il secondo anno sarà arricchito dall’attiva collaborazione al progetto OV di Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee. Preziosa partecipazione che accresce notevolmente la struttura del Cantiere di arti sceniche rafforzando così le fondamenta di un’operazione culturale importante per tutto il territorio.
Orizzonti Verticali è un progetto, nato nel 2013 a San Gimignano, curato dalla Compagnia Giardino Chiuso e dalla Fondazione Fabbrica Europa, con il contributo di Regione Toscana, Comune di San Gimignano, Comune di Poggibonsi, e il sostegno della Cassa di Risparmio di Firenze. All’interno del cartellone di eventi “Accade d’Estate” a cura dell’amministrazione comunale di San Gimignano. Un ringraziamento particolare a Galleria Continua e al FAI per il loro prezioso apporto.
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INFORMAZIONI – Compagnia Giardino Chiuso Piazza S. Agostino 4, San Gimignano Tel. 0577 941182 – info@orizzontiverticali.net – www.orizzontiverticali.net – twitter: @orizzontiverticali / facebook: Orizzonti Verticali – Arti sceniche in cantiere. Pro Loco San Gimignano Piazza Duomo, San Gimignano (SI) Tel. 0577 940008 – info@sangimignano.com – www.sangimignano.com