Giovedì 8, venerdì 9 e lunedì 12 giugno Riccardo Chailly dirige la Filarmonica della Scala per il penultimo concerto della Stagione Sinfonica del Teatro, il cui programma, interamente dedicato a Brahms, include il Concerto per violino eseguito da Anne-Sophie Mutter, che è tornata alla Scala nel 2006 in trio con Yefim Bronfman e Lynn Harrell ma non suona con l’Orchestra scaligera dal 2004, insieme alla Quarta Sinfonia. Di Brahms Riccardo Chailly aveva diretto lo scorso 20, 21 e 22 ottobre la Tragische Ouverture e la Seconda Sinfonia, sempre nell’ambito della Stagione Sinfonica. I biglietti per le tre date sono quasi esauriti.
Sin dal suo debutto a soli tredici anni al Festival di Lucerna e dal successivo concerto a Salisburgo, diretta da Herbert von Karajan, Anne-Sophie Mutter è considerata una delle più straordinarie violiniste della nostra epoca. Il 27 maggio ha suonato con i Berliner Philharmoniker diretti da Riccardo Muti in occasione dei 40 anni dal debutto con l’Orchestra e il 4 giugno il Festival di Salisburgo le dedica una serata analoga. Vincitrice di quattro Grammy Award e insignita di numerose onorificenze, interprete eclettica di un vastissimo repertorio in cui è presente anche molta musica contemporanea, spesso scritta appositamente per lei, si esibisce da sempre con le più importanti orchestre di tutto il mondo, utilizzando inoltre la sua fama per lanciare le carriere di giovani interpreti di eccezionale talento.
Domenica 11 giugno il M° Chailly sarà impegnato nel tradizionale concerto in Piazza del Duomo della Filarmonica della Scala.
La Stagione Sinfonica del Teatro si concluderà il 24, 25 e 26 giugno con l’attesissimo ritorno di Bernard Haitink che dopo la solennità e le profonde emozioni del suo debutto nella scorsa stagione con Ein deutsches Requiem ha voluto di nuovo presentare una pagina tra le più alte e complesse dell’intero corpus musicale d’Occidente: la Missa solemnis in re maggiore op. 123 di Beethoven. Protagonisti saranno il Coro e l’Orchestra del Teatro alla Scala, solisti Camilla Tilling, Gerhild Romberger, Peter Sonn e Hanno Müller-Brachmann.
La musica di Brahms è un passaggio nodale nel rapporto tra un Direttore e la sua orchestra, un momento di crescita collettiva: in particolar modo nel caso di Chailly, che vanta con questo autore un percorso interpretativo di decenni, testimoniato da due importanti integrali discografiche per Decca con il Concertgebouw e il Gewandhaus. Nel recensire la più recente David Allen ricordava sul ‘New York Times’: “La direzione brahmsiana si divide in due scuole: una discende da Hans Richter, che diresse la prima esecuzione assoluta della Seconda Sinfonia a Vienna nel 1877, fino a Felix Weingartner e ora a Chailly (…) L’altro sentiero porta da Bülow a Furtwängler e Abendroth”. In principio più favorevole alla seconda scuola, Allen si ricrede trovando in Chailly una direzione “con un senso d’urgenza e una leggerezza di impasti che rivela tutta la complessità delle voci interne della scrittura brahmsiana”. “Chailly – scrive invece Richard Osborne su ‘Gramophone’ – appartiene al ristretto gruppo di direttori che dirigono quasi ugualmente bene tutte e quattro le Sinfonie, con Weingartner, Klemperer, Boult, Wand…”.
Osborne riflette sul rapporto di Chailly con le lezioni di Toscanini e Klemperer: “La sua lettura delle Variazioni su un tema di Haydn assomiglia a quella di Toscanini nella tensione della sua idea e il fine controllo delle relazioni di tempo tra le variazioni e all’interno di ciascuna di esse. Nelle Sinfonie, tuttavia, l’analogia è meno netta. Mentre Toscanini negli ultimi anni piega troppo spesso la musica alla sua volontà, l’approccio di Chailly ricorda piuttosto quello di Klemperer, in cui tempi snelli e fraseggio vivace si sposano con linee nettamente disegnate che spingono la musica verso il suo necessario punto d’arrivo”. Una discendenza e un legame forte con la storia dell’interpretazione brahmsiana che non impediscono a Chailly di percorrere vie nuove, come osserva Andrew Clements sul ‘Guardian’: “Suonare Brahms ha sempre fatto parte della ragion d’essere del Gewandhaus. Ma Chailly porta una prospettiva diversa: come con Beethoven, Mendelssohn e Mahler, il suo approccio alla tradizione è allo stesso tempo consapevole e critico nel modo migliore, più costruttivo. Il suo Brahms non è né massiccio né pensosamente scolpito, ma resta totalmente coerente”. Julia Spinola su ‘Die Zeit’ sottolinea lo studio approfondito del testo: “Chailly ha studiato di nuovo manoscritti e partiture seguendo le orme di Felix Weingartner, ha ricostruito prime edizioni e incluso versioni alternative per riportare alla luce un Brahms ‘senza maschera’. Chailly (…) spalanca le finestre della stanza del compositore e studioso lasciando entrare un suono della natura che nella sua polifonia movimentata anticipa le sinfonie di Mahler”. Il lungo percorso brahmsiano di Chailly ha ridestato una messe di spunti, pensieri, prospettive che attende di rinnovarsi negli appuntamenti scaligeri.
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Stagione Sinfonica 2016/2017
Giovedì 8 giugno 2017 ore 20 ~ turno A
Venerdì 9 giugno 2017 ore 20 ~ turno B
Lunedì 12 giugno 2017 ore 20 ~ turno C
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FILARMONICA DELLA SCALA
Direttore RICCARDO CHAILLY
Violino ANNE-SOPHIE MUTTER
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Johannes Brahms
Concerto in re magg. op. 77
per violino e orchestra
(cadenza di Joseph Joachim)
Sinfonia n. 4 in mi. min. op. 98
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Prezzi: da 85 a 6,50 euro
Infotel 02 72 00 37 44