“È un orgoglio poter puntare sugli italiani con produzioni e attori cross over che passano dal teatro al cinema alla televisione. In cartellone abbiamo 11 autori italiani” esordisce Luca Barbareschi alla presentazione della nuova stagione 2017/2018, la terza (dell’era Barbareschi) del Teatro Eliseo e del Piccolo Eliseo di Roma che, dopo aver rischiato la chiusura e ora forte del salvataggio con 8 milioni di euro miracolosamente elargiti poche settimane non dal FUS, ma inseriti all’interno della manivrina richiesta da Bruxelles all’Italia, rilancia e si propone come “piattaforma di divulgazione di contenuti, condivisione emotiva e agorà. Per fare l’Accademia ho firmato ieri con un privato mette più di mezzo milione l’anno per fare la triennalità con l’Università – continua il direttore artistico – Sarà la più bella accademia italiana, per cui, per il 2018 diventeremo un teatro solo di produzione molto probabilmente, con la compagnia nazionale, che non ha nessun teatro italiano.”
Le sinergie con partner importanti sono molteplici anche quest’anno, si rinnovano e aumentano: si va dalla stagione concertistica (fra gli ospita spicca Salvatore Accardo), alle collaborazioni con il Teatro Tor Bella Monaca, il Saint Louis, si va dagli incontri culturali che spaziano dalla storia dell’arte agli incontri con le scienze di BrainCircle Italia.
Se la drammaturgia contemporanea (ma soprattutto italiana) continua a fare la parte del leone: la stagione del Teatro Eliseo si apre il 26 settembre con Glauco Mauri (accolto con tanto di standing ovation) e Roberto Sturno con un classico del Novecento, Finale di partita di Beckett, non un autore dell’assurdo ma “un grande poeta che parla della difficoltà del vivere dell’uomo” come ricorda Mauri.
Debutta per la prima volta sul palco, Un borghese piccolo piccolo interpretato da Massimo Dapporto che si misura con lo straordinario testo di Vincenzo Cerami, da cui è stato tratto l’omonimo cult di Monicelli con Alberto Sordi.
Nuovo appuntamento con il progetto Mamet: Luca Barbareschi torna come traduttore, regista e attore per Il penitente, contornato dalla presenza di volti popolari di cinema e tv, come Lunetta Savino.
Si punta ancora sui volti cinematografici anche con l’adattamento di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare con la traduzione e a regia di Massimiliano Bruno.
“Ho avuto il pregio di tradurre il testo del Bardo mettendo in evidenza la sua più intrinseca parte inconscia. Diventa un divertissement soprattutto nella parte con i comici, ma Shakespeare aveva capito che non esiste una differenza fra corpo e anima, ma che siamo una cosa sola” spiega il regista che ha ambientato la vicenda in un circo circondandosi di un popolare quartetto di attori, Stefano Fresi nel ruolo di Bottom, Violante Placido che interpreta Titania per il suo debutto a teatro, Giorgio Pasotti, Paolo Ruffini.
Torna a grande richiesta dopo il successo dello scorso anno al Piccolo Eliseo anche Lacci, commedia amara che rinnova il sodalizio con Silvio Orlando e che viene “promosso” sul palco del Teatro Eliseo.
Non si rinuncia neppure ai classici per eccellenza cm Il malato immaginario di Molière secondo Andrée Ruth Shammah con Gioele Dix, ripresa della storica regia degli Anni Ottanta, ma che lascia una certa libertà agli attori o la rivisitazione moderna e visionaria di Don Chisciotte diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio.
Arrivano dal cinema l’adattamento de La guerra dei Roses di Warren Adler con Ambra Angiolini e Matteo Cremon diretti da Filippo Dini che racconta “attraverso la metafora del teatro la ferocia del rapporto fra i coniugi, un uomo e una donna, portato alle estreme conseguenze” e Parenti serpenti, dalla cattivissima pellicola di Monicelli con Lello Arena.
Trova spazio anche il thriller psicologico di Stefano Massini, Vincent Van Gogh – l’odore assordante del bianco, “un testo di drammaturgia contemporanea che racconta la storia di una vocazione di un artista che non può essere classificato cercando di seguire l’iter creativo e il suo lato umano” come spiega Alessandro Preziosi.
Omaggio al Novecento anche con l’omaggio a Raffaele Viviani con Eden Teatro diretto da Alfredo Arias con Mariano Rigillo, scena affollatissima per La cucina diretto da Valerio Binasco.
Ma è la stagione del Piccolo Eliseo che offre non poche sorprese. A gennaio torna la Carrozzeria Orfeo con Cous cous klan di Gabriele De Luca che racconta con sguardo disincanto e senza fronzoli la realtà, ma il cartellone propone Purgatorio di Ariel Dorfman, gli incroci amorosi di Ferdinando di Annibale Ruccello, il nuovo testo Pugni di zolfo, scritto e interpretato da Maurizio Lombardi alle prese con un’infanzia negata, al monologo Stabat Mater di Antonio Tarantino interpretato da Maria Paiato.
Prodotto dal Nuovo Teatro Sanità e direttamente dal Festival dei 2 Mondi di Spoleto arriva La paranza dei bambini di Roberto Saviano e Mario Gelardi, uno spettacolo forte e violento che racconta l’ascesa di una tribù di adolescenti inebriati dal potere.
Ma la stagione ripropone un piccolo cult, New Magic people show, avanspettacolo pop all’italiana con Andrea Renzi, Enrico Iannello, Tony Laudadio, Luciano Saltarelli,
A marzo va in scena Orphans, il sofisticato noir del britannico Dennis Kelly nel progetto di Monica Nappo, ma non si dimentica l’omaggio a Giuseppe Patroni Griffi con D’estate con la barca diretto da Luca De Fusco e Scende giù il fiume diretto e interpretato da Arturo Cirillo.
“È uno spettacolo sull’immigrazione. Se l’informazione è ridotta ai social in questo momento storico, è il teatro che dovrebbe riflettere sulla realtà e smuovere le emozioni” racconta Giampiero Borgia che dirige Lampedusa di Anders Lustgarten interpretato da Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano. Ancora uno sguardo sulla realtà a maggio con Novantadue di Claudio Fava che racconta la storia dei due magistrati simbolo, Falcone e Borsellino. “È uno spettacolo emozionante – spiega Filippo Dini che sarà fra gli interpreti – che racconta una storia che cerchiamo di restituire con sensibilità e umiltà”.
Chiude a maggio la stagione Prima di andare via, dramma di famiglia interpretato da Giorgio Colangeli che che nasce come spettacolo autoprodotto anni fa da Filippo Gili, nato sul palco dell’Argot e arrivato al Teatro Eliseo.
“Ringrazio tutte le persone i ministri e deputati bipartisan della commissione che hanno voluto salvare il nostro teatro nell’ambito fra legge. Non solo i soldi ricevuti ad essere importanti, ma l’affetto che ci fa essere il primo teatro romano – chiosa Barbareschi tagliando corto sul finanziamento di 8 milioni di euro – È necessario però intervenire, serve una nuova legge e va rivista la distribuzione del FUS”. Info e dettagli sulla stagione su www.teatroeliseo.com.