Don Lorenzo Milani: a cinquant’anni dalla morte riparte dalla Svizzera il tour dello spettacolo dedicato al fondatore della Scuola di Barbiana
Luigi D’Elia e Francesco Niccolini raccontano la più straordinaria esperienza pedagogica del Novecento italiano. Cammelli a Barbiana approda al Festival di Narrazione di Arzo, prima tappa di un ricco tour arricchito dalla pubblicazione di un libro dedicato allo spettacolo.
Cammelli a Barbiana: questo il titolo del racconto di Luigi D’Elia e Francesco Niccolini su don Lorenzo Milani che, dopo il debutto nazionale a Lecce nel novembre scorso – evento che ha meritato grande attenzione e apprezzamento da parte della critica e di molti autorevoli media italiani – in occasione dei cinquant’anni dalla morte ha in corso un importante tour (tra i numerosi appuntamenti vale ricordare almeno, il 26 giugno scorso -giorno esatto del cinquantenario della morte di don Lorenzo Milani- la presentazione dello spettacolo in diretta nazionale dagli studi RAI di Roma per la trasmissione Il Teatro di Radio3).
Cammelli a Barbiana sabato 26 agosto alle ore 18.30 sarà ospite della XVIII edizione del Festival Internazionale di Narrazione di Arzo, in Svizzera: questo prestigioso appuntamento darà il via a un ricco tour che da settembre a marzo toccherà, fra le altre, le città di Livorno, Firenze, Torino, Ravenna, Parma, Napoli e Modena.
«È la storia di una scuola nei boschi, dove si fa lezione tra i prati e lungo i fiumi, senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati» commenta Francesco Niccolini, drammaturgo che da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini (insieme al quale ha realizzato, tra l’altro, lo spettacolo ITIS Galileo e la versione televisiva del Vajont).
«Racconto di un ragazzo ricco, sorridente e pure bello» aggiunge Luigi D’Elia, unico interprete dello spettacolo e co-autore della drammaturgia insieme a Niccolini, «sempre in lotta con la scuola e la sua famiglia. I domestici di casa lo chiamano “signorino”, e a lui non va giù. Ma è un figlio di papà che mentre i ragazzi della sua età vanno a combattere per Mussolini, studia da pittore. Eppure, sotto le bombe dell’estate del ‘43 lascia la sua bella e comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni sarà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appenino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù questo ragazzo ricco, sorridente e pure bello darà vita – con pochi ragazzi di mezza montagna – al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario, dinamitardo e rompiscatole del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani».
«Cammelli a Barbiana è un racconto a mani nude e senza scena» aggiunge Luigi D’Elia. «Un racconto duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste».
Cammelli a Barbiana è il primo spettacolo di D’Elia e Niccolini pensato per il pubblico serale, dopo quattro narrazioni premiate tra i migliori lavori del teatro ragazzi italiano degli ultimi anni. Alla regia ha lavorato Fabrizio Saccomanno. È distribuito da INTI – Landscape of the Moving Tales, un nuovo progetto artistico dedicato alle storie, al racconto e ai valori più profondi del paesaggio e della memoria dei luoghi.
È stato inoltre appena pubblicato, per i tipi delle Edizioni Erasmo di Livorno, il volume di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia Cammelli a Barbiana. Don Lorenzo Milani e la sua scuola: corredato da materiale fotografico, include il copione dello spettacolo, testi di Manuela Correros Verbitsky, autrice della prefazione, di Sandra Gesualdi della Fondazione Don Lorenzo Milani e dei due autori.
«Nell’anno in cui per la prima volta un pontefice ha fatto visita alla scuola tra i boschi di Don Milani» concludono gli autori «raccontiamo sia dal vivo che sulla pagina scritta l’infinita e scomoda dolcezza dell’amore di Lorenzo per i suoi ragazzi. Un amore senza compromessi, senza paure, senza sconti. Per nessuno».