Mi trovo alle Fonderie Limone di Moncalieri per “Awareness Campus”, nelle 2 settimane che vanno dal 3/7 al 16/7. Awareness è letteralmente “Consapevolezza” e qui viene coniugata con Attenzione. È un percorso immaginato e progettato per “attori, mediatori culturali, animatori, medici, psicologi, studenti, danzatori, ecc.” al fine di creare “un gruppo per la conduzione di pratiche teatrali per la cura della persona, e in particolare per il Progetto Migranti, che si svilupperà sul territorio piemontese tra il 2017 ed il 2018”. È un progetto pensato da Gabriele Vacis, Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi ed ho chiesto di poter assistere, anche se non in modo continuativo, ai vari momenti del lavoro. Mi aveva colpito la presentazione, condotta con grande capacità da Vacis, che aveva dosato immagini e racconto creando una situazione davvero coinvolgente, per un pubblico formato soprattutto da giornalisti, teatranti, abbonati e qualche curioso. Ammetto subito di essere un suo grande estimatore, lo conosco dai tempi di Settimo Torinese, ed ogni spettacolo che porta la sua regia mi ha sempre convinto se non entusiasmato. L’occasione di fare finalmente una sua maggiore conoscenza me la da la non comprensione del percorso a cui sto assistendo. Ho bisogno di mettere a fuoco tutto il materiale che sto accumulando, assistendo ad una serie di incontri ed attività ricche ed interessanti. Vorrei scriverci un articolo. Appena propongo l’intervista Vacis accetta. Mi chiede di quanto tempo abbia bisogno e mi da un appuntamento subito dopo il pranzo, quello stesso giorno. Forse non si dovrebbe ringraziare in casi del genere, ma mi viene spontaneo e la mia non è gentilezza tout court, sono davvero contento. L’incontro avviene quasi in orario, e lo capisco, c’è molta gente che ruota intorno a lui e probabilmente porta avanti più attività contemporaneamente. Ci sediamo in uno dei divani circolari che si trovano nel ridotto del teatro. Diamo le spalle alle vetrate, spalancate su quello che una volta era una fonderia e produceva altro tipo di ricchezza. Entro subito in argomento ricordando i bei tempi passati, quando bazzicavo il Laboratorio Teatro Settimo come giovane di bottega quasi clandestino, e facevo parte del gruppo B, quello in prova. A volte Vacis ci veniva a vedere e dava indicazioni sul riscaldamento iniziale, e proponeva esercizi. Nel gruppo A c’erano Tarasco, Curino, Fabbris, Diana e la Zamboni e noi ci raccontavamo le loro prodezze ed avventure come qualcosa di epico. Una meta da raggiungere. Peccato non avere insistito. E così ricordo i suoi inizi come me l’hanno raccontato: laureatosi in Architettura molto giovane il suo vero interesse era l’urbanizzazione della città. Settimo Torinese, luogo dove è nato alla fine del ’55, all’epoca era davvero brutta, una città dormitorio come ce ne erano tante intorno a Torino, io venivo da Nichelino e la situazione era analoga. Dopo gli esodi di massa degli anni 60 e 70, in alcuni casi la popolazione era decuplicata con grossi problemi di vivibilità. Ammette con orgoglio che la sua tesi di laurea “Un piano urbanistico che deve prevedere un percorso culturale” o PAC andava in quella direzione. Frequentava un gruppo di ragazzi che avevano sposato le sue idee ed il solo fatto che Laura Curino avesse qualche esperienza di animazione teatrale ha fatto si che i loro interventi fossero di questo tipo. Volevano cambiare il mondo partendo dalla loro realtà. Settimo era una periferia così classica che gli studiosi del settore ci facevano degli studi e dei laboratori. Iniziarono con i ragazzi, con le scuole e con il centro di Igiene Mentale. Poi nel ’76 hanno scoperto Grotowski, il Living e Boal. E’ stato uno dei pochi che ha partecipato all’ISTA, anche questo fa parte del mito, e ricorda che è stata una grande esperienza soprattutto perché sono stati due mesi di lavoro durissimo, insieme a persone che venivano da tutto il mondo. E sono arrivate le prime regie: Citrosodina, Kanner Puro, Signorine, Esercizi sulla tavola di Mendeleev, Elementi di struttura del sentimento, Riso amaro. Spettacoli che ho visto ed amato e a cui bisogna rendere atto di avere portato un nuovo modo di narrare. E poi ci siamo allontanati da Settimo, ho iniziato a collaborare con la Paolo Grassi. Senza vocazione pedagogica avevo deciso di smettere, ma è stato Palazzi a insistere affinché non diventasse un episodio: “Se non hai voglia non lo fare” e ci ho ripensato ed ho scoperto che mi piace farlo. Davvero. Ed il tempo a disposizione è quasi finito. Al volo gli chiedo di spiegarmi dove sta andando il lavoro di questi giorni. Sulla brochure c’è scritto che si formerà un gruppo destinato a lavorare al progetto Migranti, é così? La risposta è ricca di significati: “Forse. È un lavoro in divenire e ci sono poche certezze, ho scoperto ricchezze e possibilità che non immaginavo, e poi il gruppo…” Ho ancora moltissime cose da chiedere ma si è già alzato, mi porta ad una macchinetta del caffè e stiamo già parlando d’altro: di come davvero Settimo sia diventata un’altra cosa. Sorride mentre annuncia che Settimo Torinese era quasi capitale italiana della cultura 2018… Poi ha vinto Palermo, ma è stata una bella lotta. Anche Nichelino è cambiata ma non così tanto. Il loro sogno si è realizzato? È già sparito.
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Progetti
“Progetto Città Laboratorio”, Coordinamento delle attività educative e di animazione per la città di Settimo Torinese, 1980.
“Il castello dei destini incrociati”, spettacoli, allestimenti e seminari al Castello di Verres (Valle D’Aosta) 1982.
“Assedio”, Rassegna di spettacoli, performance e installazioni nelle città della cintura torinese. Regione Piemonte, 1983, 1984, 1985.
“P.A.C. Piano di Ambiente Culturale”, Piano Particolareggiato per il recupero di aree industriali dismesse a spazi culturali e definizione della viabilità e dell’uso delle aree pubbliche del centro storico della città di Settimo Torinese, 1984.
“Viaggio in Italia”, Rassegna che coordina fino a 14 festival estivi dal Trentino alla Sicilia. 1986, 1987, 1988 e 1989.
Domande a Dio – Domande agli uomini. Spettacoli, letture e conferenze sulla spiritualità. Teatro Stabile Torino, 2002, 2003.
Torino Spiritualità dal 2005.”