Sono ormai 21 anni che Marcello Amici è l’indiscusso anfitrione di quel giardino segreto che abbraccia l’abside di Sant’Alessio sul colle Aventino, dove nelle sere estive dal palcoscenico minimalista addossato alle morbide linee curve della basilica fa affiorare i dilemmi, i dubbi, le ipocrisie, le follie, le razionalità venate di beffardo umorismo del drammaturgo di Girgenti, lanciando lo sguardo oltre la quarta parete verso la cupola di un’altra basilica, quella di San Pietro che si staglia splendidamente illuminata tra i rossastri bagliori del tramonto trasteverino.
La Compagnia La bottega delle maschere festeggia il compleanno, con il suo fondatore saldamente al timone, con lo stesso entusiasmo e l’intatta freschezza che rendono la Pirandelliana un appuntamento atteso dell’estate romana.
Due pièce si alternano ogni sera, portando in scena l’universo pirandelliano a un pubblico fidelizzato, in uno dei luoghi più suggestivi della capitale.
La commedia Pensaci Giacomino! è stata scritta in siciliano per l’attore comico, gloria del teatro dialettale, Angelo Musco che fu interprete anche della trasposizione cinematografica del 1936.
L’anziano professore Agostino Toti vuole farsi beffe del governo sposando la giovane Lillina figlia del bidello per lasciarle la pensione, senza reclamare diritti di marito. Tanta generosità è provvidenziale essendo la ragazza incinta di Giacomino, ex alunno del professore.
Inizia così un ménage a trois in cui ciascuno è consapevole del proprio ruolo, ma le chiacchiere montano, i genitori della giovane sono travolti dallo scandalo, Giacomino si fidanza per mettere ordine nei tasselli scomposti della vita di tutti. Il professor Toti si indigna, le maldicenze sul marito cornuto non lo scalfiscono poiché non esercita il ruolo di marito e, avendo a cuore soltanto l’interesse del bambino, incita Giacomino a ripensare alla sua decisione.
Le dicotomie pirandelliane su essere e apparire, lucidità e follia che in altri testi lasciano lo spettatore col dubbio circa la verità che sta dietro la realtà delle cose, in questo testo fanno palesemente da substrato alla vicenda, essendo rese note fin dall’inizio le condizioni dell’accordo, riprovevole per il modello borghese, ma chiaro tra le parti: il professore beffa governo e compaesani e tutti ne ricavano beneficio. Forse assurdo e paradossale, ma lineare e condiviso, basta rispettare le regole del gioco.
La lunga consuetudine con la poetica pirandelliana ha operato in Marcello Amici una identificazione col drammaturgo, perfino fisiognomica. Nel panorama teatrale romano il regista-attore è ormai la voce di Pirandello.
Gli interpreti, da lui diretti, sottolineano la connotazione beffarda dei personaggi, evidenziandone postura e intonazione, in una rappresentazione corale che rende tangibili i condizionamenti sociali in uno spaccato di inizio Novecento le cui dinamiche relazionali sono ancora attuali, rappresentato sullo sfondo nero bordato di rosso della scenografia di Marcello de Lu Vrau che evoca le opere di Mondrian.
Intorno a Marcello Amici nei panni d’epoca del professore si muovono Marco Vincenzetti, Umberto Quadraroli, Anna Varlese, Eleonora Liuti, Davide De Angelis, Lucilla Di Pasquale, Lorenzo D’Agata, Chiara Caroletti, Tiziana Narciso, alcuni dei quali hanno ormai storicamente cucito addosso il loro personaggio.
Dal 6 luglio al 6 agosto: Così è (se vi pare) martedì, giovedì e sabato e Pensaci Giacomino! mercoledì, venerdì e domenica.