Venerdì 15 settembre alle ore 21 al Teatro La Vittoria di Ostra, per il XVII Festival Pergolesi Spontini, appuntamento con le “Canzoni Siciliane”, uno dei “Falsi da leggere” del cartellone del Festival – con la mise en espace del regista Giovanni Sinopoli – su testi di illustri o anonimi falsari, costruiti ad arte per condizionare l’opinione pubblica o per ingannare il mondo letterario, che hanno trovato eco nell’ispirazione di musicisti importanti.
Al centro della serata sono i testi dello scrittore Luigi Capuana, teorico tra i più importanti del Verismo, ed alcuni tra i canti popolari siciliani da lui composti e spacciati come autentiche perle del folclore popolare. In programma, musiche della tradizione siciliana e sei composizioni di Matteo Musumeci tra cui due canti su versi di Capuana in prima esecuzione assoluta: “Donna ch’aviti ‘ntillettu d’amuri” e il Canto di Ruggero “Bedda c’aviti picciulu lu perj”.
Canta José Maria Lo Monaco, mezzosoprano dalla carriera internazionale, che nel 2008 al Teatro Pergolesi di Jesi ha cantato il ruolo di Alessandro nella Salustia di Pergolesi. La accompagna al pianoforte Matteo Musumeci, la voce recitante è di Edoardo Coen.
In pieno tema del Festival, “Falsi d’autore”, la serata racconta dell’invenzione di canti popolari di età normanna, operata dal giovane Luigi Capuana per la Raccolta dei canti popolari siciliani di Leonardo Vigo (1799-1879). Come racconta lo studioso Stefano Rapisarda nel libro di sala del Festival, “l’intento di Vigo è quello di produrre una raccolta che funga da summa della memoria storica del popolo siciliano, a somiglianza di analoghe raccolte che andavano apparendo in quegli anni, e il giovane Capuana gli sembra uno dei più assidui ed entusiasti collaboratori. Ecco allora che Capuana, invece di tentare paesi e casali, preferisce inventarli lui, i ‘canti storici’ e gli confeziona su misura un’ottava di presunta età normanna, con citazione del Gran Conte Ruggero, “Bedda, ch’aviti picciulu lu perj”. L’ottava è una delle 544 che complessivamente Capuana inviò a Vigo da Mineo tra il 1859 e il 1870; di 28 di esse egli confessava la contraffazione nel 1879, anno della morte di Vigo. È, quella del 1879, una prima incompleta confessione, cui ne farà seguito un’altra nel 1898, stavolta piena ed esplicita, nella quale Capuana farà riferimento non più a 28, ma addirittura a “qualche centinaio di canti”, tra cui uno clamoroso, un “Donni ca aviti ‘ntillettu d’amuri”, presunta traduzione siciliana della IV canzone del Convivio dantesco”.
Prosegue inoltre a Jesi, presso il Palazzo dei Convegni, la mostra fotografica di Lucas Dragone, artista visivo e storyteller belga che in “Documenting Performing Arts”, documenta le forme teatrali in Asia e nel mondo, dalle prove alla performance. La mostra è ad ingresso libero fino al 17 settembre, tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 20.
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INFO: Fondazione Pergolesi Spontini – Biglietteria Teatro Pergolesi – 0731. 206888