Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Voce recitante Maddalena Crippa
Direttore Patrick Fournillier
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Dopo il “tutto esaurito” del concerto del 10 settembre alla Scala, laVerdi apre la nuova Stagione sinfonica nella propria “casa” – l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo – all’insegna di un doppio Mozart e di un omaggio alla contemporaneità.
Sarà la bacchetta del francese Patrick Fournillier – già conductor dell’evento scaligero e neo Direttore principale ospite de laVerdi – a guidare l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi nel triplo appuntamento di giovedì 21 (ore 20.30), venerdì 22 (ore 20.00) e domenica 24 settembre (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler.
In locandina un doppio Mozart, dicevamo, con l’Ouverture da Il flauto magico in apertura e la prodigiosa Sinfonia n. 40 in Sol minore in chiusura di programma. Nel mezzo: Orfeo. Flebile queritur lyra., melologo per voce e orchestra dell’apprezzata compositrice romana Silvia Colasanti, che vedrà sul palco dell’Auditorium Maddalena Crippa in veste narratrice. L’attrice lombarda infatti darà voce alle suggestioni musicali dell’Orfeo: Silvia Colasanti, ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio – di cui quest’anno ricorre il bimillenario della morte – avvolge la leggendaria e commovente figura del cantore greco in una sorprendente strumentazione contemporanea.
(Biglietti: euro 36,00/16,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 14.30/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org).
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Programma
Il primo programma della Stagione 2017/18, dedicato ai 2000 anni dalla morte di Ovidio, racchiude fra due celebri capolavori di Mozart un’opera della pluripremiata compositrice romana Silvia Colasanti: Orfeo. Flebile queritur lyra., descritta dalla stessa autrice con queste parole: “Si presenta come un ‘concerto’ per voce e ensemble, con un´alternanza calibrata tra musica e parola. La musica ha una funzione drammaturgica molto intensa, la funzione cioè di esprimere uno stato primordiale del pensiero, quando questo cioè non è già pensare, ma è ancora sentire”.
L’overture da Il flauto magico di Mozart, introducendo l’Orfeo, crea una sorta di parallelismo, come a indicare la similitudine umana tra il voto del silenzio tradito da Papageno e il voltarsi di Orfeo che provoca la perdita dell’amata Euridice, mentre la Sinfonia n. 40, in chiusura, rappresenta in un certo senso il ponte tra antico e moderno che si compenetrano, testimonianza ne è l’apprezzamento del grande pubblico per questa sinfonia, immutato da due secoli.
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Orfeo. Flebile queritur lyra
Per voce recitante e piccola orchestra
di Silvia Colasanti
“La storia di Orfeo ci commuove perché è la storia di un fallimento, del meraviglioso tentativo di conciliare fra loro le due misteriose forze primordiali dell´esistenza umana, l´amore e il suo doppio, la morte. L´amore è di volta in volta follia – che spinge il pastore Aristeo a causare la morte di Euridice, Orfeo ad essere sprezzante perfino dell´oltretomba e a rifiutare tutte le altre donne in segno di fedeltà assoluta alla donna perduta -, estasi e sofferenza, ma anche esperienza voluttuosa – da vivere o da rimpiangere – desiderio, possibilità di ritrovarsi. Amore come antidoto alla morte. La morte è nemico da sconfiggere, traguardo raggiungibile solo in parte: il poeta riuscirà a vincerla e a far trionfare la resurrezione, ma soltanto una volta, la seconda non sarà più possibile, non per l´inefficacia dell´accorato canto, ma per l´inesorabilità del destino. Accanto a questo, il mito solleva gli antichi temi cari da sempre all´uomo di oggi: la caducità della vita e l´eternità dell´arte, la possibilità di convivere con il dolore attraverso la musica, il potere della poesia, l´arte come espressione della realtà e scontro fra realtà e immaginazione, infine lo straordinario legame tra uomo e natura. Orfeo è un eroe moderno, umano e fragile, che non sapendo resistere alla propria passione, si volta verso Euridice, rompendo l´incantesimo con la sua disubbidienza. Un eroe dunque lontano da perfezione e razionalità, che subisce la duplice tortura di non potersi voltare a guardare l´amata, calmando il timore nato dal grande desiderio, e quella, forse, di essere stato ingannato fin dall´inizio. Infatti, seppure offuscato dalla follia d´amore, il poeta è consapevole fin dal principio di aver perduto per sempre Euridice e di non poterla strappare definitivamente al mondo delle ombre. Non potendo riaverla, dunque, il suo canto d´amore sarà pure già lamento di morte.
Il lavoro Orfeo. Flebile queritur lyra., nato come un ‘concerto’ per voce e ensemble, è qui presentato in una nuova versione per voce e piccola orchestra. La musica ha una funzione drammaturgica molto intensa, la funzione cioè di esprimere uno stato primordiale del pensiero, quando questo non è già pensare, ma è ancora sentire. In determinati momenti i suoni amplificano il significato del testo o ne sottolineano alcuni tratti, in altri vanno ad esprimere qualcosa che non viene neanche detto con le parole. Proprio per questo se a volte la musica convive con la parola, altre volte è sola. Nella salita di Orfeo dagli Inferi c´è una zona esclusivamente strumentale per esprimere la sospensione tra il bisogno passionale di sapere e il freno razionale del tabù, seguita da un´altra sezione musicale – interamente costruita sulla rivisitazione dell´aria che Monteverdi utilizza nello stesso momento dell´opera, qui affidata ad un clarinetto posizionato dietro al pubblico – per raccontare la gioia e il dolore di Euridice nel vedere il volto di Orfeo. La sola musica sostituisce più avanti le storie cantate da Orfeo dopo il suo ritorno dagli Inferi, o ancora nel finale evoca la morte violenta del poeta ad opera delle Baccanti, la sua sofferenza e insieme il suo desiderio di rincontrare l´amata, la sua definitiva discesa nell´Ade. Qui Ovidio ci offre un’immagine meravigliosa: quella del capo e della lira di Orfeo che, trascinati dal fiume, ancora cantano, e la natura sembra rispondere a questi suoni attraverso un diverso canto dell´acqua e delle rive”.
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Biografie
Patrick Fournillier, direttore. Direttore assistente dell’Orchestre National de Lille, diventa successivamente direttore musicale della Sinfonietta de Picardie. Dal 1988 è stato direttore musicale dell’Opéra di Saint-Étienne e dal 1990 cofondatore della Biennale Massenet, di cui è stato direttore musicale fino al 2006, contribuendo alla riscoperta di numerose opere del compositore, tra cui Amadis (cd), Esclarmonde (cd), Thérèse, Cléopâtre (cd), Grisélidis (cd), Panurge, Roma, Hérodiade (dvd), Thaïs, Cendrillon, il balletto La cigale e l’oratorio La Vierge (cd). All’Opéra di Saint-Etienne ha diretto opere del grande repertorio italiano e francese come Un ballo in maschera, Otello, Rigoletto, La Traviata, Il barbiere di Siviglia, Norma, Carmen, Les Dialogues des Carmélites.
Dal 1996 al 2001 è stato direttore musicale dell’Orchestra sinfonica Arturo Toscanini di Parma, con cui ha diretto tutto il grande repertorio sinfonico e ha partecipato alla creazione del Festival Verdi per il Centenario della morte del compositore (2001).
È regolarmente invitato a dirigere le più importanti orchestre internazionali e quelle dei Teatri più prestigiosi, quali l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la Deutsche Oper di Berlino, la Bayerische Staatsoper, l’Orchestre national de Belgique, la BBC Symphony Orchestra, l’Orchestre de la Suisse Romande, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra dell’Opera di Los Angeles, il Concertgebouw di Amsterdam, il Metropolitan di New York, laVerdi di Milano.
Nel 1989 viene scelto per dirigere il concerto di gala per la riapertura dell’Opéra Comique di Parigi con l’Orchestra dell’Opera Nazionale parigina. Nel 1991, Riccardo Muti lo invita a dirigere La Muette de Portici di Auber al Festival di Ravenna. Dirigerà poi Manon alla Staatsoper di Berlino e all’Opéra di Nizza, Medea al Festival di Martina Franca, Lakmé al Concertgebouw di Amsterdam, La Sonnambula e La Bohème all’Opera di Roma, l’Orchestra Nazionale cinese a Pechino.
Nel 2009 dirige Cyrano de Bergerac a Valencia (dvd) e al Théâtre du Châtelet con Plácido Domingo; seguono Carmen all’Arena di Verona, Tosca al Teatro La Fenice, e nel 2010 Le Nozze di Figaro e Hamlet all’Opera di Washington, Les Contes d’Hoffmann al Metropolitan New York e all’Opera di San Francisco.
Nel 2011 dirige Carmen con laVerdi di Milano per la stagione inaugurale della nuova Royal Opera di Muscat in Oman, nel 2014 L’Étoile di Chabrier all’Opera Nazionale olandese ad Amsterdam. E poi Don Giovanni, La Damnation de Faust e Carmen alla SemperOper di Dresda; Iphigénie en Tauride, Turandot e Thaïs a Valencia; Hamlet e Louise all’Opera du Rhin a Strasburgo; La Traviata a Ravenna; Lucia di Lammermoor e Carmen a Stoccarda; Rigoletto al Teatro Regio di Torino; Rigoletto, La Traviata, Don Quichotte e Carmen al Teatro Regio di Torino; Thaïs all’Opera di Los Angeles di nuovo con P. Domingo (DVD), Manon Lescaut a Varsavia e a Dresda; Aida ad Amsterdam e Mannheim; Carmen, Werther e Don Pasquale all’Opera di Oslo…
Molto interessato alle creazioni di autori contemporanei, ha diretto opere di André Jolivet, Henri Dutilleux, François-Bernard Mâche, Luciano Berio, Quatre-Vingt-Treize di Antoine Duhamel per il bicentenario della Rivoluzione francese.
Debutta alla Scala nel 1994 con il balletto L’Histoire de Manon. Successivamente dirige Il rosso e il nero con le musiche di Berlioz (1995), Faust di Gounod (1997), Ondine di Hans-Werner Henze (2000), Cyrano di Bergerac di Alfano (2008) e Giselle nella tournée scaligera a Parigi nel gennaio-febbraio 2015 e poi in Scala. Nel 2016, dirige Concerti con la Filarmonica di Bogotà, con l’Orchestra del San Carlo di Napoli, con la Filarmonica di Varsavia, con laVerdi di Milano; a registrato un cd di Musica Francese con L’Orchestra National di Russia a Moscova; ha diretto Thaïs al Festival di Salisburgo con Placido Domingo ed a Helsinki, Rigoletto a Bogotà, prima di tornare alla Scala per Giselle e Romeo & Giulietta.
Tra i suoi prossimi progetti: Carmen a Helsinki ed Hamburgo, Thaïs al Gran Teatreidel Liceu a Barcellona; Concerti con la London Symphony, il Concertgebouw d’Amsterdam, la StaatsKapelle di Dresden, la Philadelphia, laVerdi di Milano; Manon a San Francisco e a Bilbao, Pelleas & Mélisande a Varsavia, Il Trovatore ad Helsinki.
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Silvia Colasanti, compositrice. Nata a Roma nel 1975, si è formata al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Si è poi perfezionata con Fabio Vacchi, Wolfgang Rihm, Pascal Dusapin e Azio Corghi all’Accademia Musicale Chigiana e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, ricevendo dal Presidente della Repubblica il Premio Goffredo Petrassi quale migliore diplomata in composizione.
Le sue opere sono eseguite nelle principali istituzioni musicali internazionali, tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Roma), l’Orchestra Nazionale Rai (Torino), La Philharmonie e il Théâtre des Champs-Élysées (Parigi), l’Orchestre National de Belgique (Brussels), il Konzerthaus (Berlino), il Festival Pablo Casals (Prades), laVerdi di Milano, l’Unione Musicale (Torino), la Biennale Musica (Venezia), l’Accademia Musicale Chigiana (Siena).
Di fondamentale importanza per la costruzione della sua poetica personale e del suo universo sonoro, tra gusto “materico” del suono, forte lirismo e ricchezza di registri, la collaborazione con solisti e direttori di calibro internazionale, quali Vladimir Jurowski, Yuri Bashmet, Salvatore Accardo, David Geringas, Massimo Quarta, Enrico Bronzi.
Il suo amore per la musica e per il palcoscenico si estende al teatro e alla danza, universi in cui collabora con Maddalena Crippa e Sandro Lombardi (L’angelo del Liponard. Un delirio amoroso), Ferdinando Bruni (Faust. Tragedia soggettiva in musica su testo di F. Pessoa), Elio De Capitani (musiche di scena per Otello), Luciana Savignano (In the earth and air), Mariangela Gualtieri (Dal paese dei rami).
Nel 2012, il Maggio Musicale Fiorentino presenta in prima assoluta la sua prima opera lirica, La Metamorfosi, su libretto tratto dall’omonimo racconto di Franz Kafka e con la regia di Pier Luigi Pier’Alli. Il successo dell’opera – la prima commissione dell’istituzione fiorentina a una compositrice – ne ha decreta la ripresa da parte dell’ente nel 2014, di nuovo al Teatro Goldoni di Firenze.
Nel 2013, la grande approvazione ricevuta dalla prima mondiale di Tuli tuhmaksi rupesi (Fuoco folle di furore) ad Helsinki, le vale la prestigiosa nomina a membro della Società del Kalevala; entra a fare parte del Comitato d’Onore Internazionale Viva Toscanini; vince lo European Composer Award con Responsorium, in prima al Konzerthaus di Berlino.
Nel 2016 debutta al Festival dei Due Mondi di Spoleto con la prima rappresentazione assoluta di Tre risvegli. Azione scenica con musica, su testo di Patrizia Cavalli, per la regia di Mario Martone, di cui è stata protagonista l’attrice Alba Rohrwacher
Il 2017 è denso di prime esecuzioni e riprese importanti, tra cui la prima rappresentazione assoluta di un nuovo lavoro ispirato alla figura di Etty Hillesum, dal titolo Le imperdonabili. L’ultima lettera di Etty Hillesum, su drammaturgia di Guido Barbieri e regia di Alessio Pizzech, al Teatro Sperimentale di Ancora, al Teatro Rossini di Pesaro e al Teatro Lauro Rossi di Macerata (commissione di Circuito Regionale Marche), in occasione della Giornata della memoria. Il 17-18 giugno, la composizione Ciò che resta, è stata presentata in prima esecuzione assoluta al Teatro La Fenice di Venezia. La Fenice (al Teatro Malibran) ospiterà anche la prima di una nuova composizione, Eccessivo è il dolor quand’egli è muto dal Lamento di Procri di F. Cavalli, nel contesto della Biennale Arte, in ottobre.
Il suo Orfeo, già presentato nella versione per trio il 4 dicembre 2016 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, da parte dell’Ex Novo Ensemble con la voce recitante di Sandro Cappelletto, sarà ripreso nella versione per ensemble il 12 maggio 2017 al Cremona Festival Monteverdi, con la voce recitante di Valter Malosti e in Francia dalla Paris Mozart Orchestra diretta da Claire Gibault, con la voce recitante di Natalie Dessay al Festival Présences Feminines di Toulon, in marzo, e ancora con laVerdi all’Auditorium di Milano a settembre.
Il 15 gennaio, la nuova composizione Ahi, vista troppo dolce e troppo amara! è stata presentata in prima esecuzione assoluta in Germania al Konzerthaus di Berlino, da parte dell’Ensemble Unitedberlin, diretto da Vladimir Jurowsky. Il 14 marzo 2017 il suo Preludio, Presto e Lamento è stato presentato alla IUC a Roma, dal Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca, cui è dedicato.
Il 2 luglio in piazza Duomo a Spoleto è stato eseguito Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa. Oratorio per Soli, Coro e Orchestra, su testi di Mariangela Gualtieri, con la stessa Mariangela Gualtieri come voce recitante, la cantante Monica Bacelli, Richard Galliano al bandoneon, l’International Opera Choir diretto da Gea Garatti e l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Maxime Pascal.
Il primo cd monografico di Silvia Colasanti, In-Canto è stato pubblicato nel 2011, dall’etichetta Dynamic.
Insegna Composizione al Conservatorio di Benevento e le sue opere sono pubblicate da Casa Ricordi.
Nel 2013, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le conferisce la nomina di Cavaliere della Repubblica, nel 2017 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le conferisce la nomina di Ufficiale della Repubblica.
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Maddalena Crippa, voce recitante. Il palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano, Giorgio Strehler che la sceglie per il ruolo di Lucietta nel suo Il campiello e poi una tournée all’estero di enorme prestigio: Parigi, Berlino, Mosca, Varsavia… Ecco l’esordio di una Maddalena Crippa appena diciassettenne e già ammirata e cercata dal più celebre e autorevole regista italiano: poteva essere solo questo il preludio a una carriera di grande prestigio, in cui l’attrice – di certo una delle più affascinanti, complete e versatili protagoniste del teatro italiano – ha collezionato successi nazionali e internazionali, spettacoli dei generi più vari, personaggi sempre di profondo spessore. Dopo quella Lucietta con Strehler è stata la volta di molte altre esperienze nodali: nel 1980 è Lady Macbeth con la regia di Egisto Marcucci, poi Luca Ronconi la vuole ne La commedia della seduzione di Schnitzler per la quale prenderà il premio Borgio Verezzi come miglior attrice, è Marcolina nel Sior Todero Brontolon di Carlo Goldoni, diretta da A. Calenda, contemporaneamente, nel 1985, è Leonide e Focino in Il trionfo dell’amore di Marivaux, per la regia di Vitez. Massimo Castri la dirige in Fedra di D’Annunzio, è Tamora nella versione del Tito Andronico di Shakespeare firmato da Peter Stein. Poi è un’intensa Nora in Casa di bambola di Ibsen, regia di Beppe. Navello, la nobile Cornelia e la governante Rosa nell’Attesa di Binosi per la regia di Cristina Pezzoli. Partecipa al Festival di Salisburgo costantemente dal 1994 al 1997, recitando in tedesco la parte della lussuria (Buhlschaft) nello Jedermann di Hofmannsthal.
Nel 1996 per la regia di Stein è Elena in Zio Vanja di Cechov che debutta a Mosca e vince il premio come miglior spettacolo al Festival di Edimburgo, poi è protagonista di Schönberg Kabarett con la regia di Peter Stein. Negli stessi anni si confronta con il genere del recital musicale con ottimi esiti e porta in scena in tutta Italia Canzonette Vagabonde e Femmine Fatali commissionato dal festival di Pasqua di Salisburgo. Ammirata e pluripremiata (ottiene nel 1994 la Maschera d’Argento come miglior attrice, nel 2004 il Premio Duse, il Premio della Critica nel 1999 e 2001) prosegue in un percorso versatile e mai scontato che le permette di portare avanti un’intelligente linea di ricerca teatrale assieme a diverse registe: spettacoli come Sboom! e L’Annaspo di Raffaele Orlando, regia di Cristina Pezzoli e A Sud dell’Alma regia di Letizia Quintavalla. Non abbandona però gli spettacoli d’impronta musicale, le scelte legate alla prosa classica (nel 2004 è Medea al teatro greco di Siracusa per la regia di Peter Stein), il cinema o gli impegni internazionali. Nel 2007 e 2008 è Eva, nella Sinfonia D’Autunno di Bergman, regia di M. Panici.
Nel 2009 è Varvara Petrovna nella maratona Dostoevskijana I Demoni di 12 ore con la regia di Peter Stein, una tournée che tocca Parigi, Amsterdam, Vienna, Atene, New York.
Sempre nel 2009 è la prima donna a confrontarsi con il repertorio Gaberiano del Teatro Canzone in E Pensare che c’era Il Pensiero regia di Emanuela Giordano. Inizia la sua collaborazione con Massimiliano Gagliardi, pianista e compositore. Nel 2013 debutta con il fratello Giovanni in Passione di Giovanni Testori regia di Daniela Nicosia. Sempre nel 2013 debutta con Italia mia Italia regia di Peter Stein. Nel 2015 è Titania In Der Park di Botho Strauss e nel 2016 è protagonista insieme a Graziano Piazza di Lampedusa Way (terzo capitolo de La trilogia del naufragio), testo e regia di Lina Prosa. Nello stesso anno viene insignita del premio Siracusa Stampa per la sua interpretazione di Clitemnestra nello spettacolo Elettra per la regia di Gabriele Lavia andato in scena al Teatro Greco di Siracusa. Nel 2016 e 2017 è inoltre protagonista insieme a Daniele Pecci dello spettacolo Amleto regia di Daniele Pecci, dello spettacolo Verdi’s Mood e le donne che segna l’inizio della collaborazione con la cantante jazz Cinzia Tedesco. Negli stessi anni è protagonista de l’Allegra vedova, cafè chantant Rielaborazione testo originale di Victor Leon/ Leo Stein a cura di Bruno Stori e Maddalena Crippa, regia di Bruno Stori. Sempre nel 2017 interpreterà Riccardo II nello spettacolo Riccardo II per la regia di Peter Stein.