“Che cosa succederebbe se, invece di un agente dello stato che uccide o tortura o censura vittime o nasconde corpi, io portassi insieme in scena un uomo e una donna che si sono fatti del male in modo irreparabile?”
Questa è stata la domanda da cui è partito il drammaturgo argentino Ariel Dorfman quando ha scritto Purgatorio, testo del 2006 che apre con Laura Marinoni e Danilo Nigrelli la nuova stagione del 2017/2018 del Piccolo Eliseo di Roma, in scena da mercoledì 27 settembre a domenica 8 ottobre.
Moderna riscrittura della Medea di Euripide o più esattamente testo ispirato alla tragedia classica, Purgatorio diventa un luogo astratto che non può essere facilmente identificato per portare in scena il mito di Medea e Giasone, ma senza lasciar emergere mai una figura netta: in una messinscena crudele e spietata, il confronto di un uomo e di una donna, due entità completamente diverse, ma accomunate dallo stesso destino tragico, che cercano il riscatto e la redenzione.
Prodotto nel 2016 da Lugano in Scena in collaborazione con LAC Lugano Arte e Cultura ed ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Purgatorio viene trasformato dal regista Carmelo Rifici in un atto unico, un viaggio nel cinema, tra le suggestioni estetiche ed espressive di di Almodóvar, Fassbinder, Hitchcock, Kubrick, ma in una irrealtà sospesa.
“Il mito – ricorda il regista nelle sue note – ci aiuta da sempre a muoverci nell’universo delle domande: chi siamo, verso dove andiamo. Il mito di Medea e di Giasone è ancora oggi spaventosamente importante”. E lo è soprattutto alla luce della nostra realtà contemporanea nella difficoltà di integrazione, del diverso che viene rifiutato e che si vendica. Ma di chi è la vera responsabilità dell’orrore che scaturisce? Dorfman, pluripremiato drammaturgo già autore de La morte e la fanciulla da cui Polanski ha tratto la sua celebre pellicola, da sempre attento alla lotta per i diritti umani, riesce a creare un meccanismo di suspense dove diventa ormai impossibile poter distinguere la vittima dal carnefice.
Una scelta rafforzata anche dal fatto che Dorfman, con un testo serrato e intenso (nella traduzione di Alessandra Serra), lascia confrontare l’uomo e la donna fra riflessioni, accuse e difese, evitando però di creare un antagonista buono e un altro cattivo alternando simultaneamente i loro ruoli.
La regia di Carmelo Rifici affida i dialoghi a Laura Marinoni, che vanta collaborazioni con i maggiori registi europei passando da ruoli drammatici a quelli brillanti e Danilo Nigrelli, popolare volto anche televisivo, che si sfidano a suon di accuse e recriminazioni cercando (invano?) la redenzione in un non luogo, rei di essersi macchiati di crimini che sembrano essere imperdonabili.
“Questa pièce ci chiede come dovremmo reagire quando siamo stati devastati da un’offesa irreparabile, ci sfida a chiederci quali sono le nostre personali prese di posizione riguardo alla realtà, rivela come è facile passare dal ruolo di vittima a quello di accusatore, da vittima a invasore, da carnefice a vittima – spiegava Dorfman sul significato intrinseco del testo – la mia speranza era che questa pièce potesse almeno porre la domanda su come superare la sequenza infinita della colpa e della rabbia”.
I costumi (in stile cinematografico) e le scene (entrambi di Annelisa Zaccheria) ispirate allo spaccato di una stanza di Hopper, offrono uno sguardo sul Mito, su una donna e un uomo collocando la storia in un Purgatorio pericoloso, destrutturato che richiama un dramma interiore, un luogo astratto e metafisico. E solo alla fine il pubblico potrà decidere se l’uomo e la donna siano effettivamente colpevoli o redenti, vittime o carnefici, sinceri o bugiardi. In scena dal 27 settembre. Dal martedì a sabato ore 20.00, domenica ore 17.00, biglietti 20 euro, biglietteria online on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it, 06.83510216, info www.teatroeliseo.com.